Agente Lisa

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    Agente Lisa è uno dei canali mediatici multimediali della Polizia di Stato.
    Apro questa discussione, siccome ci informa su molte novità sulla Polizia di Stato.

    Rubano gioielli dei genitori e Playstation dei figli. Refurtiva recuperata e riconsegnata ‪#‎Squadramobile‬
    Buongiorno dall'Agente Lisa!
    Ogni bambino ha il suo supereroe preferito e chissà, da oggi per due ragazzini di 7 e 10 anni il Questore di Campobasso potrebbe diventare il loro.
    Sì, perché proprio il Questore, a pochi giorni dal furto avvenuto nell’abitazione dei genitori dei due bambini, li ha chiamati per farli andare in Questura e ha restituito loro personalmente la Playstation ritrovata.
    Per i due bambini è stato come ricevere di nuovo il regalo di Natale, rubato solo dopo pochi giorni dall’averlo ricevuto. Quel regalo tanto agognato, messo sotto l’albero, aperto il giorno di Natale e stretto tra le mani per pochissimo prima di vederlo sparire.
    Anche i genitori, andando a fare denuncia in Questura avevano più volte detto di essere preoccupati e rattristati non tanto per il furto dei gioielli, ma perché i figli ci erano rimasti malissimo per la sparizione del gioco.
    E della cosa si è ricordato il Questore quando gli uomini della Squadra mobile gli hanno comunicato di aver preso il ladro e il suo complice e recuperato la refurtiva.
    Perciò ha convocato i bambini e i genitori nel suo ufficio e lì ha fatto le veci di Babbo Natale, riconsegnando il regalo tanto desiderato.
    Si dice che la felicità si trovi nelle piccole cose e quale miglior esempio di felicità se non il vedere il sorriso spontaneo e sincero sulla faccia di un bambino?
    Oltre al bel gesto del Questore, volete sapere anche come hanno fatto i poliziotti della Squadra mobile a rintracciare il ladro? Bene, per prima cosa hanno contattato i rivenditori di videogiochi della zona per sapere se qualcuno avesse cercato di mettere in vendita l’oggetto di furto. Poi si sono dedicati ad indagini di tipo informatico. La Playstation era stata registrata in Rete, quindi anche tutti gli accessi fatti da quella specifica consolle venivano registrati. Ad un certo punto il detentore della PS3 ha acquistato un videogioco online e poi ha contattato un negozio per una permuta della Playstation. Il negoziante che era stato precedentemente allertato, ha avvertito la Polizia e gli agenti hanno visto che il malvivente aveva usato lo stesso account per effettuare le due operazioni. Sono riusciti a identificarlo e dopo la perquisizione hanno ritrovato gli oggetti rubati alla famiglia di Campobasso il 30 dicembre scorso.

    Sito Facebbok Polizia di Stato.
     
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    Buon sabato a tutti dall’Agente Lisa!
    Spesso leggiamo sui giornali o anche su questa pagina che un poliziotto libero dal servizio è intervenuto in soccorso di un cittadino e per interrompere un reato. Cosa significa libero dal servizio? Significa che in quel momento non sta lavorando nell’ambito di un turno di lavoro predisposto dall’ufficio. Ma la domanda è: quando si è veramente liberi dal servizio?
    Lungi da me voler essere retorica ma è un dato di fatto che – e molti lo potranno confermare – non è un foglio con i turni scritti sopra il tuo primo pensiero quando vedi una situazione di necessità.
    L’uniforme ti conquista la pelle centimetro dopo centimetro e ti ritrovi a “portarla” sempre anche quando sei in jeans e passeggi per conto tuo. Tutto questo ha un costo però e a volte te la cavi alla grande, a volte con escoriazioni o con qualche dolore alle ossa, e a volte invece “ti dice male” e questo gesto lo paghi tanto. Mi viene in mente il caso del collega che, nei giorni scorsi, a Roma è stato aggredito da due uomini ai quali aveva intimato di ricomporsi dopo che avevano urinato in strada e mostrato i genitali ad una donna che passava con le sue due bambine.
    Nonostante fosse stato ferito seriamente è riuscito, da solo perché nessuno lo ha aiutato, a bloccare uno dei due aggressori. Poi anche l’altro è finito in manette rintracciato dai colleghi dopo un’indagine lampo.
    Anche a Massa è rimasto ferito un poliziotto, una donna, che era intervenuta in seguito ad un’aggressione. Qui un uomo di 25 anni è stato visto dalla collega, che tornava a casa per fine turno ed era ancora in divisa, mentre si scagliava contro un anziano esercente all’interno di un negozio poco distante dalla questura. Il tentativo di fermare la furia del giovane che si accaniva sull’anziano, le è costato una distorsione al polso. Ma per fortuna prima che fosse sopraffatta fisicamente sono intervenuti altri poliziotti che hanno notato la scena e che hanno aiutato la donna a bloccare l’aggressore.
    Due episodi diversi, poliziotti liberi dal servizio entrambi, ma nel primo caso purtroppo la differenza l’ha fatta l’impassibilità dei passanti. Una chiamata al 113 o al 112 si può fare anche per aiutare un poliziotto.
     
