Polizia di Stato

Votes taken by FRANCODUE

  1. .
    Davide è nominato capo redattore di questa sezione. :clap.gif:
  2. .
    Sarà interessante conoscerle.
  3. .
    Ottimo rapporto Davide.
    Sei nominato capo redattore di questa rubrica sportiva dedicata ai motori. :clapping.gif:
    Vista la tua straordinaria competenza in materia.
    Mi sa che anche quest'anno per le nostre Rosse sarà dura...
  4. .
    Il Collega ti ha detto esattamente.
    Dal punto di vista della strada.
    Dal punto di vista formale.
    Le Guardie Particolari Giurate non hanno qualifica di Agente di Polizia Giudziaria o Agente di Pubblica sicurezza.
    E per il Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, sono subordinate nel loro servizio
    alle forze di Polizia Nazionali.
    Polizia di Stato in primis.
    Loro lo sanno, anche se a volte fanno "finta di non saperlo".
    Qualsiasi agente di Polizia di Stato o di forza di Polizia Nazionale equiparato, può accedere ai sensi del citato TULPS nelle direzioni delle Agenzie di Vigilanza Privata e chiedere di esibirgli il registro dei servizi e delle operazioni che hanno in corso.
    Per rendere l'idea.
  5. .
    Si.
    Nella mia esperienza ne ho visti parecchi.
  6. .
    Oggi piuttosto che mostrare filmati spettacolari, mostro un video tratto dal sito della Polizia di Stato, ove un Agente sotto copertura, spiega come si diventa tale.
    Penso sia abbastanza interessante.

  7. .
    Davide ?...
    La tua è una analisi spietata.
    Ma verissima.
    Però.
    Semplicemente mi chiedo.
    Ma il Doping, esiste solo nel ciclismo ?..
    Certamente no.
    Mi ricordo che quando giocavo a Rugby e parlo dei lontanissimi anni settanta,
    se uno di noi non poteva allenarsi come si deve, già all'epoca c'erano sostanze, delle gocce ricordo, che davano potenza al fisico per gareggiare.
    Intendiamoci, io non le ho mai prese, ma c'erano colleghi di gioco che lo facevano.
    Per cui.
    Il problema è molto complesso e secondo me andrebbe affrontato seriamente nelle dovute sedi, piuttosto che essere spolverato ad orologeria per demolire un Campione che tutti, intendiamoci, sapevano facesse uso di sostanze vietate ma "tollerate fin quando conviene a lor signori Patron degli Sport, poi quando questo "campione diventa scomodo, allora per quei lor Signori è facile demolirlo con il "doping".
    Tipo Maradona ai Mondiali di calcio di Usa 1994, per fare il primo esempio che mi viene in testa.
  8. .
    Hai ragione !.
    Meno male che ci sei tu. :D
  9. .
    Auguri da parte della Polizia di Stato
    Dal suo Sito ufficiale.
  10. .
    Conflitto a fuoco a seguito di rapina.
    Con relative indagini di conseguenza.


