D.I.G.O.S.

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    Pensando di Fare Cosa Gradita...
    Apro una nuova discussione dedicata alla D.I.G.O.S, 4° Divisione della Questura.

    Mobilitazioni No TAV Luglio 2019: denunciati dalla DIGOS 82 attivisti d’area.
    28 fogli di via ad attivisti No TAV

    Nei giorni scorsi, a seguito dei recenti episodi di violenza perpetrati dai militanti del centro sociale Askatasuna e dagli aderenti al movimento NO TAV nell’ambito della mobilitazione contro la costruenda linea ferroviaria ad alta velocità Torino – Lione, con particolare riferimento alle iniziative poste in essere in occasione del campeggio nazionale dei giovani NO TAV e del Festival dell’Alta Felicità, sono stati denunciati dalla DIGOS 82 attivisti d’area - alcuni dei quali per condotte criminose reiterate in più occasioni - e sono stati adottati dal Questore di Torino 28 fogli di via dai comuni di Giaglione e Chiomonte, dove insiste il cantiere TAV.

    Questi ultimi provvedimenti di natura preventiva sono stati emessi anche a seguito del blocco stradale effettuato lo scorso 26 giugno in via dell’Avanà, nel comune di Chiomonte, per il quale sono stati denunciati n. 29 militanti d’area, tra cui i leader del centro sociale Askatasuna.

    Sono in corso articolate indagini della DIGOS per individuare gli altri responsabili dei gravi episodi d’intemperanza verificatisi nelle giornate del 19, 20 e 27 luglio 2019 e sono al vaglio ulteriori fogli di via e avvisi orali nei confronti di militanti antagonisti provenienti da altri contesti territoriali che, nelle predette giornate, hanno partecipato agli episodi di violenza.

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    Denunciati dalla Polizia di Padova attivisti del Collettivo Gramigna per la resistenza attuata durante lo sfratto in via Palestro dello scorso 6 giugno

    Al termine di attività di indagine condotta dalla Digos della Questura di Padova sono stati denunciati in stato di libertà due cittadini congolesi ex inquilini dell’appartamento in via Palestro n.36 di proprietà dell’Ater per i reati di violenza, resistenza e lesioni nei confronti degli operatori di Polizia e sei attivisti del Collettivo Gramigna, di cui tre ragazze rispettivamente di 30, 26 e 23 anni e tre ragazzi di 33, 30 e 26 anni, responsabili di violenza nei confronti dell’Ufficiale Giudiziario, commessi durante l’esecuzione del provvedimento di sfratto nei confronti della coppia straniera lo scorso 6 giugno.
    Dagli approfondimenti investigativi, effettuati anche attraverso la visione delle immagini documentate dal personale del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica, è emerso che i sei attivisti indagati si erano posizionati insieme ad altri militanti già nelle prime ore del mattino davanti al portone d’ingresso dello stabile impedendo all’Ufficiale Giudiziario l’accesso. Dopo una lunga e infruttuosa mediazione tentata con tutte le parti istituzionali presenti, le Forze dell’Ordine erano state costrette a spostarli fisicamente, arrestando due militanti per aver opposto attiva resistenza con calci e pugni nei confronti degli operatori di Polizia.
    Entrati nell’appartamento, dove i due inquilini si erano barricati interrompendo ogni comunicazione, gli agenti venivano aggrediti dal congolese che si scagliava con la sua grossa mole contro di loro, facendoli cadere a terra, e solo dopo un’intensa colluttazione i polizotti riuscivano a bloccarlo. La convivente, invece, nel tentativo di liberare il compagno, cercava di colpire gli agenti con una scopa e poi con un coltello provava a tagliare il tubo dell’erogazione del gas metano, la cui erogazione era stata già disattivata dagli agenti a scopo precauzionale.
    A seguito della colluttazione avuta con il cittadino congolese, tre operatori del II Reparto Mobile di Padova riportavano rispettivamente contusioni varie con prognosi di 5 e 10 giorni, mentre il più grave di 90 giorni per frattura esposta della colonna vertebrale.

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    La DIGOS di Milano rintraccia latitante in Francia
    Deve scontare la pena di anni 11 anni e mesi 6 di reclusione per le violenze occorse durante le manifestazioni di piazza del 20 luglio 2001 a Genova, in concomitanza con lo svolgimento del Vertice dei G8.