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    Roma San Pietro sono le 2 di una notte polare, donna senza fissa dimora dà alla luce bimba.Poliziotta l’aiuta
    Venire al mondo in condizioni proibitive e sopravvivere contro tutti i pronostici. Questa è la forza di Irene, nata questa notte per strada e che, con ancora il cordone ombelicale attaccato, ha trovato il primo tepore nell’imbottitura di pile del giaccone di un poliziotto.
    E forse proprio quel riparo improvvisato ha salvato la vita della piccola che aveva smesso di piangere ed era diventata cianotica. Ma andiamo con ordine.
    La mamma di Irene, una donna straniera senza fissa dimora è con il compagno per strada come tutte le notti. Sono ad un passo dal famoso colonnato dove ogni giorno transitano migliaia di turisti e dove ancora c’è il presepe che fa bella mostra per le foto. Ma a quell’ora non c’è più nessuno e la gravidanza è giunta al termine. E’ arrivato il momento per la piccola di venire al mondo e per lei non c’è nemmeno un po’ di fieno ad accoglierla.
    Ormai il parto è talmente avanzato che l’uomo chiede aiuto al vicino posto di Polizia adiacente alla basilica. Quando arrivano i colleghi, Salvatore e Maria, non fanno nemmeno in tempo a chiedere cosa succede che vedono la bimba nascere scivolando sul selciato. Con ancora il cordone ombelicale la raccolgono con dolcezza, Salvatore si sfila al volo il giubbotto, e la avvoltolano nella fodera di pile. Maria si accuccia perché la bambina è ancora attaccata alla madre e la tiene stretta al petto. Con le mani le tolgono il muco che le impedisce di respirare e sperano che i soccorsi arrivino il più presto possibile, perché il gelo è un nemico in più.
    L’ambulanza arriva di gran carriera, la separano dalla madre e le portano in ospedale. Ora la piccola è al Santo Spirito, dove l’ostetrica di turno ha scelto il suo nome che significa Pace e anche la mamma si sta riprendendo. Non sappiamo quale sarà la decisione della donna, se accettare l’offerta di Papa Francesco che ha offerto ospitalità per un lungo periodo alla donna per consentirle di tenere la figlia, oppure se lasciare che sua figlia trovi in un'altra famiglia le possibilità che ora non può offrirle . Insomma di questo presepe vivente che si è ricreato stanotte a San Pietro resta la grande emozione della nascita e una bimba che ha strillato al mondo la sua voglia di vivere.
     
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    Roma finti poliziotti derubano in centro dei turisti ma vengono arrestati dopo pochi istanti da una pattuglia
    I due truffatori fingendosi agenti sottoponevano i malcapitati a un controllo con sommaria perquisizione e così si facevano consegnare il denaro.
    Guardate l'incredibile tempismo dei miei colleghi.
    Agente Lisa.
     
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    Buona domenica a tutti dall’Agente Lisa!