    Questa storia ho pensato a lungo prima di scriverla.
    Siccome riveste situazioni davvero drammatiche.
    Avrete visto che nei miei racconti non si spara.
    Non ci sono ne morti e ne feriti.
    Intesi come conflitti a fuoco che vedono coinvolti noi
    ed i criminali.
    Eppure quella volta, anche se non toccò direttamente a me,
    mi capitò questa esperienza.
    Che adesso ho deciso di postare.
    Solo per far capire che quello del Poliziotto, del Carabiniere
    o di qualsiasi appartenete alle Forze dell’ordine che indossi una
    divisa, possa in qualsiasi momento scontrarsi con un evento
    che può cambiare la sua vita, in senso davvero totale.
    Se muore è totale, se sopravvive avrà sempre dei ricordi
    che segneranno per sempre la sua vita.
    Ma andiamo per ordine.
    Tornando nella nostra macchina del tempo siamo a Milazzo
    della metà anni ottanta.
    Quella mattina ero in Commissariato come al solito.
    Il Dirigente non c’era, siccome in licenza, per cui ero io
    il più alto in grado.
    La mattina trascorreva tranquilla.
    Mimmo il collega che mi collaborava nella
    Giudiziaria, non c’era nemmeno.
    Per cui avevo deciso di evadere numerose pratiche
    in giacenza.
    Si deve fare pure questo.
    Categoria O1.
    Sembrerebbe una sigla insignificante.
    Non lo è per un Poliziotto.
    O1 contraddistingue i fascicoli che sono
    “furto a carico di ignoti”.
    Che come sempre, restano “i soliti ignoti”.
    O meglio, se non ci sono elementi tali o riscontri
    Per poter attribuire il reato a persona specifica
    La pratica la si conclude con una comunicazione
    di poche righe.
    Al Signor Pretore di Milazzo…
    Comunico che le indagini sul furto perpetrato in danno
    di…come si chiama lui.. per addivenire alla identificazione
    dei responsabili dello stesso, hanno dato esito negativo.
    Si fa riserva di riferire solo in caso di
    positive ulteriori risultanze.
    Firmato….
    Pura burocrazia, ma il 99,9 per cento dei furti, finisce così.
    Ne avevo una pila di queste pratiche da smaltire.
    Ero arrivato a metà delle stesse.
    Sento il mio telefono suonare.
    Ispettore ????...
    Ispettore….!
    Può venire subito qui in sala operativa ?...
    Era il piantone.
    Sembrava sconvolto.
    Calmati Antonio !.
    Gli rispondo.
    Arrivo subito.
    Il tempo di fare di corsa il corridoio
    ed entro dentro la sua stanza.
    Antonio ..
    Ma che cosa è successo ?
    Ispettore !!!
    Ascolti.
    Mette l’apparato radio a tutto volume.
    Questura Centrale !...Questura Centrale…..?????...
    Centraaaale !!!!
    E’ Como Barcellona tre che chiama !!!....
    Rispondete, vi prego è urgentissimo !....
    La voce che riconoscevo, era quella del mio collega
    Palmeri della giudiziaria di Barcellona era davvero molto sconvolta.
    Quasi sembrava una invocazione…parlava agitatissimo..
    sembrava piangere mentre lo faceva.
    Avanti Como Barcellona tre, dite pure..
    C’è ne avete messo tempo a rispondere !...
    Urla proprio il collega.
    Scusatemi Como Barcellona, ero impegnato sull’altro canale.
    Dove siete ?.
    Siamo… in via Garibaldi, all’altezza
    Della ..gioielleria D’alesci !.
    C’è stata una sparatoria…..!
    Mandate subito qualcuno, un ambulanza !
    E’ Urgente…E’ Urgente !...
    Stanno per terra, sono feriti gravemente…
    Fate presto, fate presto !!!.
    Como Barcellona tre ?...
    Chi sono i feriti, chi sta per terra ?...
    Due colleghi Carabinieri della Stazione !..
    Ma chiamate soccorsi !...Chiamateli !...
    Fate presto…Fate presto !!!...
    Como Barcellona tre , provvediamo subito !.
    Ascoltiamo impietriti.
    Io ed il piantone.
    Como Barcellona tre…
    Como Barcellona tre da Questura Centrale !
    In ascolto Centrale.
    Dateci notizie !..Dateci urgentemente notizie !..
    Il Questore è stato informato.
    Sollecita notizie !
    Centrale…Qui Como Barcellona tre !...
    L’ambulanza è arrivata.
    C’era anche un medico che transitava in zona
    È intervenuto subito.
    Ma…..
    La sua voce ora singhiozza.
    Per uno di loro non c’è più nulla da fare !.
    Non c’è più nulla da fare !!!!...
    Grida letteralmente.
    Un attimo infinito di gelido silenzio radio.
    Como Barcellona Tre ?...
    Como Barcellona Tre mi sentite ???
    Vi sentiamo centrale.
    Il collega piangeva adesso.
    Lo si sentiva dalla sua voce.
    E’ morto !...
    E’ morto !!!!.
    Como Barcellona Tre ?..
    Sono il Capo di Gabinetto.
    Capiamo la drammaticità del momento.
    Ma, favore....???...
    Potete darci notizie più precise su quanto accaduto ?.
    Mi scusi Dottore !.
    Risponde alla radio il collega singhiozzando.
    Ispettore ?..
    Mi dica Dottore.
    Risponde il collega.
    Mi può dire cosa è successo ?
    Un attimo di pausa radio.
    Poi la voce del collega stavolta più pacata, riprende.
    Dottore ?..
    Mi dica pure.
    C’è stata una rapina alla Gioielleria D’Alesci.
    Una pattuglia della Stazione dei Carabinieri è intervenuta.
    Ma non appena sono scesi dal loro pulmino, sono stati
    subito fatti oggetto da numerosi colpi d’arma da fuoco !
    Uno di loro è morto, l’altro….
    Ho sentito il medico che le dicevo che urlava all’ambulanza
    di andare il più presto possibile in Ospedale, è gravissimo !
    Gli ha fatto un massaggio cardiaco per terra.
    Ha continuato fino a che non è giunta l’ambulanza….
    La voce del collega ritorna ad essere commossa.
    Ispettore ?
    Si Dottore.
    Si sanno altri particolari ?
    Ci sono qui anche molti colleghi dell’Arma…
    Sto provando a chiedere…
    Appena li sa, mi faccia subito sapere !
    Pausa radio.
    Centrale ?..
    Centrale da Como Barcellona tre !!..
    Avanti Como Barcellona tre.
    Il Dottore è sempre in ascolto ?..
    Si, Ispettore, sono in ascolto.
    Giuseppe, sono Salvatore, il Dirigente del Commissariato !.
    La sua voce era agitata, però forte e decisa.
    Sono arrivato adesso sul posto.
    Salvatore, si può sapere finalmente cosa diamine è successo ?
    Si Giuseppe.
    Da quello che abbiamo ricostruito, un gruppo
    di rapinatori ha fatto irruzione verso le ore 13,00
    alla gioielleria D’Alesci.
    E’ scattato l’allarme, collegato con la Compagnia Carabinieri,
    probabilmente schiacciato da uno dei commessi dell’esercizio.
    C’era una loro pattuglia della Stazione in zona.
    Era la più vicina.
    Ma non appena arrivati le cose sono andate come ti ha detto già
    il mio Ispettore.
    Probabile che c’erano dei pali di sorveglianza alle loro spalle,
    C’era anche un Vigile Urbano.
    Quello che sta all’incrocio tra la via Garibaldi e la via Roma.
    E’ stato l’unico a reagire,
    Ha estratto la pistola ed ha sparato verso i rapinatori che scappavano via.
    Loro gli hanno risposto al fuoco.
    Lui si è buttato per terra ed ha continuato a sparare sino a quando ha finito
    L’intero caricatore.
    Lo hai li con te questo Vigile ?..
    Certo Giuseppe !.
    Lo porterò in Ufficio per sentirlo.
    Anche perché dice che è sicuro che ne ha colpito almeno uno.
    Salvatore ?...
    Mi raccomando la massima delicatezza con i Carabinieri.
    Non ti mettere in contrasto e collabora con loro.
    Certo Giuseppe !..
    Ti chiamo appena posso via filo, passo e chiudo.
    Quel pomeriggio anche se facevo servizio a Milazzo
    mi recai al Commissariato di Barcellona.
    Nessuno me lo aveva ordinato.
    Ma il mio cuore mi diceva di farlo.
    Entrato dentro…
    Era una baraonda.
    Molte persone in sala di attesa che aspettano.
    Salgo su al primo piano.
    I colleghi sono tutti ad interrogare i testimoni.
    Uno di loro mi intravede.
    Sei passato di qui per caso ?
    Mi chiede.
    No.
    Sono a vostra disposizione.
    Gli rispondo.
    Bene, allora guarda li c’è una macchina da scrivere
    libera.
    Vacci e ti faccio mandare su qualcuno.
    Non me lo faccio ripetere.
    Ma alla fine della tornata di interrogatori, esce fuori
    poco e nulla.
    Nessuno sa fornire qualche particolare importante.
    Il Dirigente si affaccia alla porta.
    Ragazzi.
    Non ne esce fuori molto.
    L’unica cosa che sappiamo è che non sono locali.
    Sono Catanesi.
    Almeno alcuni testimoni ascoltati dicono che
    si esprimevano in quel lessico.
    Ho chiamato adesso il Capitano della Compagnia.
    Anche loro non hanno cavato fuori granchè.
    Poi guarda me.
    Ispettore ?
    Ma lei cosa ci fa qui ?...
    Sono venuto a dare una mano.
    Gli rispondo.
    La ringrazio, c’è ne era proprio di bisogno.
    La Squadra Mobile mi aveva promesso l’invio
    di suo personale.
    Ma è rimasta impegnata in un altro omicidio accaduto
    a Messina.
    C’è la dobbiamo cavare da soli.
    Comunque, domani non c’è bisogno che torni.
    Ormai, il più è fatto.
    Vada pure al suo Ufficio.
    So che il collega che dirige Milazzo al momento
    non c’è.
    Come lei comanda Dottore !.
    Ma se c’è bisogno, io sono a disposizione.
    La ringrazio ancora Ispettore.
    L’indomani arrivato al Commissariato, ore
    07,45 in punto come al solito, entrando dentro,
    trovo il piantone che mi fa subito un segno con le braccia.
    Ispettore !
    Venga subito.
    C’è una situazione.
    Sono ai tuoi ordini !.
    Gli rispondo ridendo.
    Ispettore, la prego e mi scusi.
    Ma se viene, capirà che è cosa seria.
    Apro la porta della guardiola ed entro.
    Guardi, Ispettore.
    La macchina usata per la rapina di ieri è stata
    ritrovata.
    Bene, da chi ?..
    Dai Carabinieri di Milazzo !.
    Fammi vedere.
    Do subito uno sguardo alla nota che ci era pervenuta
    dalla Compagnia CC di Milazzo.
    Ma è stata rubata qui a Milazzo !
    Mi scappa leggendo.
    Appunto Ispettore.
    Mi risponde il piantone.
    Ma ha letto ha chi è stata rubata ?
    Leggo il nome del proprietario dell’auto.
    Caspita !...
    Mi scappa.
    Ma è La Rosa…. il ladro !.
    Appunto Ispettore !.
    Ma le sembra possibile che rubino la macchina ad uno
    che di professione fa il ladro ?.
    Assolutamente no.
    Gli rispondo.
    Un’altra cosa Ispettore…
    Dimmela pure.
    La denuncia di furto dell’auto è stata fatta dal La Rosa proprio
    qui al nostro Commissariato.
    Verò è !.
    Alzo il telefono e chiamo l’archivio.
    Peppino ?
    Dimmi Franco.
    Niente Peppino.
    Volevo solo sapere se già c’eri in archivio.
    Se ti rispondo, vuol dire che già ci sono !.
    Aspetta che salgo subito da te.
    Dobbiamo fare subito una bella ricerca.
    Ti aspetto Ispettore.
    Appena arrivo in archivio, Peppino
    mi aveva fatto trovare già tutto quello che
    riguardava il La Rosa, sul tavolo.
    Ispettore, ecco qui.
    Ho visto Peppino.
    Organizzatissimo ed efficiente come sempre !.
    Molti pensano che l’Archivio di un ufficio di Polizia
    sia dolo un deposito di cartacce.
    Di scartoffie messe li dentro solo a prendersi la polvere.
    Nulla di più sbagliato.
    L’Archivio, lo avevo imparato nei miei primi quindici anni
    di attività, è invece il suo cuore che pulsa.
    Lì dentro, solo a sapere cercare trovi tutto.
    Nn solo fascicoli con copertina rossa detti “a seconda”
    Ma anche licenze, passaporti, porto d’armi, trovi fotografie
    Che restano per copie, trovi tutto quello che vuoi sapere
    su di una persona e sulla sua settima generazione di avi.
    Mi metto a sedere.
    Comincio con il primo fascicolo.
    Categoria 01, patito furto di autovettura, sporta da La Rosa
    Come si chiama lui il…
    Lo apro.
    Denuncia standard, di quelle prese da un collega che
    ha fretta di togliersi al più presto di torno la persona
    che ha davanti.
    “Alle ore 22 e 30 ho parcato la mia auto…in via
    Col.Bertè numero civico 35, chiudendola regolarmente.
    Alle ore 08,00 nell’andare a riprenderla constatavo
    che la stessa auto non c’era più siccome asportata
    da ignoti.
    Questa non mi dice proprio nulla.
    Osservo.
    Passiamo al fascicolo a seconda del La Rosa.
    Copertina rossa.
    Leggo che nonostante sia sospettato di aver favorito
    Se non perpetrato numerosi furti in abitazione,
    tuttavia non risultano denunce penali a suo carico.
    Può essere ?...
    Chiedo a Peppino.
    Così c’è scritto Ispettore.
    Alzo il telefono e chiamo il piantone.
    Mi dica Ispettore ?
    Come fai a sapere che sono io ?
    Sa Ispettore.
    Lei era qui prima da me.
    Sapevo che era salito su in archivio.
    L’interno che mi lampeggia è quello dell’archivio…
    per cui ho concluso che fosse lei a chiamarmi.
    Bravissimo !.
    Gli dico.
    Finalmente un piantone “pensante” !.
    Ma questo non glielo dico.
    Quanto prima ti faccio passare a fare la volante !.

