Tour de France 2019

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    Tour de France: altra assenza eccellente, Cavendish escluso dal suo team.
    Lo sprinter britannico, 34 anni e sempre presente alla Gran Boucle dal 2007, non è stato incluso dalla Dimension Data nel gruppo degli 8 corridori che prenderà il via il 6 luglio da Bruxelles. "Cannonball", vincitore di 30 tappe, non potrà almeno per ora battere il record di Eddy Merckx

    PARIGI - Il Tour de France 2019 perde anche Mark Cavendish, Dopo le defezioni eccellenti di Chris Froome, Tom Dumoulin, Primoz Roglic, Fernando Gaviria e Philippe Gilber, la corsa francese dovrà fare a meno anche dello sprinter britannico che non è stato incluso dalla Dimension Data nel gruppo degli 8 corridori che prenderà il via il 6 luglio da Bruxelles.
    "Cannonball" sempre presente dal 2007
    Una esclusione che non consentirà a Cavendish, vincitore di ben 30 tappe nella Gran Boucle e sempre presente nella corsa a tappe francese fin dal 2007, di avvicinare, se non battere, il record delle 34 vittorie che appartiene a Eddy Merckx. Senza il britannico, 34 anni che lo scorso inverno ha superato una fastidiosa mononucleosi, la squadra sudafricana avrà come uomini di punta Roman Kreuziger, l'esperto Edvald Boasson Hagen e l'italiano Giacomo Nizzolo, fresco di successo al Giro di Slovenia.

    La Repubblica 2/07/2019
     
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    Tour de France mai così incerto: al via da Bruxelles senza padroni

    L'assenza di Froome e Dumoulin rende la corsa a tappe, giunta alla edizione numero 106, difficilmente interpretabile.Team Ineos punto di riferimento con Bernal e Thomas, ma occhio anche a Fuglsang ed ai francesi Pinot e Bardet. L'Italia può dire la sua con Nibal

    Cento anni dalla prima maglia gialla, cinquanta dalla prima vittoria del più grande di tutti, Eddy Merckx. Il Tour de France celebra i due eventi iniziando l'edizione numero 106 da Bruxelles, proprio in onore del Cannibale. Una Grande Boucle all'insegna dell'incertezza: ci sono ovviamente dei favoriti, manca però il favoritissimo. Lo sarebbe stato, se non altro per la bacheca già ricca di 4 successi, Chris Froome che però ha chiuso con il ciclismo per i prossimi sei mesi dopo essersi abbattuto contro un muro al Delfinato (buona notizia, è stato appena dimesso dall'ospedale). Un ruolo che il keniano bianco si sarebbe spartito con Tom Dumoulin, ma anche la stagione dell'olandese continua ad essere segnata dalla caduta al Giro nella tappa di Frascati.

    La squadra di Froome, il Team Ineos (ex Sky) resta comunque quella di riferimento. Usando la definizione dell'intellettuale del gruppo, il francese Romain Bardet, passa semplicemente da 3 a 2 leader. Quello più in forma è Egan Bernal: lo testimonia la bella vittoria al Giro della Svizzera, una delle due cartine al tornasole per valutare la forma Tour. L'altra, il Giro del Delfinato, ha visto protagonista il danese Jacob Fuglsang, in grande spolvero da inizio stagione – ha vinto la Liegi – nonostante le parecchie primavere (34) sul groppone. Tornando a Bernal, ci si interroga sulla tenuta, non solo fisica ma anche psicologica, su tre settimane molto stressanti, visto che si tratta di un ragazzo di ventidue anni. Domanda lecita, visto che la storia degli ultimi tre decenni di Tour ha premiato corridori nel pieno della maturità.

    Non si cura del problema il boss di Ineos, Dave Brailsford, che si è affrettato a definirlo come uno dei due capitani: “E' il migliore approccio per darci più possibilità di vittoria”. A proposito, l'altro leader è Geraint Thomas, il gallese vincitore della scorsa edizione che però arriva alla corsa con condizioni tutte da verificare. "Di rivali ce ne sono molti - analizza la maglia gialla uscente -, ma ci concentreremo su di noi, non su di loro, come al solito. Per quanto mi riguarda, sono felice di essere qui".