    Avventura molto rischiosa ma a lieto fine per tre poliziotti che si trovavano a Moena (Tn), nel nostro Centro di Addestramento Alpino, per un corso di soccorso e sicurezza in montagna.
    Vediamo come è andata.
    Dopo aver saputo di essere stati promossi (solo in 6 su 17 partecipanti) i tre decidono di andare a prendere qualche souvenir per le mogli, quando in pieno centro di Moena alzano lo sguardo attirati dall’odore di bruciato e vedono che sul tetto dell’Hotel Dolomite ci sono fumo e fiamme.
    Senza neanche parlarsi si precipitano dentro e, qualificandosi, in modo risoluto dicono all’impiegata della portineria cosa sta succedendo e quindi di dare l’allarme. La ragazza li guarda esterrefatti faticando a realizzare cosa dicono quei tre vestiti da sciatori. A quel punto i poliziotti capiscono che non c’è tempo da perdere, chiamano i Vigili del fuoco e gli altri numeri di emergenza e vanno al 4° e ultimo piano e da lì sul tetto.
    E ci trovano il titolare che da solo sta cercando di spegnere le fiamme, quindi prendono gli estintori dagli altri piani dell’albergo per dargli manforte.
    La guaina del tetto però, con le fiamme ha iniziato a prendere fuoco e a sciogliersi e gli estintori ormai sono scarichi. I vigili purtroppo tardano ad arrivare perché i volontari del posto non hanno l’attrezzatura idonea e quindi bisogna aspettare rinforzi dal Comando di Trento. A quel punto tentano di fermare le fiamme con la manichetta dell’acqua ma la manovra si ritorce contro perché una volta uscita, l'acqua si gela quasi subito, siamo a -13°, e crea un sottile strato di ghiaccio che per poco non li porta a precipitare da 26 metri.
    Fortuna o angelo custode, non so, uno dei tre nello scivolare si aggrappa in tempo al cavo vita del tetto e gli altri a lui.
    Rientrano perché le fiamme ormai sono fuori controllo e vanno stanza per stanza per far evacuare l’albergo, visto che il fumo comincia a rendere difficoltoso respirare nei piani alti. Senza uniforme però non è facile convincere ad uscire gente che è in stanza tranquilla. Una mamma sta allattando, altri sono in doccia, ci sono persone anziane e non tutti sono italiani. Immaginate le difficoltà.
    Alla fine, con un secondo giro di perlustrazione trovano anche una donna australiana che era in bagno e non li aveva sentiti quando erano entrati in stanza la prima volta.
    Finalmente con tutta la gente in strada, soccorsa dagli altri albergatori con coperte e generi di conforto, arrivano i Vigili del fuoco che riescono a spegnere le fiamme.
    E anche per i nostri tre colleghi è giunto il momento di una corsa in ospedale a Cavalese per l’intossicazione da fumo e qualche lieve ustione alle braccia.
    Insomma Giulio, Marcello e Davide hanno rischiato parecchio ma gli ospiti dell’albergo sono tutti salvi.
    A proposito di Davide un paio di settimane prima aveva salvato un 50enne con la manovra di Heimlich durante le vacanze in Val Badia. Che abbia la vocazione da supereroe?

    Commento della Direzione:

    No Lisa.
    E' un Poliziotto che fa il suo dovere !. :busted_blue.gif:
     
