POLIZIA POSTALE E DELLE COMUNICAZIONI

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    Sextortion: catanese minaccia di pubblicare foto hard su facebook

    Di solito inizia tutto con una chat aperta su un social network, e poi il copione è quasi sempre lo stesso: scambi di messaggi infuocati, immagini erotiche e gli incontri sexy sul web si trasformano in vere e proprie estorsioni.

    È la storia di una professionista romana che, qualche giorno fa si è rivolta alla Polizia postale per fermare il ricatto messo in piedi da un 48 enne siciliano a cui aveva inviato immagini "hard".

    I fatti:

    Dopo aver inviato una richiesta di amicizia su facebook, l'uomo ha intrapreso con la signora una "relazione" basata su conversazioni sul social network poi proseguite su Whatsapp, ed è qui che è avvenuto lo scambio di foto particolari.
    Il ricatto comincia qualche giorno dopo quando l'uomo inizia a minacciare di diffondere le immagini ai contatti facebook della vittima, se lei non avesse pagato 200 euro.
    Gli investigatori hanno ricostruito le tracce informatiche lasciate dal 48 enne che, dopo esser stato identificato è stato denunciato.
    La "Sextortion", estorsione sessuale, è un fenomeno in crescita sui social network e spesso riguarda persone sole e si sta diffondendo anche tra i minorenni, di tutte le fasce sociali.

    02/02/2016 Sito della Polizia di Stato.
     
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    Vacanze e acquisti online: i consigli della Polizia postale

    Utilizzi internet per prenotare le vacanze o per fare acquisti? Dall’esperienza acquisita nella tutela dai rischi di truffe online, nasce una guida con consigli pratici e suggerimenti per acquistare in Rete con maggiore tranquillità, frutto della collaborazione tra la Polizia postale e delle comunicazioni e Subito, azienda leader in Italia nella compravendita su Internet.

    L’obiettivo è quello di offrire alcuni utili consigli su come muoversi per scongiurare “case fantasma” ai navigatori che decidono di trovare sul Web l’occasione per andare in vacanza, ma anche di come acquistare prodotti e oggetti online.(Video)

    “In ragione del significativo numero di denunce presentate da utenti della rete rimasti vittime di truffa in occasione dell’affitto di appartamenti per vacanze - dichiara Roberto Di Legami, direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni - la specialità ha sposato con entusiasmo questa campagna di sensibilizzazione, per evitare che gli utenti in procinto di fruire di un periodo di ferie, subiscano l’amara esperienza di trovarsi di fronte ad un alloggio inesistente o non conforme a quanto si era pattuito. Poche e semplici regole - continua Di Legami - che però possono evitare brutte sorprese o, ancor peggio, perdite di denaro, quando non anche il furto dei propri dati personali”.

    “Ogni giorno oltre 120 mila nuovi annunci vengono pubblicati sulla piattaforma di Subito sotto la responsabilità dell’utente. Ognuno di questi passa però attraverso un sistema di revisione automatico e manuale per verificare che le regole e i principi su cui Subito si basa, vengano rispettati - afferma Melany Libraro, General Manager di Subito - Garantire la sicurezza e un’esperienza positiva degli oltre 8 milioni di italiani che ogni mese visitano Subito - continua Libraro - è per noi un obiettivo quotidiano: questo progetto in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni è un primo passo verso altre possibili azioni congiunte volte a ridurre il cyber-crimine in Rete e ad educare gli internauti a comprare e vendere in sicurezza”.

    28/06/2016 Sito P.d.S.
     
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    “Insieme ai nativi digitali…e non solo…” con la Polizia postale

    Ha compiuto tre anni la campagna educativa itinerante “Una Vita da Social” al fianco delle nuove generazioni, dei genitori e degli insegnanti e questa mattina alla Scuola superiore di Polizia, a Roma, sono stati presentati i risultati e fatto il bilancio dell’attività svolta.