    La D.I.G.O.S. di Milano - Sezione Antiterrorismo con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/U.C.I.G.O.S. hanno da tempo avviato un’articolata attività d’indagine finalizzata al rintraccio del quarantaseienne VECCHI Vincenzo, noto esponente dell’area anarco-autonoma milanese, latitante dal luglio del 2012 in quanto colpito dall’ordine di esecuzione di pene concorrenti nr. SIEP 348/201 emesso il 26 luglio 2012 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Genova – Ufficio Esecuzioni Penali e di relativo Mandato di Arresto Europeo.

    VECCHI infatti è stato condannato con sentenza definitiva della Corte di Cassazione del 13 luglio 2012, alla pena di anni 11 anni e mesi 6 di reclusione per le violenze occorse durante le manifestazioni di piazza del 20 luglio 2001 a Genova, in concomitanza con lo svolgimento del Vertice dei G8.

    Negli ultimi due mesi l’azione investigativa della Polizia di Stato si è intensificata anche con l’avvio di intercettazioni di varia natura concesse dall’Autorità Giudiziaria di Genova. Si è così avuto modo di apprendere che nelle scorse settimane VECCHI ha incontrato l’ex convivente e la figlia minore in Francia, in una località della Savoia, trascorrendo una settimana di vacanza come una normale famiglia di villeggianti. Al termine del soggiorno in Savoia la donna con la figlia ha fatto rientro a Milano, mentre VECCHI è tornato in Bretagna, riprendendo la sua normale vita con una falsa identità. Monitorando la donna e seguendo ogni indizio possibile nonché le tracce degli apparati telefonici in uso alla coppia, gli investigatori del Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno e della DIGOS di Milano hanno acquisito ulteriori utili indizi finalizzati alla localizzazione del latitante ed alle modalità con le quali era solito sentire l’ex convivente e la figliola.

    Tali rilevanti elementi sono stati tempestivamente comunicati alla Polizia francese che, da ultimo, la mattina dell’8 agosto scorso, seguendo le indicazioni dell’Antiterrorismo della Digos di Milano e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha tratto in arresto VECCHI Vincenzo a Saint Gravé dans le Morbhian, un piccolo borgo nella regione della Bretagna. E’ infatti in Bretagna che il VECCHI aveva trovato rifugio; ed è nella stessa regione che lavorava come imbianchino per il proprio sostentamento. VECCHI, che in Francia si faceva chiamare Vincent, è stato fermato per strada, mentre stava andando a lavorare. Non aveva documenti di riconoscimento, ma solo una tessera che riportava il nominativo di Vincent Papale Il 9 agosto, le autorità francesi hanno convalidato l’arresto del latitante, che si trova ora recluso nel carcere di Rennes.

    IL VECCHI, oltre alla condanna per i reati devastazione e saccheggio, rapina e porto abusivo di armi, resistenza e violenza nei confronti dei contingenti delle Forze di Polizia per i fatti di Genova del 2001, ha subito una condanna per aver partecipato alle violenze poste in essere a Milano in Corso Buenos Aires nel marzo del 2006.

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    D.I.G.O.S- Indagini e perquisizioni a carico di simpatizzanti di Casa Pound

    Nella giornata di ieri, il personale della D.I.G.O.S. della Questura di Frosinone, in collaborazione con i colleghi di Arezzo, hanno eseguito nella provincia toscana una perquisizione nei confronti di una giovane donna E.G., originaria del luogo, simpatizzante del movimento della destra radicale Casa Pound Italia.

    A coronamento di una complessa attività investigativa svolta dalla D.I.G.O.S. di Frosinone, la ragazza è stata individuata come una componente del gruppo di estremisti che, lo scorso 27 luglio, durante un concerto di beneficenza che si stava svolgendo in piazza Sandro Pertini, con minacce ed intimidazioni costrinse uno degli spettatori ad allontanarsi dalla piazza soltanto perché indossava una t-shirt con il logo del noto “Cinema America”. Una volta allontanatosi dalla piazza, il giovane fu nuovamente avvicinato dai simpatizzanti di Casa Pound e l’indagata, protetta dai suoi compagni, gli strappò la maglietta con l’intento di fargliela togliere.

    La perquisizione ha consentito di trovare utili conferme alle indagini condotte nonché, supporti indiziari per l’identificazione degli altri corresponsabili.

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    Ricatti e estorsioni: 12 arresti tra gli ultrà della Juve

    Estorsione aggravata, autoriciclaggio, violenza privata, vendita illegale di biglietti. Una vera e propria associazione per delinquere, gestita dalle frange ultrà della squadra di calcio della Juventus.