    Un bel rebus insomma, che lascia parecchi varchi per nomi che non ti aspetti. Vincenzo Nibali ad esempio è uno di quelli che nei vuoti di potere ci sguazza. Lo Squalo punterà alle singole tappe o alla classifica? Lui stesso non ha risposto, cerchiando la sesta tappa (arrivo in quota a Planche des Belle Filles) per capirci qualcosa in più. "Al campionato italiano non è andata come speravo, quindi vedrò giorno dopo giorno...", ha detto alla vigilia. Circa l'altro italiano atteso, Fabio Aru, la logica dice che un successo di tappa possa essere la massima aspirazione. Senza guardare troppo oltre, viste le insidie che il Tour è solito offrire anche in una tappa dal percorso liscio come un biliardo, sarà proprio Planche des Belle Filles il primo vero crocevia della classifica, con una significativa anticipazione nella crono a squadre del secondo giorno a Bruxelles.

    Un Tour senza certezze, dove anche il piazzatissimo Uran, l'imprevedibile Quintana, il regolarista Adam Yates, il fantasioso Eric Mas e l'eterna speranza mai granché mantenuta Richie Porte, possono dire la loro. Sempre aspettando i francesi. I galli nel pollaio sono sostanzialmente due, e neanche si vogliono bene. Romain Bardet e Thibaut Pinot non hanno mai brillato troppo per costanza ma, soprattutto il secondo, sembra aver trovato una dimensione per poter fare cose importanti nel piani altissimi della classifica. In Francia ormai, quando si tirano le somme sui Campi Elisi, ìsono abituati a celebrare gli altri. L'ultimo capace di esaltare in pieno la loro grandeur è stato Bernard Hinault: sono passati 34 anni...

    La Repubblica 05/07/2019
     
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    Tour de France, Teunissen vince in volata la prima tappa. Secondo Sagan

    Mike Teunissen vince in volata la prima tappa del Tour de France, 194 km con partenza e arrivo a Bruxelles e indossa la maglia gialla. L'olandese del team Jumbo-Visma si impone per una questione di millimetri allo slovacco Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Terzo l'australiano Caleb Ewan (Lotto Souda) che precede gli italiani Giacomo Nizzolo (Dimensione Data) e Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida). Domani seconda frazione, una cronometro a squadre di 27 km sempre a Bruxelles.
    Leggo.it 6 Luglio 2019
     
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    Ciclismo, Tour de France: Teunissen resta in giallo, la Jumbo vince la crono a squadre
    Il team dell'olandese, leader della classifica generale, domina contro il tempo. Secondo posto per la Ineos di Thomas e Bernal, buone risposte per Vincenzo Nibali.

    Per merito della squadra, ma anche per merito suo. La Jumbo-Visma primeggia lungo i 27.6 km della crono a squadre per le strade di Bruxelles, ed il suo leader occasionale, Mike Teunissen, si fa almeno un altro giorno in maglia gialla ed aumenta anche il margine in classifica. Evidentemente il ragazzone proveniente dal ciclocross è destinato a stupire: prima ha ridato la gialla all’Olanda dopo 30 anni, ora ha resistito dopo una crono a squadre velocissima e dal tracciato complesso. Come Jacques Hanegraaf, che nel 1984, ultimo orange in giallo alla vigilia di una crono a squadre, seppe resistere alla furia di gente come Lemond e Fignon.

    "Ieri era un sogno, oggi lo è ancor di più. E' stata dura oggi, siamo partiti molto bene e abbiamo fatto un ottimo lavoro sin dall'inizio. Abbiamo lavorato tutti bene, in strada non sapevamo che eravamo i più veloci. E' per me ancora incredibile, non riesco a realizzare che indosso ancora questa maglia. Con la maglia gialla si vola",è il commento di Teunissen. "E' diverso da ieri, in otto sappiamo di essere forti e posso considerarla una sorpresa relativa quella di oggi. Ringrazio il lavoro del team"

    Nel complesso, l’ingiustizia della crono a squadre è stata meno ‘ingiusta’ del solito. Non ci sono stati distacchi abissali, e per trovare gli sconfitti bisogna andare ai 45" persi dalla Movistar di Quintana e Landa (per quest’ultimo le partenze ad handicap sono ormai una consuetudine) ed ai 59" accusati dalla AG2R di Bardet. Distacchi sui quali facciamo una puntualizzazione. Non sono presi sulla Jumbo di Teunissen (il cui uomo di classifica, Kruijswijk, non rientra oggettivamente nella schiera dei favoriti) ma sul Team Ineos degli uomini da battere Thomas e Bernal. Per lo squadrone britannico il cambio di nome (per i pochissimi che ignorassero è l‘ex Team Sky) prosegue uno strano tabù: non ha mai vinto una crono a squadre al Tour. Eppure, fatta eccezione per Rowe, tutti gli 8 della squadra almeno una volta in carriera hanno vinto una prova contro il tempo. Tra loro anche Moscon: se la squadra avesse rifilato una decina di secondi agli olandesi, il trentino avrebbe indossato la maglia gialla. Il problema è che ne hanno presi 20...