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    Brescia scoperti 50 ‪#‎matrimoni‬ fittizi nel 2015 con ‪#‎anziani‬ per ottenere il permesso di soggiorno ‪#‎essercisempre‬
    Buona domenica a tutti dall’Agente Lisa!
    Partiamo da un dato, solo nella questura di Brescia nel 2015 sono stati scoperti 50 matrimoni fittizi di alcune cittadine provenienti da Paesi extra europei con uomini anziani e soli, sposati e abbandonati subito dopo le nozze.
    50 casi non sono pochi.
    E si prevede che siano in aumento, basti pensare che in Questura, il personale della Polizia amministrativa indaga su un nuovo caso ogni settimana.
    L’ argomento è un po’ spinoso ma prima di arrabbiarci con i nostri connazionali che sono caduti in questo inganno, cerchiamo di capire cosa li ha portati a credere all’amore di una donna di 30-35 anni più giovane che in realtà cercava solo la scappatoia per ottenere un permesso di soggiorno.
    Non so voi ma io con il passare degli anni ho sviluppato più attenzione verso gli anziani e le loro vite di tutti i giorni e ogni cosa che li riguarda mi rende sensibile all’argomento.
    Vi è mai capitato di vedere questi uomini passeggiare da soli, con le mani dietro la schiena, i pantaloni e la giacca che sono invecchiati insieme a loro e le scarpe che non concedono nulla allo stile ma solo alla comodità? Oppure i capannelli al bar dove gli uomini si fanno compagnia parlando di sport? Tra loro ci sono sempre quei due o tre che all’ora di cena salutano e vanno a casa mestamente perché non c’è nessuno ad aspettarli.
    Il quadro è chiaro. Da una parte ci sono loro e dall’altra alcune donne molto più giovani, che sono alla ricerca di un permesso di soggiorno e vogliono risolvere il problema velocemente con un matrimonio. Ma spesso questi uomini non lo sanno o sperano solo che non sia così. E quando la consorte sparisce dopo pochi giorni il colpo è ancora più duro da sopportare.
    Quelli che ho descritto infatti sono più facilmente preda di queste donne. Arrivano a fermarli per la strada, al supermercato o al bar e loro pur di scappare alla solitudine di giornate vuote si fanno abbindolare, credendo ad un amore che però non merita questo nome e che invece li lascerà ancora più soli.
    Per fortuna, tra le tante esperienze negative si registra anche qualche unione felice e sincera. Magari la differenza d’età nella la coppia è un po’ meno evidente.
    In tutte le questure c’è una squadra investigativa dell’ufficio immigrazione che si occupa proprio di smascherare questi matrimoni, che lo sono solo sulla carta. I colleghi raccolgono le testimonianze a volte avvilite e a volte rabbiose di questi uomini, che spiegano come immediatamente dopo le nozze le mogli siano sparite.
    Almeno fino a quando le rintracciano i poliziotti per notificargli il decreto di espulsione, purtroppo però non riusciamo a riparare i cuori
    Emoticon frown.
     
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    Catania, ragazza scivola dalla scogliera. Salvata dai poliziotti delle volanti e dai Vigili del Fuoco ‪#‎essercisempre‬
    Buongiorno a tutti dall’Agente Lisa.
    Iniziamo la giornata con la vita. Parola grossa direte voi. Non parlo della vita che comincia con la nascita, ma di quella già “avviata”, della vita adulta, con le sue difficoltà e piccole e grandi soddisfazioni.
    Trovo sempre il modo di stupirmi di come alcune persone riescano ad essere felici e fare grandi cose pur vivendo una sofferenza fisica e altre che, pur avendone le potenzialità non riescono proprio a trovare la via della felicità.
    La mia è una riflessione priva di giudizio e proprio a questo pensavo quando ho saputo che alcuni miei colleghi della Questura di Catania erano intervenuti per un caso di tentato suicidio.
    Una ragazza di 30 anni era uscita di casa con l’intento di farla finita e siccome non era la prima volta che accadeva, i familiari avevano subito dato l’allarme.
    In quei momenti, di confusione e angoscia per qualcuno, si deve mettere in moto tutta l’efficienza di qualcun altro. La centrale operativa che riceve la richiesta d’aiuto deve subito organizzare i soccorsi e i poliziotti in volante si devono mettere immediatamente alla ricerca.
    E gli agenti intervenuti (li vedete nella foto) si sono attivati subito. Sapendo che la ragazza si trovava sul lungomare, perché il gps del suo cellulare l’aveva localizzata in zona, hanno pensato che potesse gettarsi dagli scogli. Sono quindi scesi dalle auto e lo hanno percorso a piedi, sporgendosi verso la scogliera e chiamando continuamente il suo nome. Senza mai perdere il contatto con il padre per avere e dare aggiornamenti in tempo reale.
    Il lungomare lo hanno percorso tutto e alla fine una voce ha risposto ai loro appelli chiedendo aiuto.
    La ragazza infatti era realmente andata sulla scogliera con l’intento di gettarsi in mare, poi per la paura aveva deciso di desistere ma proprio in quel momento era scivolata finendo in un tratto di roccia molto ripida e impervia, a pochi centimetri dal mare, senza avere più possibilità di tornare indietro.
    I poliziotti non potendo raggiungerla in alcun modo hanno chiamato i Vigili del fuoco cercando, dall’alto di mantenere un contatto anche solo con la voce, con le parole fino all’arrivo dei soccorsi.
    La povera ragazza poi è stata imbracata e riportata su dove c’era già l’ambulanza ad aspettarla ma soprattutto la presenza del papà che speriamo potrà darle il sostegno necessario a superare il brutto periodo che sta vivendo.
    Quando si partecipa ad operazioni del genere, al gioia per aver contribuito a salvare una vita lascia molto spazio anche alla consapevolezza che la strada per risolvere i problemi è lunga ed il cammino è solo all’inizio, ma tu ti devi fermare, oltre un certo limite non puoi andare.
    La vita è fatta di contrasti e mi accorgo sempre più delle sfumature, di quanto il bene si mescoli con il male, di quanto i sentimenti siano un misto di gioia e tristezza
     