    Ne sarei onorato e la ringrazio Ispettore.
    Di niente, ma adesso stammi a sentire.
    Chiama subito il Cot della Questura quello che
    Risulta a carico del nominativo che adesso ti detto.
    Subito Ispettore.
    Richiamami appena sai.
    Passiamo avanti.
    Questo fascicolo a copertina azzurra.
    Richiesta nulla osta per acquisto e detenzione d’arma.
    Peppino ?..
    Ma è possibile una cosa del genere ?
    Così esce, Ispettore.
    Apro.
    Domanda presentata dal La Rosa come si chiama lui…
    Al Signor Questore di Messina,
    intesa ad ottenere il nulla osta per l’acquisto della pistola…
    Sfoglio il fascicolo.
    Ecco.
    Scheda informativa sul La Rosa..sempre come si chiama lui..
    Redatta dall’Assistente capo..come si chiama lui..
    “Dalle informazioni assunte, il La Rosa risulta agli atti
    della locale Pretura, esente da condanne penali.
    Lo stesso risulta godere in pubblico di buona stima e reputazione.”
    Il buon collega è stato anche lui “standard” nella sua scheda informativa.
    Suona il telefono.
    Lo alzo.
    Ispettore ?
    Dimmi.
    Ho fatto l’interrogazione al terminale che mi ha richiesto.
    Risultano segnalazioni fatte a carico del La Rosa, per
    partecipazione in furto, poi risulta
    anche nei suoi confronti, una proposta di diffida avanzata
    al Questore di Messina dalla locale Compagnia dell’Arma.
    Risulta che sia stata data la diffida ?
    Gli chiedo.
    In atto ancora no.
    Gli dico grazie. e richiudo.
    Peppino ?..
    Ma uno va a fare informazioni su di una persona in Pretura
    E non passa qui in archivio ?..
    E non consulta neppure gli schedari elettronici ???..
    Ispettore.
    Non tutti i tuoi colleghi sono come te.
    La sua risposta.
    Non appena ritorno in Ufficio, mi suona il telefono.
    Chiamata esterna.
    Lo alzo.
    Ispettore ?..
    Riconosco la voce.
    Era Nino il Comandante del Nucleo Radiomobile della Compagnia
    Carabinieri di Milazzo.
    Dimmi Nino.
    Potresti passare qui da me ?..
    Mi chiede.
    Certo che si.
    Gli rispondo.
    Se solo trovo il modo per venirci !.
    In che senso ?.
    Sono da solo Nino.
    Ma non hai neppure la volante ?
    Stamattina no.
    Un attimo di pausa.
    Non c’è problema.
    Mando io qualcuno a prenderti.
    Ti ringrazio Nino.
    In effetti passati soli dieci minuti mi chiama il piantone.
    Ispettore ?..
    Dimmi.
    Ci sono dei Carabinieri che chiedono di lei..
    Stai tranquillo che li stavo aspettando.
    Non vengo di certo per arrestarmi !.
    Arrivo.
    Salgo su sulla loro auto.
    Li prenderemo quei bastardi che hanno ucciso il collega ?
    Mi chiede uno di loro.
    Mi auguro tanto di si, ragazzi.
    Ma ci sono possibilità, a che punto sono le indagini ?..
    Ragazzi.
    Dovete capire.
    Si sta lavorando però non possiamo sputtanare
    quello che si sta facendo.
    Capisco Ispettore.
    Risponde il collega.
    Dopodichè, non parla più.
    Nino mi aspettava nel suo ufficio.
    Mi vede, mi fa cenno di sedermi.
    Lui era più molto anziano di età di me.
    Era un vecchio volpone, dalle mille furbizie ed astuzie.
    Però sin dal mio arrivo a Milazzo, mi aveva preso in simpatia
    Ed eravamo andati sempre molto d’accordo.
    Il tuo Commissario a Barcellona sta facendo davvero un bel casino !.
    Mi spara subito.
    In che senso Nino ?
    Vuole fare tutte cose lui !.
    Il morto è un nostro componente, il Colonnello si è incazzato come
    una bestia con il Questore, stamattina.
    Il risultato è stato che il Capitano di Barcellona e il tuo Commissario
    hanno litigato a loro volta.
    Per cui ognuno va avanti per i fatti suoi !.
    Nino ?..
    Noi non siamo stronzi come loro.
    Io capisco che è stato ucciso un vostro collega, e che per questo
    volete risolvere voi a tutti i costi questo caso.
    Lo capisco ed a me questo mi sta benissimo !.
    Sai come la penso io su queste cose.
    Ispettore ?..
    Tu saresti un ottimo mio Carabiniere !.
    Mi dice dandomi una pacca sulle spalle.
    Nino ?..
    Ti ringrazio per la tua offerta, però ormai la mia scelta
    a suo tempo l’ho fatta e non me ne pento !.
    Solo che trovo ridicole queste contrapposizioni, quando poi
    di mezzo, c’è un collega morto !.
    Oggi pomeriggio ci saranno i solenni funerali.
    Mi dice lui diventando serio.
    Dove al suo paese natale ?
    No al Duomo di Barcellona.
    Vedrò di esserci.
    Il collega ferito come sta ?.
    Gli chiedo.
    E’ ancora gravissimo.
    Lo hanno operato e nonostante ciò una pallottola
    non sono riusciti ad estrarla.
    Ne aveva ben tre in corpo !.
    Ma i medici dicono che se la dovrebbe cavare.
    Preghiamo tutti per lui.
    Questo mi fa davvero molto piacere.
    Speriamo bene allora.
    Senti Nino.
    Ho delle novità importanti.
    Su questo caso ?..
    Le ho anch’io.
    Mi risponde.
    Ti riferisci al la Rosa ?..
    Gli chiedo.
    Certo !.
    Ispettore ?...
    Ti scordi che la denuncia di furto della sua auto
    l’ha fatta qui da noi.
    Volpone per come era, la cosa non gli era per nulla sfuggita !.
    Se aspetti, dovrebbe venire qui da un momento
    all’altro.
    Il La Rosa ?..
    Si.
    L’ho mandato a chiamare.
    Se vuoi puoi assistere, gli voglio fare pelo e contropelo.
    Molto volentieri Nino !.
    Ispettore ?...
    Hai per caso una sigaretta ?..
    Mi chiede frugandosi vanamente le tasche della sua
    giacca.
    Me le sono scordate in macchina !.
    Veramente per me era una scena vista e rivista.
    Ogni volta che stavamo insieme era sempre lo stesso film.
    Per cui, meno male che le avevo comprate da poco !
    Pensavo che il Dirigente del nostro Commissariato
    Ci diceva spesso di andare d’accordo e collaborare con tutte
    Le altre forze di Polizia.
    Guai se sapeva che qualcuno di noi aveva avuto questioni.
    Con i Carabinieri, con i Finanzieri, con i Vigili Urbani, con i
    Pompieri, con la Capitaneria di Porto e con chiunque
    indossasse una divisa.
    Non ci aveva messo la Banda Musicale, ma noi per estensione
    la tenevamo in conto in questa sua illuminata visione.
    Non aveva torto.
    Non c’è peggio che avere questioni tra di noi che stiamo per strada.
    Tutti a fare più o meno un difficile lavoro.
    Io quando c’è lo ricordava,
    solevo rispondergli tirando fuori dalla tasca il mio pacchetto
    di sigarette semivuoto e facendoglielo vedere.
    Dottore ?...
    Dimostrazione pratica !.
    Gli dicevo.
    Lui mi guardava e mi rispondeva…
    E’ stato per caso con il Maresciallo che sappiamo ?...
    E si metteva a ridere.
    Suona il telefono di Nino.
    Il suono mi riporta alla realtà.
    Fatelo salire sopra !.
    Gli sento dire.
    Presumo che l’amico nostro è arrivato.
    Risposta esatta Ispettore !.
    Mi risponde lui.
    Rialza il telefono.
    Fa velocemente un numero interno.
    Venite subito da me, che ci siamo.
    Dice richiudendo il telefono.
    Manco trenta secondi ed arrivano un Maresciallo
    ed un altro del Nucleo Operativo.
    Passa un altro minuto.
    Maresciallo ?..
    Si sente alla soglia della sua porta.
    Dimmi pure.
    Sono il Carabiniere..come si chiama lui.
    Ho accompagnato qui il signore che lei
    ha comandato di fare salire su da lei.
    Fallo entrare, poi puoi andare.
    Comandi Maresciallo !
    Dice il Militare mettendosi sugli attenti.
    Detto questo si gira e se ne va.
    Il La Rosa si affaccia alla porta.
    Entra pure.
    Gli dice Nino.
    Entra e siediti qui.
    Indicandogli una sedia libera proprio davanti a lui.
    Lui esita un attimo, poi obbedisce.