    Stamattina all’alba, con l’operazione “Last banner”, i poliziotti della Digos di Torino hanno arrestato 12 persone, esponenti di spicco del tifo bianconero. Tra loro i capi dei "Drughi", dei "Tradizione", dei “Viking” e del “Nucleo 1985”: l'accusa è che l’organizzazione avrebbe ricattato esponenti della Juventus per cercare di continuare ad avere biglietti agevolati per le partite all'Allianz Stadium e gestire così il bagarinaggio. Nell’ambito della stessa indagine sono stati anche denunciati 25 ultrà della Juventus per violenza privata aggravata in concorso.
    I poliziotti hanno inoltre, sotto il coordinamento della Direzione centrale della polizia di prevenzione, effettuato 39 perquisizioni in tutta Italia, con l'aiuto delle Digos locali.

    L’indagine è partita circa un anno fa quando i dirigenti della Juventus hanno denunciato il ricatto cui era sottoposta la società, dai suoi ultrà. Era la fine del campionato 2017/2018 e la società aveva interrotto alcuni privilegi, come abbonamenti gratuiti, concessi ai gruppi ultrà, scatenando la reazione delle tifoserie che hanno cercato di ripristinare la loro posizione di forza nei confronti della Juventus.

    In tale contesto, la società sportiva, al fine di evitare ripercussioni e danni di immagine, ha dovuto garantire circa 300 biglietti a pagamento per le gare in trasferta di campionato e di Champions League che sono stati poi in parte redistribuiti dai capi ultrà, permettendo loro indebiti profitti.

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    Poliziotto della Digos suicida a 52 anni: si è sparato con la sua pistola d'ordinanza

    Dramma in Calabria a Gerocarne, provincia di Vibo Valentia, dove un poliziotto della Digos si è suicidato sparandosi un colpo in testa con la sua pistola d'ordinanza. L'agente aveva 52 anni ed era in servizio alla Digos della Questura di Vibo Valentia: è stato trovato chiuso all'interno della sua auto, ormai privo di vita.

    Tra i motivi alla base del gesto ci sarebbero problemi personali. «Una persona solare, simpatica» lo ricordano i colleghi poliziotti.

    Leggo.it 16/09/2019 :(
     
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    Torino: scontri per sgombero centro sociale, identificati gli autori

    Quattordici misure cautelari emesse dalla procura della Repubblica di Torino sono state eseguite questa mattina dagli uomini della Digos nei confronti di militanti anarchici che lo scorso 9 febbraio si son resi responsabili degli scontri durante l’operazione “Scintilla”: lo sgombero dello storico centro sociale “Asilo”.

    Tre persone sono finite in carcere mentre per altre 11 persone è stato imposto il divieto di dimora a Torino.

    L´analisi delle immagini ha permesso agli investigatori di identificare e denunciare anche altri 9 militanti antagonisti provenienti da diverse località (Trento, Cagliari, Torino e Francia).

    Le indagini si sono avvalse della collaborazione delle questure di Milano, Ravenna, Sassari, Trento e Cuneo per l’individuazione dei responsabili dei reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni aggravate, danneggiamento ed imbrattamento.

    Nel corso della manifestazione del 9 febbraio erano già stati arrestati 11 militanti di Milano, Cagliari, Brescia, La Spezia, Bolzano, Frosinone, Varese, Udine e Torino per i reati di devastazione, resistenza aggravata a pubblico ufficiale e blocco stradale.

    In quella circostanza, circa 500 persone, molti con il volto coperto, provenienti da diverse parti d’Italia ma anche dalla Francia, Spagna, Germania e Croazia, per oltre due ore, avevano creato disordini e resistenza allo sgombero.

    Gli agenti in servizio di ordine pubblico furono oggetto di lanci di sassi, bottiglie, aste di ferro, lancio di razzi e artifici esplodenti di altissima potenzialità; inoltre con diversi cassonetti della nettezza urbana ribaltati ed incendiati gli antagonisti avevano creato blocchi stradali per rendere complicata l’avanzamento delle Forze dell’ordine.

    La violenza perpetrata ha provocato danneggiamenti della segnaletica stradale, delle autovetture in sosta, la distruzione di 4 stazioni di parcheggio delle biciclette a noleggio, il danneggiamento delle vetrine della sede della società Acque Metropolitane Torinesi “SMAT”, di quelle di alcuni istituti di credito nonché di un tram pubblico e anche danni al comando della Polizia municipale.