    Sono stati i fatti di cronaca, culminati con il suicidio di alcuni adolescenti e il dilagante fenomeno del cyberbullismo a dare il via a questa campagna allo scopo di sensibilizzare i giovani sui rischi e i pericoli collegati all’uso della Rete.
    Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni, co-finanziato dalla Commissione Europea, che nel corso delle sue edizioni ha raccolto un consenso sempre crescente: da nord a sud, da est a ovest, utilizzando un truck multimediale allestito come un’aula didattica, gli specialisti della Polizia postale hanno incontrato oltre 1 milione di studenti sia nelle piazze che nelle scuole, più di 100 mila genitori e quasi 60 mila insegnanti in 150 città italiane. Anche la pagina facebook di Una vita da Social dedicata all’iniziativa ha raggiunto78 mila like e 12 milioni di utenti mensili.
    L’iniziativa è stata anche supportata da numerosi testimonial del mondo della cultura, dello spettacolo, della musica e dello sport, che hanno sostenuto l’evento attraverso messaggi di legalità e di rispetto delle regole, e ha anche visto la presenza delle più alte cariche dello Stato.

    Alla conferenza erano presenti il vice capo della Polizia Luigi Savina, l’Autorità garante per l’Infanzia, l’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Twitter Italia, Facebook, Google, Microsoft, i rappresentanti del Miur e dell’Associazione nazionale presidi nonché quelli del Telefono Azzurro, Moige, Poste Italiane, Save the children, rappresentanti della magistratura minorile e di Vodafone, Wind e Skuola.net e tutti i partners istituzionali della Rete che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa.

    15/07/2016 Sito P.D.S. cliccaci per l'articolo e le foto.
     
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    “HackinItaly”: Cnaipic e Fbi fermano truffa su Internet.


    Si chiama “Pay per click” ed è uno dei sistemi utilizzati per guadagnare con la pubblicità su Internet: si mette un banner pubblicitario sul proprio sito e si ottiene una certa somma di denaro per ogni click che i visitatori generano sul quel banner.
    Un gruppo di hacker aveva trovato il modo di gonfiare in numero di click grazie ad una rete di computer (oltre 120mila) tenuti sotto controllo, tecnicamente definita Botnet, sparsi tra Europa e Stati Uniti, che in automatico generavano click fasulli sui banner.
    Al termine dell’operazione “HackinItaly”, condotta dagli specialisti del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni insieme agli investigatori statunitensi dell’Fbi (Federal bureau of investigation), una persona è finita in carcere e altre cinque sono state denunciate.
    L’accusa nei loro confronti è di aver esercitato un’attività criminale finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico, alla creazione di Botnet e alla frode ai danni di aziende pubblicitarie operanti sulla rete Internet.
    L’attività illecita aveva fatto guadagnare al gruppo di hacker oltre 300mila euro negli ultimi 5 anni
    L’indagine ha preso spunto da uno studio effettuato da alcuni ricercatori statunitensi dell’Isc (Internet storm center), che ha il compito di monitorare l’attività “malevola” sulla Rete e che aveva individuato una Botnet costituita da una serie di server hackerati violando il sistema operativo su di essi installato.
    La mente del gruppo criminale, capace di ideare la frode, era costituita da due fratelli romani, entrambi tecnici di un sito di scommesse online.
    Gli altri appartenenti alla banda avevano invece il compito di monetizzare i click utilizzando i propri codici fiscali e documentando falsamente l’avvenuta prestazione professionale, sempre per importi inferiori ai 5mila euro, oltre i quali sarebbe stato necessario possedere la partiva Iva.
    Grazie alla stretta collaborazione tra investigatori italiani e statunitensi è stato individuato il server da cui erano partiti i comandi di gestione della Botnet, e le email intestate al responsabile materiale del reato, finito in carcere, con le quali questo si era registrato presso le società fornitrici di servizi informatici e aveva comunicato con i siti fornitori di banner pubblicitari.
    Dall’analisi di queste email sono emersi anche altri elementi come comunicazioni, pagamenti e documenti fiscali, che certificavano le fatturazioni da parte delle aziende pubblicitarie frodate.
    Uno dei due fratelli, la vera mente del gruppo, è stato arrestato ad Amsterdam (Olanda) dagli agenti dell’Fbi in collaborazione con la polizia olandese. Durante le perquisizioni effettuate a Roma e provincia, Reggio Calabria e Venezia, nelle abitazioni degli indagati, è stato sequestrato molto materiale che conferma l’attività illecita del gruppo criminale.

    25/07/2016 Sito P.d.S. :busted_blue.gif:
     
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    Postale: 30enne finisce in manette per “sexextortion”.