    Comunque, sempre prendendo come riferimento la Ineos, possono essere soddisfatti Uran (8’’ dietro), Pinot (12’’), Nibali (16’’), Fuglsang, che ha assorbito i traumi della caduta, e Adam Yates (21’’). In particolare ai microfoni della tv francese Pinot è sembrato raggiante: “Sono molto soddisfatto di questo inizio di Tour. Stefan Kung ci ha dato molti consigli per una prova del genere. Giovedì non vedo l’ora di arrivare a Planche-des-Belles-Filles (primo arrivo in salita, ndr)". Il riferimento a Kung non è casuale: uno specialista del tempo è tale se sa guidare la squadra e non stressarla. Un po’ come fatto da Rohan Dennis con la Bahrain di Vincenzo Nibali. Tra trappole evitate nel primo giorno e danni limitati al massimo nella crono, i morsi d’assaggio dello Squalo fanno ben sperare.

    ORDINE D'ARRIVO
    1. Jumbo-Visma in 28'57"
    2. Team Ineos a 20"
    3. Deceuninck-Quick Step a 21"
    4. Team Sunweb a 26"
    5. Katusha-Alpecin s.t.
    6. Education First a 28"
    7. CCC Team a 31"
    8. Groupama - FDJ a 32"
    9. Bahrain-Merida a 36"
    10. Astana a 41"
    CLASSIFICA GENERALE
    1. Mike Teunissen (Ned, Jumbo-Visma) in 4h51'34"
    2. Wout Van Aert (Bel, Jumbo-Visma) a 10"
    3. Steven Kruijswijk (Ned, Jumbo-Visma) s.t.
    4. Tony Martin (Ger) s.t.
    5. George Bennett (Aus) s.t.
    6. Gianni Moscon (Ita) a 30"
    7. Egan Bernal (Col) s.t.
    8. Geraint Thomas (Gbr) s.t.
    9. Dylan Van Baarle (Ned) s.t.
    10. Elia Viviani (Ita) a 31"

    La Repubblica 07/07/2019
     
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    Tour de France: Alaphilippe in stile classica, per lui tappa e magglia gialla
    Alaf domina la spettacolareterza tappa, quella del ritorno in Francia. Teunissen si arrende. Big: Bernal e Pinot guadagnano 5'' sugli altri.

    "Quando una giornata è così dura dall'inizio alla fine, di solito vince sempre il più forte". Matteo Trentin dipinge un quadro essenziale della terza tappa del Tour, quella del ritorno in Francia dopo la corposa parentesi in Belgio. Il più forte è Julian Alaphilippe: si impone da dominatore sul traguardo di Epernay e conquista la maglia gialla. Per i francesi un ritorno alla leadership che mancava dal 2014, dal primato di Tony Gallopin. La vittoria di 'Alaf' non è una sorpresa: uno come lui, abituato a vincere le classiche, ha il marchio del predestinato per un traguardo del genere. Hanno però entusiasmato le modalità dell'azione. Poteva attendere lo strappo finale, immaginarselo come il Muro di Huy, ma ha anticipato. Quattro côte più un arrivo complicato da strade strette e imperfette. La più dura è quella di Mutingny: 16 km all'arrivo, è qui che il vincitore esce a doppia velocità.

    Dietro si organizzano. La Jumbo soprattutto cerca la difesa della maglia gialla. Non più quella di Teunissen: l'olandese diventato improvvisamente monarca in Belgio, si scioglie e torna mestamente ma carico di gloria dalla parte della servitù. La Jumbo difende van Aert, anch'egli adatto al finale e messo meglio in classifica di Alaphilippe. La squadra olandese insegue spalleggiata dagli uomini di Sagan e van Avermaet. Ma non c'è niente da fare. "Ho dato tutto, posso dire di aver realizzato un sogno - le prime impressioni della maglia gialla-. Avevo più opzioni, si pensava che potessi attendere anche gli ultimi 300 metri. Mi sentivo bene però e ho deciso di anticipare. Poi, una volta partito, non mi sono posto più domande..."