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    Il video dell'operazione lo si può vedere nell'Area Multimediale del Forum

    Edited by FRANCODUE - 20/9/2019, 18:23
     
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    Verbania: denunciato per propaganda e istigazione per motivi razziali
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    Indagando negli ambienti riconducibili all´estrema destra, con specifico riferimento ai movimenti neonazisti, la Polizia a Verbania ha indagato un 45enne per propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

    La Digos è arrivata all’uomo attraverso l´analisi delle fonti aperte che hanno consentito di accertare l´esistenza di una community di internauti, anche stranieri, specializzata nella creazione di meme razzisti, aventi come filo conduttore ideologie sovraniste e suprematiste.

    Nel corso della perquisizione, estesa a tutti i beni immobili e mobili nella disponibilità dell´indagato, i poliziotti hanno sequestrato computer, pen drive, hard disk, smartphone, dvd, nonché diverso materiale d´area tra cui alcune bandiere con simboli nazisti, un elmetto da guerra tedesco e una pubblicazione del “Mein Kampf” di Hitler.

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    Roma. Rintracciato dagli agenti della Digos di Roma ed estradato ad Algeri un latitante condannato all’ergastolo per “partecipazione ad organizzazioni terroristiche”.

    T.M. queste le sue iniziali, 28 anni, condannato alla pena dell’ergastolo inflitta con sentenza del 31 marzo 2016 dal Tribunale di Boumerdes (città costiera algerina), per il reato di appartenenza ad organizzazione terroristica, è stato arrestato ai fini estradizionali nel novembre scorso dagli agenti della Digos di Roma – Sezione Antiterrorismo Internazionale, e ieri mattina è stato estradato in Algeria per scontare la sua pena.

    Nei confronti dello straniero, già noto perché segnalato in ambito di collaborazione internazionale come soggetto in contatto con membri dello Stato islamico, la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione aveva successivamente diramato le ricerche in ambito nazionale. Anche le Autorità tedesche lo avevano inserito come “cittadino al quale rifiutare l’ingresso ed il soggiorno sul Territorio Schengen”.

    Gli agenti della DIGOS capitolina si erano messi da subito sulle tracce del criminale, e il 6 novembre scorso erano riusciti a fermarlo nel momento in cui si era presentato presso l’ufficio immigrazione per avere informazioni sulla sua richiesta di asilo politico. Destinatario di 4 ordini di cattura internazionale, emessi dalle Autorità algerine perché membro ed appartenente ad un gruppo terroristico, e condannato per i reati di estorsione ed atti di terrorismo commessi in Algeria tra il 2010 ed il 2016, è stato così arrestato ai fini estradizionali.

    Dopo il suo ingresso a Regina Coeli, all’esito dell’udienza tenutasi nel marzo scorso, presso la Corte di Appello, l’Autorità Giudiziaria, su parere conforme del Procuratore Generale, accoglieva la richiesta di estradizione avanzata dalle Autorità algerine.

    Contro il provvedimento, T.M. ha proposto ricorso in Cassazione ma, con decreto del 30 luglio scorso, il Ministro della Giustizia ha accordato al Governo della Repubblica Algerina

    la sua estradizione, ponendolo a disposizione della Polizia Giudiziaria per la successiva consegna alle Autorità algerine.

    Prelevato dal carcere di Regina Coeli e scortato dalla Polizia Penitenziaria e dalla Sezione Antiterrorismo della Digos capitolina, è stato ieri consegnato a Funzionari dell’Interpol algerini presso lo scalo aereoportuale di Fiumicino, con destinazione Algeri.

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    Individuati dalla Polizia di Stato 5 tifosi juventini che avevano esposto striscione non autorizzato durante l’incontro di calcio Brescia Juventus

    Nei giorni scorsi, grazie alla collaborazione delle Digos di Brescia e Torino, è stato possibile individuare 5 noti ultras appartenenti all’articolazione di estrema destra “DRUGHI GIOVINEZZA”, che, in occasione dell’incontro di calcio Brescia-Juventus dello scorso 24 settembre, avevano esposto per pochi minuti, all’interno del settore ospiti dello stadio “Rigamonti”, un piccolo striscione non autorizzato con il simbolo dei DRUGHI.

    Nei confronti dei 5 supporter sono state adottate sanzioni amministrative per violazione del regolamento d’uso dell’impianto sportivo e, in caso di recidiva, saranno emessi nei loro confronti provvedimento Daspo.