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    Terni, la Polizia ritrova minorenne scomparsa il 3 febbraio.Era a Roma tenuta in un appartamento contro la sua volontà
    Buongiorno a tutti dall’Agente Lisa.
    Si è conclusa con un lieto fine la vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso i genitori della ragazzina scomparsa da casa a inizio mese e tutta una comunità, allarmata e angosciata di fronte ad un fatto del genere.
    Perché quando la sera una figlia non rientra a casa e non da notizie di sé, ai genitori crolla il mondo addosso. Chi dovrebbe proteggerla e garantire che stia sempre bene si ritrova, impotente ad aspettare qualsiasi tipo di notizia.
    Quella sera del 3 febbraio scorso i genitori hanno subito avvertito la Polizia e gli agenti hanno attivato immediatamente le procedure previste in caso di allontanamento di un minore da casa.
    Cosa fanno i poliziotti in questi casi?
    Innanzitutto i dati del minore scomparso vengono inseriti nel data base a cui possono accedere tutte le forze dell’ordine, in tutta Italia. Poi queste informazioni vengono date anche agli organi di stampa nazionali e locali. Infatti, il caso della ragazza scomparsa da Terni è arrivato anche a “Chi l’ha visto?”
    I poliziotti poi si sono avvalsi di alcune tecniche investigative per rintracciare la posizione della ragazzina tramite il segnale gps del suo cellulare e la cosa ha dato i suoi frutti perché le tracce li hanno portati nella zona est di Roma, in un’abitazione ben precisa.
    Proprio lì i poliziotti hanno fatto irruzione, in quell’appartamento degradato in cui la poveretta era tenuta segregata, senza poter contattare nessuno e hanno arrestato 3 persone, un uomo e due donne, una delle quali minorenne, usata come “aggancio” per la ragazzina sequestrata.
    L’incubo è finito e lei ha potuto riabbracciare i genitori. Di certo non si aspettava di finire lontano da casa e destinata a chissà quale futuro quando “l’amica” l’aveva convinta a salire su quella macchina con altri amici che alla fine non si sono rivelati tali. Una settimana di angoscia chiusa in quella casa e poi finalmente la porta si è aperta e ha fatto ingresso prima di tutti una donna, questa volta una vera “amica”, la poliziotta che l’ha salvata.
     