    Già denunciato dall’ex moglie per stalking, è stato arrestato dagli uomini della polizia Postale di Imperia per aver esercitato un’estorsione sessuale nei confronti di una giovane donna.

    Si tratta di un 30enne residente nella provincia di Napoli, convivente con la propria madre dopo la separazione dalla moglie.

    Dopo mesi di sofferenze psicologiche e l’esborso di una consistente somma di denaro (circa 6mila), la giovane donna, residente nella provincia di Imperia, si è finalmente rivolta alla polizia Postale per denunciare le continue richieste da parte dell’uomo.

    Agli investigatori, la 28enne ha raccontato di aver conosciuto l’uomo sui social network. (Video)

    Dopo alcune conversazioni iniziali di carattere amichevole, tra i due giovani si è creato un rapporto più confidenziale. Complice un atteggiamento affettuoso e protettivo da parte del ragazzo, la donna ha accettato di inviargli un video hard in cui la stessa si vedeva chiaramente in volto.

    Ricevuto il filmato, però, l’atteggiamento dell’uomo è cambiato: pesanti ricatti e la richiesta continua di soldi hanno indotto la giovane ad assecondarlo con ben 19 bonifici.

    L’ultima richiesta, la somma di 3 mila euro accompagnata dalla minaccia di diffondere il video tra gli amici e la pubblicazione di manifesti da affiggere nei vari comuni liguri e nella stessa località dove la vittima risiede, ha convinto la giovane a rivolgersi alla Polizia.

    La “sexextortion” è un fenomeno in aumento e si presenta in due modi diversi: uno tipicamente domestico, spesso riconducibile a coppie che si separano, con uno dei due (quello che la subisce) che rende virali sul web immagini intime dell’ex partner; l'altra, a dimensione internazionale, dettata esclusivamente da ragioni di profitto, in cui tra attore e vittima non esiste alcun legame.

    In entrambe le tipologie di reato, la polizia Postale sta dedicando notevoli risorse anche nel campo della prevenzione, ritenendolo ancora più importante.

    Pertanto consiglia:

    1 mai pagare la somma richiesta. Dopo il primo pagamento, infatti, seguono richieste via via più esose;
    2 bloccare subito il contatto, sia sulla piattaforma social che sulla video-chat;
    3 inoltrare, immediatamente, richiesta di rimozione del video ai gestori della piattaforma sulla quale il video stesso è stato postato;
    sporgere subito denuncia.

    Cosa fare per prevenire:

    1 mai concedere “amicizia” sui social network a persone che non sono conosciute anche nella vita reale. Concedere la propria amicizia sulla piattaforma significa, infatti, ammettere una persona estranea in uno spazio “riservato” e “privilegiato”, che è la nostra pagina personale, concedendole un enorme ed immotivato vantaggio qualora si tratti di un malintenzionato;
    2 a maggior ragione mai scambiare messaggi privati con utenti appena conosciuti e, men che meno, mai concedere di entrare, attraverso la webcam, nella propria casa e nella propria privacy; configurare le proprie pagine social in modo tale da renderle “invisibili” agli sconosciuti;
    3 in ogni caso, si sconsiglia di inviare immagini a sfondo sessuale anche quando si tratta di persone conosciute e a noi intime.

    03/10/2016 Sito polizia di Stato :busted_blue.gif:
     
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    Postale: video “rubato” finisce sul Web, giovane denunciato

    È stato denunciato dalla polizia postale di Asti per aver “rubato” dal telefono di una giovane amica un video a sfondo sessuale che la ritraeva ed averlo divulgato in Rete.

    L’indagine prende l’avvio da una denuncia presentata da una 30enne astigiana rimasta vittima di un’estorsione conosciuta anche con il nome di .

    La giovane donna aveva notato all’improvviso un aumento di richieste di amicizia (più di 800) su facebook, accompagnate da apprezzamenti di natura sessuale e, talvolta, da proposte d’incontro, fino alla ricezione, sul proprio smartphone, di un video hard, autoprodotto dalla ragazza qualche tempo prima, ma mai condiviso con altra gente.

    Gli investigatori hanno ricostruito la dinamica dei fatti accertando l’esistenza di un gruppo anonimo su Facebook con circa 1.300 iscritti, all’interno del quale era stato postato il video associato alla ragazza e divenuto in poco tempo “popolare”.