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    ASSALTANO UN TAXI CON A BORDO TIFOSI ROMANISTI. LA DIGOS ARRESTA ULTRÀ DEL LECCE

    Poco prima dell’inizio dell’incontro di calcio Lecce-Roma, gara valevole per il campionato di serie A, disputatosi nel pomeriggio di domenica 29 settembre scorso presso lo stadio comunale “E. Giardiniero” di Lecce, è stato tratto in arresto per lancio di materiale pericoloso, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale aggravata, E.L., di anni 22, della provincia di Brindisi, ultra del Lecce.

    In particolare, verso le ore 14:15, un gruppo formato da un centinaio di ultrà del Lecce, la maggior parte travisati, si sono radunati nei pressi della rotatoria posta sulla SP.364 (Lecce-San Cataldo) all’incrocio con via Carlo Leo, in quel momento gremita di spettatori che affluivano verso lo stadio, tra cui anche famiglie con bambini, dove hanno dato l’assalto, danneggiandolo, ad un taxi, proveniente da via Roma, su cui erano a bordo 6 (sei) tifosi romanisti. L’aggressione, che non ha fatto registrare feriti, è avvenuta con il lancio di bottiglie di vetro e pietre scagliate contro il veicolo, nonché con bastoni con cui hanno colpito la carrozzeria, unica parte a riportare danni.

    È in tale contesto che è maturato l’arresto del giovane che, nella circostanza, è stato direttamente visto dal personale DIGOS della Questura di Lecce mentre partecipava all’azione e, successivamente, raccogliere una bottiglia di vetro da terra e scagliarla contro gli agenti intervenuti.

    Per lui è stata, altresì, avviata la procedura per l’irrogazione del provvedimento DASPO.

    Sono in corso ulteriori indagini, con il vaglio anche di numerosi filmati acquisiti nell’occorso, al fine di identificare gli altri assalitori.

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    Polizia di Stato - Operazione “Bad School”

    All’alba di questa mattina la DIGOS della Questura di Padova ha eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti dell’imam del centro di preghiera “Bangladesh Cultural Center” di via Jacopo da Montagnana, cittadino del Bangladesh, per il reato di maltrattamenti ai danni di minori, provvedimento disposto dal GIP del Tribunale di Padova , sugli esiti di un’articolata attività d’indagine coordinata dallla Procura della Repubblica di Padova.
    Le indagini sono state avviate dopo diverse segnalazioni che alcune insegnanti hanno fornito all’ufficio Minori della Divisione Anticrimine della Questura di Padova, preoccupate del cambiamento di umore di alcuni loro alunni tutti di originari del Bangladesh.
    Le investigazioni si sono sviluppate anche attraverso l’acquisizione di notizie veicolate nell’ambito della comunità islamica di Padova con la quale da tempo è in atto un percorso di collaborazione finalizzato proprio a prevenire episodi di estremizzazione nell’insegnamento della religione.
    Sono state quindi raccolte decisive prove, documentate da video, inerenti le condotte violente poste in essere dall’imam ai danni dei piccoli allievi i quali nel corso delle lezioni erano costretti a vivere in un vero e proprio stato di terrore e pressione psicologica.
    I maltrattamenti che l’imam attuava nei confronti dei suoi allievi, di età compresa tra cinque e dieci anni, a lui affidati per l’insegnamento della religione mussulmana, si concretizzavano in minacce, pugni, dati anche sulla testa e strattonamenti, posti in essere ogni qualvolta i bimbi sbagliavano a recitare le sure del Corano.

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    Milano: la Polizia di Stato indaga 9 tifosi ultras milanisti della Curva Sud

    Gli agenti della DIGOS della Questura di Milano hanno indagato 9 tifosi ultras della Curva Sud che durante il Derby di calcio del 21 Settembre 2019, Milan-Inter, si sono resi responsabili dell’esplosione di numerosi petardi e dell’accensione di artifizi pirotecnici, sia all’interno che all’esterno dello Stadio “Meazza”.

    Le accurate indagini e l’ausilio dei sistemi di videosorveglianza dell’impianto sportivo, hanno condotto i poliziotti all’identificazione di 9 persone, tutti milanesi.

    Otto dei nove tifosi milanesi già stati sottoposti in passato a provvedimento, saranno destinatari di D.A.SPO. per la durata di un minimo di 5 ad un massimo di 10 anni, con la prescrizione dell’obbligo di firma durante gli incontri del calcio del Milan.

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    Servizio antiterrorismo: controlli a tappeto alla stazione.
    Il Questore emette tre provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale nei confronti di stranieri irregolari.