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    Voglio dedicare questa giornata al ricordo del collega Rosario Sanarico, deceduto ieri sera mentre era impegnato come sub nelle ricerche di Isabella Noventa nelle acque del Brenta. Ci stringiamo in un abbraccio ai suoi familiari, amici e colleghi che lavoravano con lui al CNES di La Spezia. Rosario aveva 52 anni, una moglie e due figli. Una tragedia che ci lascia senza parole. Riposa in pace Sasà

    Abbiamo aspettato sino all'ultimo momento per dare la notizia della morte del nostro collega Rosario Sanarico, un sub del Centro nautico e sommozzatori della Polizia di Stato di La Spezia. Abbiamo aspettato non perchè fossimo certi che potesse salvarsi; le sue condizioni infatti, dopo l'incidente di oggi pomeriggio nelle acque del Brenta, erano apparse subito disperate.
    Abbiamo atteso perchè ci sembrava giusto che i familiari lo vedessero e potessero salutarlo prima di pubblicare la sua foto ed il suo nome sulla nostra pagina.
    Per quel senso di rispetto del dolore e della sofferenza, abbiamo preferito aspettare. Chiamatelo anche pudore se volete.
    Ora purtroppo lo diciamo anche noi: Rosario Sanarico, ispettore superiore di 52 anni, non ce l'ha fatta; è morto a seguito di un incidente avvenuto vicino Venezia, mentre nelle acque di una chiusa cercava il corpo di una donna assassinata.
    Non sappiamo ancora con certezza come sia accaduto ad un professionista con anni di immersioni .Per adesso diciamo solamente Ciao Rosario.
     
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    I gioco-test su Facebook e le conseguenze di un “semplice” clic per un uso consapevole del Web.
    “A che animale somigli?”; “Di quale attore sei sosia?”; “Cosa sarai nella prossima vita”? Eccetera eccetera. Quanti di voi si divertono a giocare ai test su Facebook? Non c’è nulla di male, penserete, ma accettando di giocare date il permesso a società esterne di accedere ai vostri dati, sappiatelo.
    Cosa succede quando si clicca su “inizia test”? Ce lo spiega la Polizia postale. In pratica con quel clic si esce da Facebook e si viene indirizzati su un’altra piattaforma, gestita da altre società che si impossessano dei dati personali contenuti su Facebook: nome e cognome, data di nascita, città natale e di residenza, scuole frequentate e, attenzione, lista degli amici e indirizzo IP.
    Queste informazioni personali hanno un valore di mercato, perché le varie società possono studiare i diversi profili e pubblicizzare meglio i loro prodotti.
    Così poi “casualmente” arrivano pubblicità di prodotti, o di luoghi proprio vicini a noi e ai nostri gusti, sia su Facebook che via mail.
    E il tutto è autorizzato dall’utente che accede a questi test o giochi. Come? Cliccando su “accetta i termini e le condizioni”, frasetta che sembra innocua e che distrattamente e senza darle il giusto peso viene cliccata da tutti.
    Come affermo sempre, in questa pagina non siamo proibizionisti a prescindere e non ci piace creare allarmismo, pensiamo però che ci debba essere la giusta informazione, perché su Internet la vera chiave per non incappare in problemi è muoversi con consapevolezza.
     
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    Nuove carte contactless, è vero che sono più a rischio? Consigli dalla ‪#‎Poliziapostale‬ per proteggere i nostri soldi
    Da qualche mese si stanno diffondendo i nuovi bancomat e carte di credito contactless che si avvalgono di una tecnologia per cui basta appoggiare la carta al POS per effettuare il pagamento, senza richiesta di codice pin sotto un certo importo (in genere 25 euro)
    Su Facebook gira la foto di un uomo su un autobus con un POS in mano e il testo dice che lo ha usato o lo userà per “scalare” i soldi da questi nuovi bancomat semplicemente appoggiando il dispositivo alle tasche o alle borse di ignari passeggeri.
    Non sappiamo se l’immagine sia vera o meno, i social spesso sono il mezzo per diffondere notizie false o allarmanti e non ci sono dati per verificare la fondatezza di questo metodo.
    Ma è qui che ci viene in aiuto la Polizia postale. I nostri colleghi che si occupano di reprimere e prevenire i reati sul Web, ci dicono che non è così semplice ma comunque, visto che la prudenza non è mai troppa, ci danno delle dritte per non cadere nelle mani dei ladri.
    Una su tutti, “schermare” il bancomat, tenendolo non nelle tasche esterne, ma protetto all’interno di borse o di particolari custodie che ormai si trovano facilmente in commercio
    Quando si inventano nuovi dispositivi che ci possono agevolare nelle azioni quotidiane, c’è sempre qualcuno che cerca di trovare una falla nel sistema, sta alle nostre competenze arginarle
     