    In attesa di capire se Alaphilippe un giorno potrà diventare un uomo da Tour (difficile, ma sarà comunque interessante valutare la sua tenuta sul primo arrivo in quota giovedì), uno sguardo alle schermaglie tra i favoriti per la gialla finale. Egan Bernal e Thibaut Pinot sono i più svegli nella bagarre finale, gli altri restano dietro. Cinque secondi di margine, una goccia nel mare del Tour. Però contano, danno fiducia.

    Cronaca di giornata. Per tornare in patria i francesi scelgono Epernay. Un solo precedente, al Tour del 1963, prima tappa con partenza da Parigi. Anche allora, come adesso, giornata non banale. Non tanto per la vittoria di Eddy Pauwels che conquistò la gialla, quanto per la presenza in fuga di Federico Bahamontes, il leggendario scalatore spagnolo che giocò di anticipo senza aspettare le montagne. Alla fine in quel Tour lo spagnolo fu secondo dietro Jacques Anquetil.
    Tornando all'attualità, vanno in fuga in 5: Rossetto (Cofidis), Wellens (Lotto-Soudal), Ourselin (Total Direct Energie), Offredo (Wanty-Gobert) e Delaplace (Arkea-Samsic). Non è una azione senza speranza, tanto che quando Wellens decide di fare tutto da solo, lui capace di vincere due volte al Giro d'Italia, è lecito assegnargli più di una chance. Ma non c'è spazio per nessuno. Il Tour cambia leader: tocca a re 'Alaf'.

    ORDINE D'ARRIVO
    1. Julian Alaphilippe (Fra, Deuceninck-Quick Step) in 4h40'29"
    2. Michael Matthews (Aus, Team Sunweb) a 26"
    3. Jasper Stuyven (Bel, Trek-Segafredo) s.t.
    4. Greg Van Avermaet (Bel) s.t.
    5. Peter Sagan (Svk) s.t.
    6. Matteo Trentin (Ita) s.t.
    7. Sonny Colbrelli (Ita) s.t.
    8. Xandro Meurisse (Bel) s.t.
    9. Wout Van Aert (Bel) s.t.
    10. Thibaut Pinot (Fra) s.t.

    La Repubblica 08/07/2019
     
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    Tour de France, Viviani vince allo sprint: a Nancy tocca all'Italia.
    Il veneto si riscatta alla grande dopo le delusioni del recente Giro, battendo Kristoff ed Ewan. Alaphilippe rimane in maglia gialla.

    "Avevo vinto tappe alla Vuelta ed al Giro, con questo sprint al Tour ho chiuso il cerchio". Elia Viviani batte un colpo, un grande colpo, anche in terra francese. Sprint perfetto, sviluppato alle transenne, dopo un lavoro di qualità della squadra. Su tutti Morkov e Richeze, gli ultimi vagoni del treno della Deceunink-Quick Step. Non va però dimenticato che anche la maglia gialla, Julian Alaphilippe, si è messo al lavoro tenendo alto in ritmo all'ultimo km.

    Viviani, che si impone su Kristoff ed Ewan, in un colpo solo si scrolla di dosso la delusione della prima tappa ("colpa mia, avevo perso il treno dei miei compagni") e dell'ultimo Giro d'Italia, dove tra retrocessioni di ordini d'arrivo e contrattempi in serie, non ne aveva azzeccata una. Interrotto un doppio digiuno italiano: una vittoria di tappa non arrivava dal 2017 con Fabio Aru, mentre per ritrovare la purezza di uno sprint nostrano bisogna addirittura andare indietro di nove anni, ad Alessandro Petacchi nel 2010. Vero, anche Trentin (sempre a Nancy) si impose in volata nel 2014, ma i ranghi non erano compatti (una trentina di uomini in tutto) e l'unico uomo veloce con cui confrontarsi era l'immancabile Sagan.

    La Repubblica 09/07/2019
     
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    Tour de France: riecco Sagan, vittoria allo sprint. Alaphilippe resta in giallo
    Apparso finora non brillantissimo, lo slovacco torna alla vittoria a Colmar precedendo Trentin e van Aert. Non cambia la classifica generale alla vigilia del primo arrivo in salita.