    Nei giorni scorsi, il Questore Roberto Pellicone ha disposto serrati controlli straordinari di sicurezza mediante l’impiego di personale della Digos e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, coadiuvati da personale del Compartimento della Polizia Ferroviaria di Napoli, nell’ambito dei servizi antiterrorismo programmati periodicamente dal Ministero dell’Interno.

    Durante i controlli, svolti prevalentemente nei pressi dalla locale Stazione Ferroviaria e del Terminal Bus, sono stati fermati e controllati numerosi cittadini stranieri in transito, al fine di verificarne la regolarità del soggiorno in Italia.

    Tra questi è stato rintracciato un cittadino nigeriano di 29 anni, nei cui confronti risultava una nota di ricerca dalla banca dati delle forze di polizia. Lo stesso è stato accompagnato presso l’Ufficio Immigrazione della Questura che ne ha accertato l’irregolarità del soggiorno sul territorio nazionale. Nei sui confronti è immediatamente scattato il provvedimento di espulsione da parte del Prefetto di Isernia e l’Ordine a lasciare il territorio nazionale entro sette giorni ai sensi dell’art. 14 c.15 bis del D. L.vo n. 286/98, da parte del Questore Pellicone.

    Il personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura ha notificato, inoltre, ad altri 2 stranieri irregolari, un 27enne e un 22enne, cittadini nigeriani, il decreto di espulsione da parte del Prefetto di Isernia e l’Ordine del Questore a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni, mentre una 26enne cittadina ucraina, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per aver soggiornato illegalmente sul territorio nazionale da dicembre 2018 a giugno 2019, quando ha contratto matrimonio con un cittadino italiano.

    Sempre alta è l’attenzione anche nei confronti delle comunità straniere, al fine di monitorare e prevenire la costituzione di pericolose cellule, che potrebbero approfittare della relativa tranquillità del nostro territorio, per diffondere e sviluppare ideologie estremistiche.

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    ASSALTO AL TAXI DEI TIFOSI ROMANISTI: DEFERITI ALTRI TRE ULTRA DEL LECCE

    Come noto, lo scorso 29 settembre, poco prima l’inizio dell’incontro di calcio Lecce-Roma, tenutosi presso lo stadio comunale “E. Giardiniero” di Lecce, un centinaio di persone, legate alla tifoseria ultrà salentina, si sono rese responsabili di un assalto ad un Taxi, all’interno del quale vi erano trasportati tifosi romanisti, danneggiandolo con calci, pietre e bottiglie. Per tali fatti, nell’immediatezza, la locale DIGOS ha tratto in arresto E.L., un giovane di 22 anni della provincia di Brindisi.

    Le successive attività di indagine condotte dagli investigatori della DIGOS, che hanno ricostruito la vicenda attraverso l’attenta visione dei filmati prodotti dal locale Gabinetto di Polizia Scientifica, collazionate -anche- con le immagini acquisite dal nuovo sistema di videosorveglianza ad alta definizione presente allo stadio, hanno permesso di individuare e riconoscere nel gruppo di aggressori, nonostante il travisamento messo in atto dai soggetti durante l’assalto al taxi, altri tre tifosi ultrà che hanno preso parte attiva all’azione.

    Si tratta di F. S., di anni 26, di Melendugno (LE), D.M. G., di anni 24, di Lecce e N. G., di anni 19, di Avetrana (TA), che, come il giovane sostenitore tratto in arresto nell’immediatezza, risponderanno, in concorso, dei reati di lancio di materiale pericoloso, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale aggravata.

    I tre giovani, tutti con il volto travisato per mezzo di scalda collo o nascosto con la maglietta, erano presenti nei pressi della rotatoria posta sulla Lecce-San Cataldo, sin dalle prime violente fasi dell’aggressione al veicolo pubblico.

    Successivamente, mentre si allontanavano lungo via Leo, nel momento in cui i poliziotti avevano fermato il loro sodale (poi arrestato) hanno dato vita ad un’azione di forza nel tentativo di sottrarlo ai poliziotti, non lesinando, in tale circostanza, di lanciare verso gli agenti di Polizia anche sassi e bottiglie di vetro; F.S., in particolare, non esitava ad incitare i suoi compagni a compattarsi per scagliarsi contro i poliziotti.

    Per tutti loro è stata avviata, anche, la procedura per l’irrogazione del provvedimento DASPO.

    Le indagini, intanto, proseguono, in attesa dei riscontri per l’identificazione degli altri soggetti che, nei filmati, si vedono chiaramente prendere parte all’assalto.

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