    L’altro Maresciallo gli si siede accanto.
    L’altro si posiziona immediatamente dietro.
    Maresciallo ?..
    Dice il La Rosa mostrando sorpresa.
    Per quale motivo mi ha fatto chiamare ?..
    Io non mi sembra che abbia fatto niente !.
    Ultimamente lavoro onestamente.
    Se lei prendesse informazioni su di me, lo….
    Qui le domande le facciamo noi !.
    Gli dice l’altro Maresciallo.
    Il La Rosa ammutolisce.
    Nino osserva standosene zitto.
    Ma che cosa avrei fatto ?...
    Dice lui mostrando stavolta un certo spavento.
    Questo c’è lo devi dire tu !.
    Gli grida il Maresciallo.
    Lui ha un momento di esitazione.
    Poi si riprende e ribatte deciso.
    Ma che cosa dovrei dirvi ?...
    Come ti hanno rubato la macchina !
    Gli urla ancora il Maresciallo.
    Maresciallo ?...
    Dice lui guardando però Nino.
    Ma che cosa vuole essere questa ?...
    Devo chiamare il mio avvocato ?..
    Nino lo guarda negli occhi per qualche istante.
    Non c’è bisogno !.
    Per ora.
    Poi dipende da te !.
    Lui lo guarda a sua volta.
    Da me ?...
    Ma Maresciallo…. stavolta gira con lo sguardo
    e ci osserva tutti quanti.
    Ma perché dovesse dipendere da me ?...
    Nino lo guarda stavolta serio.
    Un nostro collega è morto !.
    L’ho sentito Maresciallo !.
    Ne sono profondamente dispiaciuto di questo !
    C’è lo giuro su…
    Hanno usato la tua macchina per fare la rapina !!!.
    Gli urla letteralmente l’altro Maresciallo.
    Questo ultimo evento lo lascia senza parole.
    Ha uno sguardo sbigottito.
    Poi riprende fiato.
    Si guarda stavolta attorno a se.
    Ed in modo molto confuso.
    Come se pensasse bene a quello che doveva dire.
    Poi d’un tratto lo dice.
    Maresciallo !.
    La macchina me l’hanno rubata !
    Ma chi va a rubare una macchina a chi per
    mestiere fa il ladro ?.
    Gli grida nuovamente il Maresciallo.
    Cerca di non dirci minchiate e raccontaci la verità !.
    Quello si mette le mani tra la testa.
    Si rannicchia seduto.
    Poi si solleva di colpo.
    Lo so.
    Lo so che non mi credete !.
    Ma la macchina a me l’hanno rubata davvero.
    me l’hanno rubata !..
    Questa è la verità !!.
    Silenzio generale.
    Lui si rimette le mani alla testa.
    Se ne sta zitto.
    Nino mi guarda.
    Mi fa un segno con le dita.
    Io lo capisco a volo.
    Anche se apparteniamo a corpi diversi, si era
    creato da tempo ormai un feeling tra di noi.
    Prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca e glielo porgo.
    Con relativo accendino.
    Lui ne prende una, se la mette alla bocca e se l’accende.
    Poi mi restituisce il tutto.
    Ancora silenzio.
    Maresciallo ??..
    Dice d’un tratto lui guardando Nino.
    Ma lei mi crede almeno ???..
    No !.
    La secca risposta di Nino.
    Tu ci vuoi fare credere che ti hanno rubato la macchina.
    Ti potremmo pure credere.
    Ma c’è una cosa che non ha detto nella tua denuncia.
    Lui lo guarda stralunato.
    Cosa… non avrei detto… Maresciallo ?..
    Che la tua macchina era aperta e non chiusa regolarmente !
    Questo non hai detto,
    Cretino !.
    Maresciallo !
    Ma lo sa, si dice sempre così in questi casi.
    Se no, l’assicurazione non paga !
    Ma….
    Ma lei come fa a sapere che io la macchina l’avevo lasciata aperta ?..
    Nino, tira una profonda boccata dalla sigaretta.
    Poi lo guarda negli occhi.
    Me lo hai detto tu ora questo !
    Testa di Minchia che sei !!!.
    Quello crolla letteralmente sulla sedia.
    Nino aveva fatto uno dei suoi soliti bluff pokeristici.
    E questo, gli era riuscito alla grande.
    Quello adesso tremava tutto quanto.
    Non parlava neppure.
    Balbettava solo.
    Portatelo di la !.
    Questo lo spedisco subito a Gazzi !.
    (Gazzi è il nome del carcere di Messina, n.d.a.)
    Dice Nino deciso.
    E tieni conto che per l’omicidio di un Carabiniere c’è previsto
    l’ergastolo !.
    Gli urla dietro Nino l’altro Maresciallo.
    Lavoravano di squadra, erano bravissimi.
    Quello scoppia a piangere.
    No !!!!!
    Non mi portate a Gazzi !...
    Io non ho fatto nulla, io non ho fatto nulla…!!!!
    Dice tra le lacrime.
    Tu ci hai solo detto cazzate !!!!.
    Gli urla il Maresciallo.
    I fatti parlano chiaro !!!.
    Quello è proprio strafatto.
    Prende di nuovo fiato.
    Maresciallo ??...
    Dice lui guardando Nino.
    Ma lei lo sa che non c’entro nulla !...
    Lo sa !!..
    Nino se ne sta zitto.
    Poi, dopo qualche secondo rompe il silenzio.
    Portatelo via !
    Dice ai suoi colleghi presenti.
    Intanto ti arresto per favoreggiamento e concorso
    in omicidio.
    Maresciallo…..Nooo… !!!..
    Grida lui.
    Io sono vostro amico !
    Come posso collaborare con voi ??..
    Nino alza la mano e ferma i suoi.
    Gli fa cenno a gesti di risedersi.
    Mi guarda.
    Io gli porgo di corsa il pacchetto di sigarette.
    Ne strappa fuori una di corsa un’altra e s’è l’accende.
    Dopo due boccate piene, lo guarda.
    Se davvero vuoi collaborare con noi, cominciaci
    a dire a chi hai dato la tua macchina !.
    Quello guarda stralunato.
    Alza la testa e la gira.
    Ci guarda tutti quanti.
    Ma Maresciallo ??..
    Come a chi l’ho data ?...
    Me l’hanno rubata la macchina !!!..
    Silenzio.
    Nino lo guarda.
    Poi si lancia.
    Ho capito.
    Te ne vuoi andare a Gazzi !.
    Si alza dalla sedia e fa cenno ai suoi di portarlo via.
    Quelli non se lo fanno ripetere due volte.
    Lo acchiappano subito e gli mettono le manette.
    Maresciallo ??
    Maresciallo No !.
    Non mi può fare questo.
    Mi sono stancato di perdere tempo con te !
    Gli dice Nino.
    Lui era già sotto la presa dell’altro Maresciallo
    e del suo collega che lo stavano potando fuori dall’ufficio.
    Improvvisamente ha un sussulto.
    Va bene Maresciallo !
    Le dico quello che è successo…
    Va bene ?
    Nino torna a sedersi.
    Fa cenno ai suoi di lasciarlo e di toglierci le manette dai polsi.
    Loro lo fanno.
    Lui si risiede.
    Un po’ risollevato nel morale.
    Ma Nino lo gela subito.
    Ti avviso che se ci dici minchiate, stavolta
    ti rimetto le manette e ti porto dritto a Gazzi !.
    Maresciallo ???..
    Non dico falsità !.
    Le cose sono andate così.
    Lei sa che lavoro alla pescheria, vero ?...
    Certo che lo so !.
    Gli risponde Nino.
    Ne ero sicuro di questo !
    Continua !
    Gli ordina perentorio l’altro Maresciallo.
    Lui si ferma qualche istante.
    Si mette la testa tra la mani.
    Poi riprende il suo discorso.
    Venne un tale.
    Io non lo conoscevo.
    Era Milazzese ?..
    No Maresciallo.
    Era Catanese.
    Come fai a dirlo ?
    Dal suo spiccato accento.
    Continua.
    Mi chiedeva se avessi delle spigole.
    Io gli risposi di no.
    Poi gli dissi di guardare sul banco, tutto quello che era rimasto
    stava li.
    Ma subito ho capito che non gli interessavano
    molto i pesci.
    E che cosa gli interessava allora ?..
    Lo interrompe il Maresciallo.
    Ecco..
    Mi chiese improvvisamente se potevo prestargli la mia macchina.
    Io rimasi sbigottito.
    Gli dissi, ma lei chi è ?..
    Sono un amico di Alfio.
    Mi rispose lui.
    Alfio non è quel Catanese che fa le rapine ??!.
    Lo interrompe Nino.
    Si Maresciallo, proprio lui.
    E tu come lo conosci ad Alfio ?..
    Maresciallo.
    Un giorno mentre mi stavano processando per furto, lo vidi
    in Pretura.
    Non so cosa ci facesse li anche lui.
    Si avvicino a me dicendomi che l’avvocato che avevo non
    andava bene e che mi avrebbero condannato di sicuro.