    Peter Sagan ha vinto la quinta tappa dell'edizione numero 106 del Tour de France, la Saint-Die-des-Vosges - Colmar di 175.5 chilometri. La quinta frazione della Grande Boucle è terminata con un arrivo in volata nella quale lo slovacco della Bora-Hansgrohe non ha lasciato scampo ai rivali, confermando sulle proprie spalle la maglia verde della classifica a punti. Battuti, nell'ordine, Van Aert e l'azzurro Matteo Trentin. La maglia gialla Julian Alaphilippe conserva la leadership della classifica generale, bene anche Vincenzo Nibali che transita nel gruppetto di testa. Domani in programma la sesta frazione della corsa transalpina, la Mulhouse-La Planche des Belles Fillesè di 160,5 km: si tratta della prima tappa realmente impegnativa e con un arrivo in salita, ben sette GPM in programma con i big chiamati a darsi battaglia.

    La Repubblica 10/07/2019
     
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    6ª tappa Tour: si parte da Mulhouse si arriva a La Planche des Belles Filles
    Primo esame per i big della Grande Boucle. A La Planche des Belles Filles hanno vinto Nibali nel 2014 e Aru nel 2017

    Il Tour de France numero 106 mette in scena oggi la sesta tappa, 160,5 km da Mulhouse a La Planche Des Belles Filles, primo arrivo in salita: in tutto ben 7 Gpm. Ecco il dettaglio: dopo 43,5 km c’è Le Markstein, 10,8 km al 5,4%, prima categoria; dopo 50,5 km il Gran Baloon, 1,3 km al 9%, terza; dopo 74 km il Col du Hundsruck, 5,3 km al 6,9%, seconda; dopo 105 km il Baloon d’Alsace, 11 km al 5,8%, prima; dopo 123,5 km il Col des Croix, 3,3 km al 6,1%, terza; dopo 141,5 km il Col des Chevreres, 3,5 km al 9,5%, seconda (abbuoni di 8”, 5” e 2”); la salita finale di prima categoria misura 7 km all’8,7%, quota 1.140 metri. Il Tour è già arrivato tre volte a La Planche des Belles Filles: nel 2012 vinse Froome con Nibali quarto, nel 2014 primo Nibali, nel 2017 vinse Aru. Stavolta si arriva un chilometro più in alto con pendenze oltre il 20%.

    Gazzetta dello Sport.
     
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    Tour: Ciccone è la nuova maglia gialla
    Si è piazzato secondo a La Plance des Belles filles, dietro Teuns.

    Un italiano in maglia gialla al 106/o Tour de France di ciclismo: è l'abruzzese Giulio Ciccone che, nella 6/a tappa, da Mulhouse a La Plance des Belles filles, lunga 160,5 chilometri, si è piazzato secondo, a 11" dal vincitore Dylan Teuns. Ciccone adesso nella generale guarda tutti dall'alto per pochi secondi.

    Ansa
     
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    Tour, LIVE 7ª tappa: in volata spunta Groenewegen! Ciccone resta in giallo
    L’olandese si impone allo sprint su Caleb Ewan, terzo Sagan. Buon quarto posto per Colbrelli. L’italiano della Trek-Segafredo rimane primo in classifica generale.

    ORDINE D'ARRIVO 7/A TAPPA
    1. D. Groenewegen (TJV) 6h02'44''
    2. C. Ewan (LTS) st
    3. P. Sagan (BOH) st
    4. S. Colbrelli (TBM) st
    5. H. Philipsen (UAD) st
    6. E. Viviani (DQT) st
    7. G. Nizzolo (TDD) st
    8. J. Stujven (TFS) st
    9. M. Matthews (SUN) st
    10. A. Kristoff (UAD) st

    CLASSIFICA GENERALE
    1. GIULIO CICCONE 23h 14'55''
    2. J. Alaphilippe +6''
    3. D. Teuns +32''
    4. G. Bennett +47''
    5. G. Thomas +49''
    6. E. Bernal Gomez +53''
    7. T. Pinot +58''
    8. S. Kruijswijk +1'04''
    9. M. Woods +1'13''
    10. R. Uran +1'15''
    20 V. Nibali +1'56''.

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    Tour de France: Alaphilippe sfila la gialla a Ciccone. Tappa a De Gendt, crolla Nibali
    Fuga vincente del belga, ma grande spunto del francese, che attacca insieme a Pinot e torna in vetta alla generale.