    La ragazza ha raccontato di nutrire dei sospetti su un suo amico a cui tempo prima aveva prestato il telefonino, e che nell’atto di restituirglielo aveva inspiegabilmente commentato “bello il video”.

    In conseguenza alla divulgazione del video, la giovane, oltre ad esser stata riempita d’insulti e minacce sul social, in un’occasione è stata avvicinata da due uomini che hanno tentato di estorcerle del denaro.

    Gli agenti della Postale di Asti supportati da quelli del Compartimento polizia Postale di Torino, durante la perquisizione a casa del giovane hanno trovato un ingente quantitativo di materiale archiviato che verrà analizzato.

    10/10/2016 Sito Polizia di Stato. :busted_blue.gif:
     
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    Postale: scoperto a Bologna gruppo hacker

    Frode informatica e riciclaggio con l’aggravante della transnazionalità è l’accusa mossa nei confronti di un uomo arrestato dalla Polizia postale di Bologna in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare che disponeva anche di 5 perquisizioni tra Bologna, Roma e Parma nei confronti di alcuni indagati.

    Tra questi, un cittadino moldavo ed un ucraino, addetti all’esportazione di beni acquistati in frode e destinati all’Est europeo.

    L’arrestato, invece, è un esperto informatico russo, considerato la “mente” del gruppo, che gestiva tutte le operazioni di riciclaggio del denaro e dirigeva le varie operazioni.

    Da Roma, dove aveva sede la centrale operativa del gruppo di hacker, venivano gestite tutte le operazioni di riciclaggio di denaro in danno di correntisti online e le operazioni di esportazione verso l’Ucraina e la Russia, soprattutto di beni tecnologici acquistati utilizzando carte di credito clonate.

    L’indagine ha svelato il modus operandi della banda che si valuta abbia sottratto almeno 500mila euro da un conto corrente di una società bolognese di trasporti e di oltre 120mila euro da un conto di una nota opera religiosa della città bolognese.

    Modus operandi

    I criminali partivano da una massiva sottrazione di dati relativi a codici di carte di credito o di dati di accesso su piattaforme online, tipo home banking.

    Il furto di tali dati avveniva secondo precise modalità:

    1) l’invio di mail ingannevoli al fine di intercettare l’impiego di carte di credito per acquisti di svariata natura, al fine di impossessarsi di codici di sicurezza usati all’utilizzo di acquisti online;

    2) con invio di mail “trappola” ovvero l’introduzione di malware per l’acquisizione dei codici dispositivi per l’operatività online di conti correnti.

    Contemporaneamente si procedeva al reclutamento di persone in cerca di lavoro con fantomatiche offerte d’impiego in qualità di “magazzinieri”, attraverso inserzioni online pubblicate nei maggiori portali di annunci gratuiti a rilevanza nazionale.



    L’impiego proposto ai “neo assunti” era di due tipologie:

    a) ricevere denaro sul proprio conto corrente da incassare per contanti e ritrasmettere a terzi all’estero attraverso sistemi di money transfert non tracciabili;

    b) ricevere al proprio domicilio beni di valore acquistati in frode da spedire in Ucraina, attraverso la consegna ad “affidabili” trasportatori appartenenti ad una ramificata rete di vettori.

    Gli organizzatori proponevano ai loro “magazzinieri” la sottoscrizione di un contratto per prestazioni ed offrivano contatti diretti con i responsabili delle società “fantasma”, procedendo al censimento dei dipendenti i quali dovevano inviare copia dei propri documenti di identità ed estremi delle proprie coordinate bancarie (Iban) di conti correnti o carte ricaricabili.

    In tal modo ottenevano documenti e riferimenti personali del neo assunto utili per successive attività illecite.

    I collaboratori diventavano così a loro volta vittime di altre iniziative criminali.

    Ai nuovi “magazzinieri” veniva richiesto di procedere all’apertura dell’imballo arrivato al loro indirizzo, all’esame del contenuto, alla rimozione dei dati di spedizione e quindi di eseguire fotografie dell’oggetto prima di consegnare l’oggetto in mano ai corrieri.

    La rete di trasportatori ucraini riceveva i beni in luoghi prefissati e venivano poi ricompensati dai complici alla consegna delle merci nei paesi dell’Est Europa.