    Si offrì per darmi un avvocato.
    Io gli dissi di si.
    Venne nel giro di poco tempo e mi fece assolvere con formula piena.
    Non vollero nulla in cambio.
    Ne lui e neppure l’avvocato.
    Io insistevo a dargli quello che potevo, ma loro niente.
    Non vollero niente !.
    Sto cominciando a capire adesso.
    Gli dice Nino osservandolo negli occhi.
    E questa storia quanto tempo fa è accaduta ?..
    Tre mesi fa
    Maresciallo !.
    Continua.
    Gli dice Nino.
    Maresciallo ?..
    Non potevo dirgli di no !.
    Ma che cosa ne sapevo io che cosa volessero fare questi qui ?..
    Dice guardando nel vuoto.
    Te lo dovevi immaginare che non ne avrebbero fatto di certo una
    cosa onesta !.
    Gli urla l’altro Maresciallo.
    Maresciallo !
    Ma potevo mai pensare che andassero a fare una rapina
    ed uccidessero uno di voi !.
    Silenzio.
    Nino lo guarda.
    Facciamo così.
    Tu ora te ne stai qui a pensarci su bene a chi prestare la tua
    macchina.
    Maresciallo ??
    Mi porta a Gazzi ???
    Risponde lui tutto sconvolto.
    Per ora no !
    Gli risponde seccamente.
    Vedi, come tu devi pensare a chi presti la macchina,
    io devo pensare se mandarti in carcere o meno.
    Nell’attesa te ne stai qui in camera di sicurezza !.
    Poi fa un cenno ai suoi.
    Quelli lo prendono e lo portano subito via.
    Restiamo da soli nella stanza.
    Nino mi guarda.
    Io senza che mi dica nulla, prendo il pacchetto di sigarette
    e glielo porgo.
    Lui lo prende a volo.
    Se ne accende una e se la sbrana.
    Ispettore ?..
    Dimmi Nino.
    Il quadro ora mi è chiaro.
    Anche a me Nino.
    Adesso che farai ?..
    Mi chiede.
    Uscito da qui te ne vai dal tuo Commissario
    e gli racconti tutto ?
    Poi lui chiama la Squadra Mobile e così via ?..
    No, Nino, no ..
    Io qui non ci sono mai stato !.
    L’indagine è tutta vostra.
    Ed è giustissimo che sia così.
    Non dirò nulla a nessuno dei miei superiori.
    Lui mi guarda fisso negli occhi.
    Io al tuo posto non lo avrei mai fatto !
    Mi spara deciso.
    Lo so !
    Nino, lo so!.
    Ma vedi, non tutti possono essere scarafoni come te !.
    Gli dico accennando una risata ed allargando le braccia.
    Lui si mette anche a ridere.
    Mi da una pacca.
    Ispettore.
    Tu sei una persona corretta.
    Te lo riconosco.
    Ma sei ancora troppo giovane e sprovveduto.
    Per questo ti faccio entrare qui.
    Non rappresenti nessun pericolo per me !.
    Nino ?...
    Non dirmi per caso che mi revochi il permesso di accesso…
    Mi da un’altra pacca.
    Ispettore ??..
    Puoi entrare qui quando vuoi !.
    Adesso devo andare.
    Il tempo di telefonare al Colonnello alla Legione.
    Poi parto subito per Catania.
    Penso che riesco ad incastrarli tutti, questi figli di puttana che hanno ucciso
    il collega.
    Ma devo fare presto, presto !.
    Che ne farai del La Rosa ?..
    Gli chiedo.
    Per ora se ne sta qui a fottersi nei suoi pensieri.
    Come ha cantato con noi, non posso rischiare che canti anche
    con loro e mi tolga il terreno sotto i piedi.
    Appena concludo lo lascio andare via.
    Con tanto di verbalizzazione di quello che ha detto, se no
    se ne va dritto a Gazzi.
    Mi dispiace solo di non poter essere presente al funerale
    del collega oggi pomeriggio !
    Mi dice con evidente rammarico.
    Nino ?..
    Tu stai facendo molto di più per la sua memoria.
    Vai a prendere questi bastardi che lo hanno ucciso !
    Al funerale saremo in tanti, te lo assicuro.
    Lui si alza dalla sedia.
    Mi abbraccia per un lungo tempo.
    Era commosso.
    Ti faccio accompagnare al Commissariato ?..
    Mi chiede.
    No Nino, vai subito a fare quello che devi fare.
    Io mi faccio una bella passeggiata in Marina e me ne torno
    In Commissariato.
    Tanto il tempo è bello.
    La Marina Garibaldi, ha sempre i soliti suoi bei colori.
    Migliorati da una splendida giornata di sole.
    Da un lato il mare azzurro, con il suo incredibile paesaggio,
    dall’altro lato della larga strada ci sono i suoi esclusivi negozi.
    Per strada però penso ad una cosa.
    Ma se la denuncia di furto della sua auto
    Il La Rosa l’aveva fatta da noi,
    cosa vera siccome l’avevo vista e letta,
    come mai Nino mi aveva detto che lui sapeva
    la cosa siccome la denuncia invece l’aveva fatta da loro ?
    Non mi convinco della cosa.
    Ma dopo, camminando a passo semisvelto come è mio solito fare,
    ci ripenso e concludo.
    Non che ne avesse fatto due distinte di denunce !.
    Tanto per informare appunto tutti che gli avevano fregato la macchina.
    In effetti in quell’epoca prima dell’avvento dello Sdi, capitavano
    queste cose.
    Del resto se uno viene da me e mi dice di fare una denuncia di furto a
    carico di ignoti, io mica gli chiedo se è già stato a farla
    dai Carabinieri.
    Cosa che a questo punto mi sembrava assai probabile.
    Arrivo al Commissariato e salgo su.
    Non appena entro, trovo un’accesa discussione.
    Maresciallo !
    Sento dire all’Appuntato Stefano.
    Allora ancora nonostante la riforma, ci si chiamava
    con i vecchi gradi che avevamo da militari.
    L’unico che chiamavano Ispettore ero io, siccome
    questa qualifica non aveva precedenti in campo militare.
    Maresciallo !.
    Continua Stefano.
    Lei deve accettare i nostri fogli di viaggio !.
    Siamo stati comandati di servizio per le esequie del
    Collega Carabiniere a Barcellona, e ci tocca la trasferta !
    Appuntato !
    Gli intima Pippo, il “Maresciallo” ma in realtà
    Sovrintendente Capo.
    Con i nuovi ruoli della riforma del 1981.
    Da Milazzo a Barcellona ci sono dieci chilometri
    giusti giusti.
    Il regolamento dice che tocca la trasferta solo se
    si superano i dieci chilometri !.
    E in questo caso non si superano !.
    Maresciallo ?..
    Gli dice Stefano alzando la voce.
    Io adesso chiamo il suo collega Caruso del sindacato.
    E lo informo della cosa.
    Siccome Lei …sta facendo un vero e proprio abuso !.
    Appuntato…
    Faccia pure quello che vuole !
    Gli risponde Pippo alzando a sua volta la voce.
    Ma io i fogli di viaggio non glieli firmo !
    Signori ?..
    Intervengo io.
    Ispettore !..
    Mi dice Stefano.
    Finalmente mi avevano entrambi scorto.
    Prima, presi per come erano neppure se ne erano accorti del mio arrivo.
    E’ tornato in tempo.
    Lei adesso è il più alto in grado.
    Decida lei !.
    Dammi questi fogli che te li firmo subito.
    Anch’io ci sarò li oggi pomeriggio.
    Gli dico firmandoglieli.
    Ma non farò ne foglio di viaggio ne segnerò straordinario.
    La vita di un uomo per me non ha nessun prezzo.
    Stefano ha un sussulto.
    Si ferma.
    Diventa tutto rosso in faccia.
    Ha ragione Ispettore !.
    Mi scusi tantissimo.
    Prende i fogli di viaggio che aveva in mano
    e li strappa.
    Noi siamo venali, ma un collega è morto !
    Morto assassinato vigliaccamente.
    Metterci a litigare per cose del genere, è solo
    assurdo !.
    Le chiedo scusa ancora.
    Non c’è problema Stefano.
    Gli rispondo.
    Pippo se ne stava zitto.
    Ma anche lui aveva recepito la cosa.
    Venite, andiamo a prenderci un caffè !.
    Gli dico ad entrambi.
    Con piacere Ispettore !
    Dice subito Stefano.
    Pippo esita, ma alla fine si molla.
    Hai ragione Franco.
    Noi ci mettiamo a dannarci per quattro sporchi soldi,
    ma non capiamo che alla fine lasciamo tutto qui.
    su questa Terra !.
    Pippo andiamo, dai.
    Non è successo nulla.
    Gli dico dandogli una pacca sulla spalla.
    Epilogo.