    Il belga Thomas De Gendt della Lotto Soudal ha vinto l'8/a tappa del Tour de France, la Mâcon-Saint-Étienne di 200.0 km. Secondo posto per il francese Thibaut Pinot della Groupama-FDJ, arrivato in compagnia del connazionale Julian Alaphilippe della Deceuninck-Quick Step a 6 secondi. A 26 secondi è arrivato il gruppo dei migliori regolato dall'australiano Michael Matthews della Sunweb davanti a Peter Sagan della Bora e Matteo Trentin della Mitchelton-Scott. Giornata da dimenticare per Vincenzo Nibali della Bahrain Merida, staccatosi sull'ultimo strappo di giornata, arrivato a oltre 4' dal vincitore di tappa.

    La Repubblica 13/07/2019
     
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    Tour de France: fa festa Impey, Alaphilippe resta in giallo:
    La previsioni dicevano fuga, e fuga è stata: il sudafricano nel testa a testa finale ha la meglio sul belga Benoot. Gruppo a 16’25”.

    Dopo 8 tappe di battaglia sul Massiccio Centrale ci si attendeva una frazione che poteva premiare una fuga. E la facile previsione è stata rispettata. Dopo il via da Saint Etienne una ventina di minuti di bagarre, con la pesante caduta di Alessandro De Marchi, e se ne vanno in quattordici: Nomi di spessore al suo interno: Lukas Postlberger (Bora-hansgrohe), Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), Ivan Garcia Cortina, Jan Tratnik (Bahrain-Merida), Tony Martin (Jumbo-Visma), Simon Clarke (EF Education First), Daryl Impey (Mitchelton-Scott), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Nicolas Roche (Sunweb), Jesus Herrada (Cofidis), Tiesj Benoot (Lotto Soudal), Romain Sicard (Total Direct Energie), Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), Anthony Delaplace (Arké-Samsic). Marc Soler si aggiunge dopo poco mentre il gruppo lascia fare. Si capisce subito che questa è l’azione buona. Sul Saint Just, un gpm di 3a categoria a una quindicina di chilometri dal traguardo provano ad andarsene Roche e Benoot. Su di loro rientra Impey. Una serie di scaramucce e Roche cede, così a Brioude si va a un testa a testa. Impey, campione sudafricano è nettamente più veloce; Benoot parte dalla posizione migliore, da dietro, ma questo non gli basta. Il gruppo chiude a 16’25” e la maglia gialla non cambia, resta sulle spalle del francese Julian Alaphilippe.

    La Gazzetta dello Sport 14/07/2019
     
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    Tour de France: van Aert beffa Viviani. Alaphilippe resta giallo, il vento manda Pinot ko
    Volata vincente del belga, che piega l'azzurro al fotofinish.Scossone nella generale, con il vento che spezza il gruppo: male il francese della Fdj, e con lui Landa (attardato da una caduta), Fuglsang e Porte.

    La 'banalità' del Tour, nella sua grandezza spesso deciso in giorni apparentemente banali. Thibaut Pinot, speranza di Francia più di Alaphilippe (ancora saldamente leader) per riportare la gialla a Parigi dopo 34 anni, pimpante sullo sterrato di La Plance des Belles Filles e non solo, si fa fregare dal vento. Da Saint Flour ad Albi è un classico percorso in cui i fuggitivi fuori classifica combattono contro i velocisti. Pinot, ma con lui altri big come Fuglsang, Porte e Uran, pensano ad una giornata di relativo riposo, quasi da legare con la prima sosta prevista martedì.

    Ma c'è il vento, micidiale e laterale: Pinot, rilassato su allori virtuali, non è nelle prime posizioni quando una accelerazione in testa spacca il plotone. Una disattenzione grave del francese, personale ma anche dell'ammiraglia, che probabilmente finirà per costargli il Tour. La Ineos di Thomas e Bernal questi errori non li fa, davanti scatena l'inferno insieme alle squadre dei velocisti non caduti nella rete. Alla fine fanno un minuto e quaranta di ritardo, una eternità per una tappa del genere. Una eccezione alla disfatta dei big è rappresentata da Landa: lo spagnolo l'attimo lo coglie, ma viene spedito dietro da una caduta, sembra provocata da Bardet. Una disdetta per il buon Mikel, spesso prigioniero di contrattempi che ne compromettono la classifica.