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    Un esperimento in tv per capire se il vivavoce veramente ci mette al riparo da distrazioni alla guida. Indovinate?
    Buona domenica a tutti dall’Agente Lisa!
    Mi sono imbattuta in un esperimento che mi ha incuriosita. Due simpatici “folli” di una famosa serie tv, che analizzano scientificamente scene mitiche di film d’azione, hanno fatto un test sulla guida con il pilota impegnato in una conversazione al cellulare.
    Nel primo caso con il telefono tenuto dal guidatore e nell’altro con il vivavoce in auto. Motivo? Capire se il vivavoce è altrettanto pericoloso.
    Hanno predisposto un circuito sconosciuto al pilota, con ostacoli e manovre varie, compresa la retromarcia. Mentre guidava gli facevano domande che richiedevano l’attivazione di varie zone del cervello – amigdala, corteccia frontale, lobo parietale - mentre ne stava usando un'altra per guidare.
    Domande come “allora quale compro? La scatola da 130 pezzi che costa 13€ oppure quella da 22 che costa 15,50€?” oppure “mi consigli il vestito blu con la camicia bianca oppure il completo gessato con camicia azzurra?”. Poi altre di cultura generale e così via. Insomma simili alle telefonate che riceviamo, no?
    Nel caso del cellulare tenuto all’orecchio, neanche a dirlo, il guidatore ha ottenuto un pessimo risultato abbattendo vari ostacoli e tra l’altro sbagliando clamorosamente alcune risposte.
    Ma, con mia sorpresa, anche con l’utilizzo del vivavoce i risultati sono stati disastrosi.
    Hanno anche usato un sofisticato simulatore in 3D dell’Università di Stanford che ricrea alla perfezione autostrade e un ambiente cittadino con pedoni, ciclisti e automobilisti indisciplinati. Tutto quello che incontriamo ogni giorno nelle strade.
    Giusto per dire che la guida con il cellulare è un problema ovunque e, in tutti i casi, il rischio maggiore non è tanto in autostrada quanto nel centro cittadino.
    Insomma in tutti i casi meglio fare una telefonata quando non guidiamo ok?

    Agente Lisa, Facebook.
     
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    Poliziotto muore e la famiglia autorizza l’espianto degli organi. Ultimo atto di generosità della sua breve vita
    Ciao Leo, per salutarti prendo in prestito le parole del tuo capo, un poliziotto come noi due.
    Lui ha scritto al direttore del Centro Nazionale Trapianti per parlargli di te e della possibilità che hai dato ad altre persone di continuare a vivere attraverso te, donando i tuoi organi.
    La sua lettera iniziava con “E’ con sentimenti contrastanti…” e io provo la stessa cosa ora scrivendo.
    Certo 33 anni sono davvero pochi per andarsene e quell’incidente sul GRA di Roma si è portato via tutto il tuo entusiasmo, la tua gioia di vivere e di goderti il mondo. E si è portato via anche la tua delicatezza e la tua generosità. Sempre una parola gentile per chi incontravi, nel tempo libero come nel lavoro.
    Da giovani non si pensa mai di manifestare la volontà di donare gli organi e quando la tua famiglia ha dovuto scegliere ha riflettuto sulle parole del medico che gli aveva portato la più crudele delle notizie. Cosa avresti deciso tu, sempre pronto a dare una mano a chi era in difficoltà? E’ stata una decisione dura ma che è venuta da sé.
    E ora mi piace pensare che nel petto di un giovane batta il tuo cuore, che parte del tuo fegato abbia ridato speranza ad un bambino e che altre persone sorrideranno di nuovo grazie a te.
    Ecco perché ho sentimenti contrastanti e poi come mi ha detto Donata, tua sorella “questo era anche il modo per non darti un addio definitivo su questa terra”.
    Forza Leo, ora hai tutto il cielo per andare in bici, mentre il tuo cuore d’atleta continua a battere ancora.
    Queste le parole nella risposta del direttore del Centro Nazionali Trapianti, dott. Alessandro Nanni Costa, per la morte dell’Assistente Leonardo Sabato:
    “… lasciami manifestare ancora la mia vicinanza ai suoi cari e al vostro Corpo. Il cuore di un poliziotto è grande anche oltre la propria vita.”
     