    Nino effettivamente c’è la mise tutta.
    Riuscì ad individuare ed arrestare tutta la banda dei rapinatori assassini.
    Però l’esito giudiziario dei vari processi fu controverso.
    Non si raggiunse mai la prova della colpevolezza dei suoi assassini.
    Se la cavarono con una condanna per rapina aggravata.
    Ma nulla di più.
    Certo, la cosa mette tristezza.
    Ma quanti colleghi sono morti senza avere giustizia ?
    Come pure tanti cittadini comuni, per intenderci.
    Non sempre purtroppo, pur mettendocela tutta
    Si riesce a raggiungere lo scopo.
    I fallimenti fanno parte anche del nostro lavoro.
    Ne teniamo conto.
    Anche se il nostro scopo è quello di assicurare sempre alla giustizia
    i responsabili di un crimine.
    Fortunatamente però la storia non è proprio solo tragica.
    Il Carabiniere ferito riuscì alla fine a riprendersi.
    Si chiama Angelo, ed il suo Angelo protettore forse quel
    giorno passava da quelle parti.
    Angelo nel 1994 fece domanda per la Sezione della Polizia Giudiziaria
    della nostra Procura.
    Divenne così uno di noi.
    Noi, lo consideravamo come un eroe.
    Un sopravvissuto ad un evento così tragico.
    Aveva sempre dentro quel suo corpo quel proiettile.
    Ma soprattutto aveva nella sua mente sempre il ricordo di quel giorno.
    Noi lo comprendevamo.
    Cercavamo di non farglielo mai ricordare.
    Ma lui era però ormai segnato dentro di se.
    C’è ne rendevamo conto di questo.
    Un giorno, dopo venti anni, qualcuno al Comune si ricorda della cosa.
    Il 24 settembre ci sarà la posa della lapide a ricordo !.
    Mi dice il collega Responsabile della Sezione di P. G. dell’Arma.
    Angelo, è l’invitato d’onore.
    Mi farebbe piacere se ci verresti anche tu.
    Pino ?..
    Scherzi !
    Certo che ci sarò, io e gli altri della mia Sezione.
    Quel giorno arrivò.
    C’era il Sindaco, il Generale Comandante della Legione CC,
    Il Prefetto ed il Questore.
    Ma c’eravamo noi e c’era anche lui..
    Angelo.
    Lui se ne stava tutto serio.
    Non so come ha fatto ma è riuscito a trattenere la sua emozione
    sino allo scoprimento della lapide.
    Si è sorbito con pazienza tutti i discorsi di rito fatti dalle Autorità.
    Poi, il Sindaco, scopre finalmente la lapide.
    Lapide che è ancora visibile in via Garibaldi di Barcellona Pozzo
    di Gotto, angolo via Roma.