    E veniamo ai velocisti non imbambolati dal vento. Ce ne sono anche di nostri. Matteo Trentin, ma soprattutto Elia Viviani. L'ex campione d'Italia sfiora la doppietta allo sprint. Sfiora è il termine giusto: 5 centimetri lo dividono dal vincitore, Wout Van Aert. Volata mozzafiato. Van Aert parte prima, Viviani piazza la rimonta alle transenne sul un rettilineo in leggerissima pendenza (2%). Testa a testa che van Aert risolve con il classico colpo di reni.

    La Repubblica 15/07/2019
     
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    Tour: Alaphilippe, "Parigi molto lontana"
    Maglia gialla in giorno riposo "sto bene, spero di sorprendermi".

    "Quel che ho fatto finora è al di sopra delle mie aspettative. Parigi è lontana, molto lontana, e io mi godo la maglia gialla giorno per giorno". Nel giorno di riposo dopo dieci tappe molto intense, Julian Alaphilippe si ritrova un po' a sorpresa leader del Tour de France e vive la situazione senza aspettative eccessive ma con la consapevolezza di poter dire ancora qualcosa. "Sono lucido, il più difficile deve ancora venire - dice in un'intervista riportata da L'Equipe - tengo i piedi per terra, anche se non mi sono mai sentito così bene, sono ancora abbastanza fresco". Il suo obiettivo per ora, spiega, è "essre in testa alla classifica venerdì", giorno della crono di Pau (27,2 km): "Ho progredito molto in questo tipo di prova e ora spero di sorprendermi".

    Ansa 16/07/2019
     
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    A Tolosa festeggia Ewan, Viviani terzo. Bonifazio urta col casco il cellulare di un tifoso
    Volata vincente del tasmaniano al colpo di reni su Groenewegen. Alaphilippe sempre in giallo. Ciccone a 4’12”: coinvolto nella caduta di Terpstra, batte il ginocchio destro. Giovedì prima tappa pirenaica a Bagneres de Bigorre con il Peyresourde.

    Terpstra ritirato—

    Ce l’ha fatta, finalmente. E a Tolosa vince l’unico velocista che finora non aveva esultato, con la quarta volata su cinque decisa al fotofinish. Caleb Ewan, tasmaniano di 25 anni, che corre nella belga Lotto-Soudal, batte al colpo di reni l’olandese Groenewegen e il nostro Elia Viviani, rimasto chiuso nel momento in cui si è lanciata la volata. Per Ewan è la settima vittoria nel 2019, dopo essersi imposto in due tappe al Giro d’Italia: Pesaro e Novi Ligure. Così, dopo cinque sprint, si sono imposti altrettanti velocisti diversi: Teunissen, Groenewegen, Viviani, Van Aert ed Ewan. Da valutare però il cambio di direzione di Ewan, che ai 150 metri fa una scorrettezza ai danni del ligure Nicolò Bonifazio, che si stava lanciando molto bene e che poi ha urtato con il casco contro il braccio di uno spettatore che provava a fare una foto ai corridori.
    Giornata di tensione nel finale, con una caduta di Niki Terpstra, che si è dovuto ritirare, e inseguimento forsennato di Nairo Quintana per rientrare nel gruppo dei big. Coinvolto anche Giulio Ciccone, che batte il ginocchio destro e chiude a 4’12”, sofferente. Prossimo appuntamento per i velocisti martedì 23 a Nimes, dopo il secondo e ultimo giorno di riposo, sulla strada che porta alle Alpi. Poi ci sarà l’ultima volata, sui Campi Elisi di Parigi, che per il prestigio vale una grande classica.

    Montagne—In classifica non cambia nulla, con il francese Alaphilippe con 1’12” su Thomas e 1’16” su Bernal. Ma adesso il Tour de France entra nel vivo con la prima tappa pirenaica, la meno dura: giovedì dodicesima tappa, Tolosa-Bagneres de Bigorre, km 202. Da scalare il Peyresourde (13,2 km al 7%), una delle vette storiche del Tour, al km 138 e l’Hourquette d’Ancizan (9,9 km al 7,5%) a 30 km dalla conclusione. Poi discesa sino al traguardo di Bagneres de Bigorre, nei Pirenei francesi. Bernal, Quintana, Pinot, Bardet, Landa, Woods, Aru, Nibali: giorno di attacchi e di speranza.

    Gazzetta dello Sport 17/07/2019
     
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