    In alternativa al trasferimento di denaro o all’acquisto di beni da inviare per il tramite dei corrieri, il gruppo criminale riciclava somme di denaro attraverso l’acquisto di beni di elevato valore come orologi e preziosi presso diverse oreficerie.

    13/10/2016 Sito Polizia di Stato. :busted_blue.gif:
     
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    Internet: identificati dalla Polizia 35 pedofili sulla Rete

    Si è conclusa questa mattina con 5 arresti e 30 denunce in stato di libertà la nuova operazione della Polizia postale contro il traffico di immagini pedo-pornografiche.

    A condurre le indagini (Video) il Compartimento di polizia postale e delle comunicazioni di Firenze che ha concluso l’attività partita nel 2015. Grazie al coordinamento del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) sono stati individuati con attività sotto copertura le 35 persone indagate che si scambiavano in Rete il materiale pedo-pornografico con programmi di file sharing. Le immagini migliaia di foto e video ritraevano minori anche di età inferiore ai 10 anni.

    Gli indagati residenti oltre che in Toscana anche in Lombardia, Veneto, Trentino Alto-Adige, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia, scambiavano le immagini con altri pedofili residenti in Europa in Nord America ed in America latina.

    Per queste persone, circa 120, la Polizia postale, attraverso lo Scip, il Servizio per cooperazione internazionale di polizia, ha interessato le polizie dei Paesi interessati dalle connessioni.
    I video saranno caricati su un data base dell’Interpol, l’International Child Sexual Exploitation; attraverso la condivisione con le polizie di tutto il mondo si cercherà di individuare i minori abusati e di acquisire elementi su possibili altri responsabili.

    14/11/2016 :busted_blue.gif:
     
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    Torino: clonavano carte di credito, 2 arresti e 40 denunce

    Sono serviti due anni di indagine alla Polizia postale per arrivare a scoprire e bloccare un’organizzazione criminale che clonava carte di pagamento e che manometteva sportelli bancomat e colonnine self-service per l'erogazione del carburante.

    Due le persone arrestate e altre 40 denunciate tra Torino, Cuneo e altri comuni piemontesi. La banda era riuscita a garantirsi introiti pari a circa 1.500-2.000 euro per ogni carta clonata. I poliziotti hanno raccolto e analizzato le denunce presentate dalle persone truffate, provenienti dalle varie località del Piemonte, concentrandosi principalmente sugli sportelli bancomat della zona limitrofa alla collina di Torino.

    Oltre ad attività tradizionali quali sopralluoghi, pedinamenti e appostamenti, effettuati anche con il supporto degli agenti del commissariato Borgo Po della questura di Torino, i poliziotti della Postale hanno compiuto un incrocio di dati e di immagini provenienti dalle telecamere di sicurezza degli sportelli bancomat e delle postazioni POS delle colonnine self-service dei distributori di carburante.

    L'associazione criminale era composta da uomini di diversa nazionalità, rumena, albanese e italiana, alcuni dei quali in possesso di elevate competenze informatiche e mezzi tecnologicamente sofisticati. Tra questi, anche una donna che era addetta alla rimozione degli skimmer, per dare meno nell’occhio nella fase di utilizzo del bancomat. C’era anche chi si occupava di ricostruire in maniera artigianale componenti degli Atm o, semplicemente, c'era chi forniva il supporto logistico.

    Nel corso delle perquisizioni all'interno di abitazioni, magazzini e laboratori usati dai criminali, gli agenti hanno rinvenuto materiale e componenti degli sportelli bancomat costruiti artigianalmente.
    I criminali, infatti, dopo aver sottratto dagli sportelli bancomat alcuni pezzi originali, riproducevano all'interno di questi laboratori, utilizzando calchi in "negativo", gli stessi componenti apparentemente simili ma di dimensioni leggermente più grandi, così da poter contenere, al loro interno, l'hardware necessario alla clonazione delle carte e alla lettura dei codici Pin.

    17/11/2016 Sito :busted_blue.gif:
     
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    Postale: operazione europea “Emma2” contro il cybercrime

    L’attività operativa ad alto impatto chiamata “Emma 2“, che si è svolta dal 14 al 18 novembre, rappresenta il secondo esperimento del genere nel campo della lotta al financial cybercrime, in continuo e crescente aumento a livello globale.