    Qui

    Il Carabiniere Scelto La Spada Pantaleo,
    Medaglia d’Argento al valore Civile
    Rese onore al suo giuramento prestato.
    La città di Barcellona Pozzo di gotto nel ventennale

    Memore

    24 settembre 1985 24 settembre 2005



    Poi le lacrime gli scendevano sul viso.
    Il Generale ed il Questore, lo abbracciarono.
    Gli appuntarono sul petto una medaglia che avrebbe meritato già da tanti anni.
    Ma a lui stava bene così.
    Era contentissimo che si fossero ricordati di lui e del suo povero collega.
    Gli altri protagonisti della storia.
    Michele, il Vigile Urbano che fu l’unico a reagire alla rapina,
    Purtroppo morì dopo qualche anno, stroncato da un male incurabile.
    Lo rimpiangiamo ancora tutti.
    Era un esperto in accertamenti edilizi e di quelli unici.
    Nino, adesso per ovvi motivi è in pensione.
    Come lo è pure Angelo.
    Io, passando quasi ogni giorno da quella strada
    E leggendo la lapide, non posso non ricordare quella
    Drammatica conversazione radio di quel giorno….

    “….Mandate subito qualcuno, un ambulanza !
    E’ Urgente…E’ Urgente !...
    Stanno per terra, sono feriti gravemente…
    Fate presto, fate presto !!!.
    Como Barcellona tre ?...
    Chi sono i feriti, chi sta per terra ?...
    Due colleghi Carabinieri della Stazione !..
    Ma chiamate soccorsi !...Chiamateli !...
    Fate presto…Fate presto !!!...
    Como Barcellona tre , provvediamo subito !.....”…
    Confesso che mi vengono le lacrime agli occhi pure a me !.

    http://www.comune.barcellona-pozzo-di-gott...d=35&Itemid=277
    Fine della storia.
  11. .
    Grazie a te.
    E tranquillo per i tuoi impegni.
    Qui come vedi, tranne me che ormai sono in ferie per "sempre", tutti sono impegnatissimi.
    Alessio, Ciccio e Carmine.
    Gli amici ragazzi aspiranti allievi a fare il corso...
    Per cui, tocca a me, a faticare per primo !.. ;)

    Edited by FRANCODUE - 2/11/2015, 10:59
  12. .
    Puoi restare Davide, ti rimetto io d'Ufficio !.
  13. .
    Davide è in realtà una mia "vecchia" conoscenza.
    Non di età, siccome ancora è giovanissimo, ma di lettura, siccome
    ci leggiamo da quasi dieci lunghi anni !.
    Prima su Trek Portal, poi ci siamo reincontrati su un forum fondato da lui musica e musicisti, dove si rischia di essere "Assordati" e non "Bannati" :D e via via sino a qui.
    Sono stralieto di averlo qui con noi.
    Ehi ?...
    E non dire per così poco !.
    Io e Alessio adesso ti sottoponiamo a un "terzo grado" per dirci come hai Fatto !!. :D

    Edited by FRANCODUE - 17/12/2013, 21:04
  14. .
    L'attuale Polizia di Stato, così come la vediamo adesso, nasce dalla legge di riforma
    nr.121/81.
    Però la Polizia esiste già dal lontano 1852.
    Per cui ripercorriamo la sua storia, riportando notizie tratte dal sito Ufficiale della Polizia di Stato:

    Dal 1852 al 1990.

    Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza (1852-1890)
    L'Amministrazione di pubblica sicurezza, è istituita nel 1848 nel Regno di Sardegna con il compito di: "...vegliare e provvedere preventivamente all'ordine e all'osservanza delle leggi nell'interesse sia pubblico che privato...". Posta alle dipendenze del Ministro Segretario di Stato per gli affari dell'Interno, viene riorganizzata con la legge 11 luglio 1852 n. 1404. Con lo stesso provvedimento, viene creato il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza ad ordinamento di tipo militare e alle dirette dipendenze del Ministero dell'Interno. Le funzioni di pubblica sicurezza attribuite al Corpo, esercitate dopo l'unità d'Italia in tutto il territorio, saranno mantenute fino all'attuale Polizia di Stato, di cui ne è erede.

    Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza per le province siciliane (1877-1890)
    Nel 1877 viene sciolto il Corpo dei Militi a cavallo voluto da Garibaldi nel 1860 per contrastare il banditismo e per reprimere i reati nelle campagne, e viene istituito il Corpo delle Guardie di P.S. per le province siciliane.
    Le Guardie a cavallo vestono uniformi con colori e simboli uguali alle Guardie appiedate degli uffici di Pubblica Sicurezza, ma con la foggia dei reparti di cavalleria. Rappresentano i progenitori del Reparto a cavallo della Polizia di Stato.

    Dal 1890 al 1919

    Corpo delle Guardie di Città
    Alla fine dell'800 nei maggiori centri urbani si avverte la necessità di organizzare un unico organismo di sicurezza alle dipendenze del Ministero dell' Interno che comprenda la Polizia del Regno e le polizie municipali. Da questa esigenza prende forma il nuovo Corpo delle Guardie di Città istituito nel 1890.
    Le guardie hanno il compito di "...vegliare al mantenimento dell'ordine pubblico e all'incolumità e tutela delle persone e delle proprietà, di prevenire, reprimere e scoprire i reati, di raccoglierne le prove e di procedere all'arresto dei delinquenti. Ha pure incarico di curare l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali dello Stato, delle province e dei comuni, delle ordinanze delle pubbliche autorità, e di prestare soccorso in caso di pubblici e privati infortuni...".
    Presente in ogni città del Regno, il Corpo dipende dalle Autorità e dai funzionari di Pubblica Sicurezza.

    I Funzionari di P.S. e le Guardie di Città, concentrati in prevalenza nei maggiori centri urbani, sedi di questure, commissariati e delegazioni di P.S., si distinguono per le numerose operazioni di polizia e per l'opera di soccorso offerta alla popolazione colpita dai terremoti calabro-siculo del 1908 e di Avezzano del 1915. Per questo suo impegno, la Polizia riceve due medaglie d'Oro di Benemerenza, prima testimonianza della sua vocazione di ente di soccorso pubblico.
    Dal 1902 il personale di P.S. frequenta corsi di polizia scientifica, che danno origine, nel 1917, alla Scuola di Polizia Scientifica.

    Dal 1919 al 1925

    Corpo della Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza
    Gli anni turbolenti del primo dopoguerra richiedono un adeguamento dell'organizzazione della Polizia in materia di ordine e di sicurezza pubblica. Nel 1919 le Guardie di Città transitano nel nuovo Corpo della Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza che "...fa parte integrante della forza pubblica e delle forze militari dello Stato, ed è preposto alla tutela dell'ordine pubblico nei centri di maggior popolazione, dove esercita funzioni esecutive di ordine pubblico, di polizia giudiziaria ed amministrativa...". La Regia Guardia è alle dirette dipendenze del Ministero dell'Interno, dei prefetti, dei questori e dei commissari.

    Corpo degli Agenti Investigativi (1919-1922)
    Nel 1919 alla Regia Guardia è affiancato il Corpo degli Agenti Investigativi, nuovo organismo di sicurezza ad ordinamento civile, privo di uniformi ed articolato in Ispettori, Sottoispettori ed Agenti di investigazione " …per il servizio della prevenzione e della repressione dei reati e per la ricerca dei delinquenti…." nonché per i servizi tecnici.

    Ruolo specializzato dei Carabinieri Reali (1922-1925)
    Nel dicembre del 1922 il nuovo Governo, nell'intento di unificare le forze di polizia, sopprime il Corpo della Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza ed il Corpo degli Agenti Investigativi.
    Parte del personale dei corpi transita nel "ruolo specializzato" dell'Arma dei Carabinieri Reali appositamente istituito.
    L'Autorità di Pubblica Sicurezza perde il suo tradizionale e diretto organo operativo.
    Nel 1925 la maggioranza politica sopprime il "ruolo specializzato" e ricostituisce un autonomo Corpo di Pubblica Sicurezza all'esclusiva e diretta dipendenza del Ministero dell'Interno.

    Dal 1925 al 1944

    Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza (1925-1944)Nel 1925, avvertita la necessità di ricostituire un autonomo Corpo di polizia posto alle sole dipendenze del Ministero dell'Interno, viene fondato il Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza in diretta continuità istituzionale con i precedenti Corpi di Pubblica Sicurezza.
    Al nuovo Corpo, ad ordinamento civile, nel 1930 è conferita la Bandiera Nazionale.
    I servizi di natura prettamente tecnica sono svolti da un contingente di agenti altamente qualificati nei settori delle telecomunicazioni, della motorizzazione e della polizia scientifica per un massimo del 10% della forza organica: gli agenti tecnici. A Roma, Napoli e Palermo il Corpo assicura anche le funzioni delle rispettive polizie municipali assorbendone il personale.