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    Inseguimento da film sulla tangenziale a ‪#‎Napoli‬. Poliziotti ‪Squadramobile‬ arrestano due uomini per tentata rapina

    Buona serata a tutti!
    In contromano sulla tangenziale di Napoli e un inseguimento rocambolesco, questo il video di stasera.
    In pratica due uomini, in sella ad uno scooter, erano pronti a rapinare un automobilista incolonnato sulla tangenziale ma i poliziotti hanno intuito qualcosa e hanno subito cercato di fermarli. I due sono scappati a tutta velocità dando vita ad un pericolosissimo inseguimento contromano tra le macchine che procedevano sulla tangenziale. Durante la fuga, il passeggero dello scooter ha puntato più volte la pistola che aveva in pugno contro i poliziotti.
    La corsa è terminata quando i malviventi sono finiti contro una vettura. I due hanno anche tentato di scappare a piedi ma sono stati bloccati dagli agenti e arrestati.
    Addosso avevano due pistole giocattolo simili a quelle vere e una punta di trapano con la quale avevano intenzione di sfondare il finestrino della vettura presa di mira.

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    Buongiorno a tutti dall’Agente Lisa!

    Conoscete il Porto di Livorno? Sono 12 km di banchine per un totale di 300.000 mq di spazio dove transitano merci di ogni tipo.
    Qui arrivano anche migliaia di autovetture nuove di zecca da tutto il mondo per essere poi smistate sul territorio italiano. E qui vengono i concessionari con le bisarche (quei mezzi che hanno più autovetture caricate sopra e che vedete a volte sulle strade), per ritirarle e portarle nei punti vendita.
    E proprio qui la Polizia di Frontiera marittima di Livorno si dedica a scoprire traffici illegali.
    Pochi giorni fa ad esempio ha trovato in un container 3 Suv rubati a Roma per un valore d € 150.000 nascosti insieme a degli altri veicoli sempre di provenienza furtiva. Con l’apparecchiatura scanner in dotazione alle Dogane e con l’ausilio dei loro operatori i poliziotti hanno notato che tra i documenti di carico contenenti l’elenco dei beni all’interno del container chiuso e le “lastre” effettuate esternamente dello scanner c’era una forte differenza, ovvero invece di parti di ricambio come da lista c’erano interi veicoli. Da Livorno sarebbero transitati per la Spagna per poi finire in Gambia. Quindi fine del viaggio e veicoli restituiti.
    Più di un anno di indagini invece c’è voluto per sbrogliare la matassa di un altro traffico di Suv. Stavolta 7 veicoli rubati, caricati su delle bisarche e portati in Francia, via Austria, a dei concessionari pronti a smerciarle. C’ è voluto l’impegno della Polizia di Frontiera marittima di Livorno, della Polizia stradale di Bolzano che ha seguito la pista in Austria, della Polizia francese che ha trovato e arrestato i concessionari e recuperato i 5 Suv che ancora avevano nella sede. La sesta era stata già venduta e quindi recuperata dai poliziotti francesi. Mentre la settima è stata ritrovata a Marsiglia con una targa bulgara.
    I transalpini hanno inviato la documentazione di indagine a Livorno e dato che ne era venuto fuori anche spaccio di stupefacenti è subentrata la Squadra mobile della questura che ha continuato ad indagare fino a risalire ad una banda di cittadini bulgari. Circa 30 persone sono state arrestate o denunciate a vario titolo non solo per le auto rubate e ricettate ma anche per il traffico di droga.
    Ecco perché si dice che quando inizi una indagine non sai mai dove ti porterà
     
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78 replies since 15/1/2016, 12:19   909 views
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