    Identificati 65 money mules di cui 12 arrestati e 28 denunciati; 66 sono state le transazioni fraudolente, per un totale di circa 1 milione e mezzo di euro di cui 1 milione recuperato.

    In particolare l’iniziativa si è incentrata sul contrasto al fenomeno dei “money mules”: primi destinatari delle somme provenienti da frodi informatiche e campagne di phishing.

    I “muli” offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti, sui quali vengono poi accreditate le somme frodate a ignari cittadini con le varie tecniche fraudolente.

    I paesi partecipanti sono Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Latvia, Moldavia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Regno Unito, Spagna, Ucraina, Ungheria, oltre all’FBI e al Secret Service americano, sotto il coordinamento di Europol ed Eurojust e con il supporto della Federazione bancaria europea (EBF).

    Nella prima fase dell’operazione, i 16 Paesi partecipanti hanno eseguito molteplici operazioni nei confronti di gruppi criminali di diverse nazionalità ed estrazione, responsabili di financial cybercrimes ai danni di singoli cittadini, piccole e medie imprese ed importanti gruppi bancari e di intermediazione finanziaria.



    I Paesi partecipanti, nella seconda fase dell’operazione che si concluderà il 25 novembre, attraverso iniziative mirate intendono sensibilizzare gli utenti affinché siano consapevoli che chi favorisce, con la propria opera, il riciclaggio dei proventi di attività illecite come le frodi online o il phishing, commette a sua volta reati molto gravi, puniti severamente.

    In Italia l’attività investigativa è stata coordinata dal Servizio polizia postale e delle Comunicazioni ed ha visto impegnati circa 200 operatori dei dipendenti Compartimenti di Ancona, Bologna, Campobasso, Firenze, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.

    L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione di Poste Italiane e di Istituti di credito e/o intermediazione finanziaria che hanno assicurato un supporto in tempo reale.

    Nel corso della prima edizione di Emma, che si è svolta dal 22 al 26 febbraio scorso, c’erano stati 81 arresti e l’individuazione di circa 700 “muli” in Europa.

    22/11/2016 Sito :busted_blue.gif:
     
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    L’iniziativa “Una Vita da Social” tra le migliori pratiche europee

    La campagna di prevenzione itinerante della Polizia di Stato contro il cyberbullismo è stata selezionata dalla Commissione europea tra le migliori pratiche a livello europeo. Si tratta di “Una Vita da Social”, l’iniziativa che negli ultimi tre anni si è rivolta a più di un milione di studenti, per sensibilizzarli sull'uso consapevole del web.

    La decisione dell'istituzione comunitaria, di riconoscere alla nota campagna della Polizia Postale e delle Comunicazioni un indubbio carattere di originalità ed innovazione, è arrivata nel giorno in cui la Commissione europea lancia la "Digital Skills and Jobs Coalition", un’iniziativa per ridurre il divario esistente sulle competenze digitali in Europa, radunando tutta una serie di stakeholder del settore pubblico e privato degli Stati membri.

    Una giuria indipendente, su input della Commissione europea, ha selezionato tra 280 progetti mirati ad elevare le competenze digitali dei cittadini europei, l'iniziativa di successo della Polizia Postale italiana, individuandola come la più imponente ed incisiva campagna di sensibilizzazione mai realizzata da un organismo di Polizia.

    Alla delegazione italiana del Servizio Polizia postale, recatasi a Bruxelles per assistere all'evento, è stato chiesto di allestire anche un'area espositiva per informare il numeroso pubblico intervenuto sui contenuti dell'iniziativa.

    Il Commissario europeo per la digitalizzazione dell'economia Günther H. Oettinger ha voluto testimoniare il proprio apprezzamento visitando l'area espositiva di Una Vita da Social, soffermandosi a lungo con i funzionari della Polizia postale, ai quali ha chiesto di illustrargli nel dettaglio le attività svolte.

    Al termine ha voluto "indossare" la T-shirt di “Una Vita da Social” suscitando la simpatica reazione di tutti i presenti.

    02/12/2016 Sito :busted_blue.gif:
     
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    Buona sera .. ho fatto parte di quel l'operazione citata da franco
    Un lavoro che ha fatto onore alla polizia italiana :clap.gif:
     
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  14. Ibm1130
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    Grazie Franco... abbiamo una buona struttura investigativa...
     
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    Anche da parte mia :)
     
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