    Il Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza prende parte con le altre forze armate alle operazioni belliche della Seconda guerra mondiale.
    Alla Bandiera della Polizia sono conferite due medaglie di bronzo al valor militare per l'attività svolta dal Battaglione Motociclisti di Polizia (Montenegro, 1941-1942) e dal Battaglione mobilitato "Fiume" (Croazia, giugno 1943-11 settembre 1943).

    Funzionari di Pubblica Sicurezza
    Dagli Anni '30 gli appartenenti al ruolo dei funzionari di Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno (questori e commissari), come tutti i funzionari del Regno, indossano l'uniforme.

    Polizia dell'Africa Italiana (1936-1945)
    Nel 1936, nel quadro delle iniziative rivolte a conferire un assetto organico ai territori delle Colonie in Africa, vengono riorganizzate le forze di polizia già operanti.
    I compiti attribuiti nel territorio nazionale alla Pubblica Sicurezza ed alle "specialità" della Milizia sono affidati interamente alla Polizia dell'Africa Italiana (P.A.I.), nuovo Corpo alle dipendenze del Ministero dell'Africa Italiana.
    Costituita da agenti nazionali ed indigeni (ascari), la P.A.I. è dislocata nelle Questure africane dalle quali dipendono i servizi delle "specialità". Durante la Seconda guerra mondiale, concorre alle operazioni belliche come unità combattente con altri Corpi Armati. Dopo l'8 settembre 1943, la P.A.I. si unisce con altre Forze italiane alla difesa di Roma contro truppe tedesche. Il comandante del Corpo, generale Maraffa, al vertice delle forze di polizia di "Roma Città Aperta", viene arrestato e deportato a Dachau dove muore nel dicembre successivo.
    Nel 1945 la P.A.I. è soppressa ed il personale transita nel neocostituito Corpo delle Guardie di P.S.

    Corpo di Polizia Repubblicana (1943-1945)
    Nei territori della Repubblica Sociale Italiana (1943-1945) i compiti di Pubblica Sicurezza sono assicurati, oltre che dalla Guardia Nazionale Repubblicana (costituita dai disciolti Carabinieri, P.A.I. e Milizie), dal Corpo di Polizia Repubblicana, che assorbe il personale del Corpo degli Agenti di P.S.
    Il personale della Polizia Repubblicana continua a svolgere i tradizionali compiti di P.S. fino al suo riassorbimento, nel dopoguerra, nel Corpo delle Guardie di P.S.

    Dal 1944 al 1981

    Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza (1944 - 1981)
    Nel 1944 le vicende belliche e le emergenze istituzionali determinano la necessità di un adeguamento del Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza che, già nel luglio del 1943, ha assunto lo status militare.
    L'Amministrazione della Pubblica Sicurezza riafferma le proprie prerogative istituzionali in materia di ordine e sicurezza pubblica esercitate fino al luglio 1943 anche dalle Milizie e dalla P.A.I., con la creazione di un organismo di sicurezza: il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, istituito con le caratteristiche originarie del Corpo fondato nel 1852.
    Nel nuovo organismo transitano, a partire dal 1945 e a testimonianza del clima di riappacificazione sociale, gli appartenenti della P.A.I., della Polizia Repubblicana e numerosi uomini delle Forze Armate, delle Milizie e delle formazioni irregolari partigiane.

    1944 - Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza
    Il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, ad ordinamento militare è parte delle Forze Armate dello Stato, ed è articolato in Forze Territoriali impiegate nelle Questure, nei Commissariati e degli Uffici di P.S., in Forze Speciali che costituiscono le Specialità del Corpo e in Forze Mobili rappresentate dai Reparti Celeri e dai Reparti Mobili.
    Il personale è formato nelle Scuole di Polizia e, dal 1964, è costituita l'Accademia per la formazione degli ufficiali.
    Il Corpo merita numerose decorazioni alla Bandiera per le attività di soccorso prestato alla popolazione vittima delle calamità naturali, per il contrasto alla criminalità comune, organizzata e al terrorismo.
    Nel 1981 il Corpo delle Guardie di P.S., il ruolo Funzionari di P.S. ed il Corpo di Polizia Femminile sono soppressi. Il personale transita nei ruoli dell'attuale Polizia di Stato che ne eredita la bandiera, le decorazioni e la tradizione.

    Polizia Femminile (1959 - 1981)
    Nel 1959, avvertita la necessità di potenziare l'attività di prevenzione dei reati che coinvolgono minori, donne o che comunque offendono la moralità ed il buon costume, viene istituito il Corpo di Polizia Femminile, ad ordinamento civile.
    Composta da Ispettrici ed Assistenti, la Polizia Femminile si contraddistingue, anche, per l'opera di soccorso pubblico prestata alle popolazioni colpite dal terremoto nel Belice del 1969, guadagnando la medaglia di bronzo al merito civile.
    Nel 1981 il Corpo è soppresso ed il personale transita nella Polizia di Stato.
  15. .
    Beh, per chi vorrà leggerli, posterò i miei racconti di una lunga vita trascora in Polizia.
    Avviso sin da ora che non sono postati in ordine cronologico e che possono esserci negli stessi delle inasattezze o ingrongruenze.
    Ma nella sostanza sono basate su mie eperienze vissute in varie epoche nella Polizia di Stato.
    Cominciamo con questo:
    Ordine Pubblico.

    Trieste, 1977, il trattato di Osimo era stato firmato da poco.
    In città gli animi erano molto caldi.
    Io invece avevo da poco fatto il giuramento alla scuola allievi ed ero
    passato effettivo.
    Da quel momento potevamo essere impiegati in servizio.
    Infatti l'occasione non manca.
    Viene indetta una grossa manifestazione dall'estrema destra che si oppone al trattato con tutte le sue forze.
    Contromanifestazione della parte opposta che invece è favorevole.
    La destra ha sede in via XX Settembre, zona bene, salotto della città.
    La sinistra in Piazza Goldoni.
    Il mio plotone viene interposto proprio nel mezzo trra le due fazioni, a metà strada diciamo.
    La sinistra si muove dalla Piazza Goldoni e si dirige verso via XX Settembre.
    La destra non è da meno e gli va incontro.
    Noi a questo punto siamo proprio l'unico mezzo per evitare il contatto tra i due gruppi.
    D'un tratto cominciano a pioverci addosso pietre da ambo i lati.
    Quale migliore occasione di mettere in pratica quello che si è imparato a scuola, formazione a testuggine, gli scudi ci riparano, però sentirci sbattere sopra le pietre, quel rumore me lo ricordo ancora.
    Il tenentino che comanda è ancora fresco d'accademia, non capisce nulla.
    Il brigadiere invece è veterano, è lui a guidarci di fatto, però lo vedo molto preoccupato, quelli avanzano verso di noi.
    D'un tratto arriva uno in borghese con un uboat (nome del nostro casco) in testa.
    Ci guarda e ci dice.
    Insomma, sono più forti noi o sono più forti loro ?...
    Se ci girano le palle cacciamo fuori le pistole e li facciamo fuori tutti !.
    Su !, Andiamo, carichiamo su !....Muoversi, schieramento e carica !.
    Quele parole ci tirarono davvero su di morale.
    Era un Vice Questore dell'allora Ufficio Politico della Questura.
    Si mette in pratica la tattica della carica, prima linea di scudi, dietro tutti, tutti a correre improvvisamente in avanti, puntiamo verso quelli che vengono da Piazza Goldoni.
    L'effetto carica riesce, quelli indietreggiano e si disperdono.
    Intanto alle nostre spalle, sentiamo arrivare una salva di lacrimogeni diretti verso quelli di via XX Settembre.
    Erano i carabinieri del Battaglione di Gorizia, come si dice erano arrivati i nostri, salvi definitivamente e battaglia vinta.
    La prima carica, come il primo amore, non si scorda mai.

    Edited by FRANCODUE - 20/11/2013, 20:55
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