Onore ai nostri caduti

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    La Prima donnaPoliotto uccisa dalla mafia !! :(
     
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    La Polizia commemora i propri caduti

    Stamattina, in occasione della giornata del ricordo dei defunti, nel Sacrario dei caduti della Polizia, all'interno della Scuola superiore di polizia di Roma, sono stati commemorati le donne e gli uomini della Polizia di Stato morti in servizio (Video).

    Il capo della Polizia Lamberto Giannini, accolto dal direttore della Scuola Anna Maria Di Paolo, ha deposto una corona di alloro nel Sacrario, soffermandosi in raccoglimento sulle lapidi che ricordano gli oltre 2.500 caduti nell'adempimento del dovere.

    Capo polizia sacrario defuntiAlla cerimonia di commemorazione erano presenti anche il capo di gabinetto del ministro dell’Interno, Bruno Frattasi, i vicecapo della Polizia Maria Luisa Pellizzari, Stefano Gambacurta e Vittorio Rizzi, il capo della Segreteria del dipartimento Sergio Bracco e il questore di Roma Mario Della Cioppa.

    Il direttore generale della Pubblica sicurezza Lamberto Giannini, prima di lasciare il famedio, ha scritto un suo pensiero sulle pagine del libro d’onore, che raccoglie e custodisce i pensieri dei visitatori: “La memoria e il culto dei nostri caduti è un dovere per la Polizia di Stato. Sono loro che ci aiutano e ci guidano nei momenti più difficili. Sempre grato”.

    Successivamente tutti i presenti si sono spostati nella cappella adiacente al Sacrario stesso dove, il cappellano della Scuola don Pasquale Dello Iacovo ha tenuto un momento di preghiera.

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    Il Video lo si può vedere nell'Aerea Multimediale del Forum
     
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    Palermo ricorda Calogero Zucchetto, poliziotto ucciso dalla mafia

    Palermo ricorda Calogero ZucchettoPalermo ricorda l’agente della Polizia di Stato Calogero Zucchetto, che la sera del 14 novembre 1982 venne assassinato da killer mafiosi con cinque colpi di pistola sparati alla testa, mentre usciva da un bar di via Notarbartolo.

    Calogero aveva 27 anni, era un poliziotto della Squadra mobile palermitana e collaborava con il vice questore aggiunto Antonino “Ninni” Cassarà, alla ricerca dei latitanti di Cosa nostra. Il suo omicidio avvenne una settimana dopo l’arresto del boss Salvatore Montalto, che aveva contribuito a scovare con ore di interminabili appostamenti.

    Questa mattina a Palermo, proprio nel luogo dell’omicidio, all’angolo tra via Notarbartolo e via Libertà, le più alte cariche cittadine, della Polizia di Stato, civili e militari, hanno ricordato il giovane poliziotto. Alla cerimonia hanno partecipato anche esponenti dell’amministrazione comunale di Sutera (Caltanissetta) nonché scolaresche con giovani studenti che hanno ricordato il loro concittadino.

    Palermo ricorda Calogero ZucchettoIl questore di Palermo Leopoldo Laricchia, insieme alla sorella di Calogero Zucchetto, hanno deposto una corona sulla lapide dedicata al poliziotto ucciso dalla mafia.

    Poi è stata celebrata una Messa in suffragio presso la chiesa di Santa Maria della Pietà, nel quartiere della Kalsa, concelebrata da Don Luigi Ciotti e dal cappellano della Polizia di Stato, don Massimiliano Purpura.

    A chiusura della giornata commemorativa si terrà, stasera alle 21, presso la caserma “Pietro Lungaro”, un rappresentazione teatrale denominata “Nel nome di Maria”, con protagoniste le attrici Chiara Gambino e Alba Sofia Vella, che ripercorrerà la vita dello sfortunato poliziotto, soffermandosi in particolare sul rapporto con la fidanzata.

    Già ieri pomeriggio, nella chiesa di Sant’Agata di Sutera, comune di nascita del poliziotto ucciso, era stata celebrata una messa in suo ricordo, e poi era stata deposta una corona d’alloro al monumento a lui dedicato, alla presenza di una rappresentanza di agenti della questura di Caltanissetta e dei volontari della locale sezione dell’Anps (Associazione nazionale Polizia di Stato), a lui dedicata.

    A Calogero Zucchetto è stata conferita la Medaglia d'oro al valor civile perché "mentre conduceva una delicata operazione investigativa al fine della ricerca e della cattura di pericolosi latitanti, nel quadro della lotta alla criminalità organizzata, in un vile e proditorio agguato tesogli da ignoti criminali, veniva fatto segno a numerosi colpi mortali di arma da fuoco immolando così la giovane vita ai più alti ideali al servizio delle Istituzioni".

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    Palermo: il ricordo per Natale Mondo

    Questa mattina è stato ricordato, a Palermo, l’assistente capo Natale Mondo, ucciso dalla mafia nel 1988 a soli 36 anni.

    In occasione dell’anniversario il questore Leopoldo Laricchia ha deposto una corona di alloro sulla lapide dedicata ai caduti della Polizia di Stato collocata nell’atrio interno della Caserma “Boris Giuliano”, sede della Squadra mobile di Palermo.

    Alla cerimonia erano presenti la moglie Rosalia Falanga e le autorità provinciali civili e militari.

    commemorazioneNatale Mondo è stato ucciso nel primo pomeriggio del 14 gennaio 1988 in un agguato mafioso, mentre si trovava davanti il negozio di giocattoli gestito dalla moglie nel quartiere “Arenella” a Palermo.

    Natale Mondo si era arruolato in Polizia nel 1972 ed aveva prestato servizio a Roma, Siracusa e Trapani.
    Trasferito successivamente alla questura di Palermo, ha lavorato per un lungo periodo alla Squadra mobile, dove si era occupato prevalentemente di indagini sulle cosche mafiose del palermitano, apportando un prezioso contributo alle indagini su “Cosa Nostra”.

    Mondo, tre anni prima di cadere sotto i colpi della mafia, era scampato all’agguato nel quale furono uccisi il commissario Ninni Cassarà e l’agente Roberto Antiochia.

    Per l’estremo sacrificio della propria vita, Natale Mondo il 10 novembre 1999 e’ stato insignito della “Medaglia d’oro al valor civile alla memoria”.

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    La Polizia di Stato ricorda Filippo Raciti

    Ricorre oggi il 16° anniversario della morte dell’ispettore della Polizia di Stato Filippo Raciti avvenuta il 2 febbraio 2007 a Catania.

    Il poliziotto aveva 40 anni e fu colpito al ventre durante gli scontri tra tifosi avvenuti fuori dallo stadio di calcio dopo l’incontro Catania-Palermo: un’emorragia interna non gli diede scampo, facendolo morire in poche ore.

    commemorazione racitiQuesta mattina ad Acireale il questore di Catania Vito Calvino, insieme a Marisa Grasso e Giusy Raciti, moglie e sorella di Filippo, ha deposto una corona d’alloro sulla tomba dell’ispettore e, in suo ricordo, è stata poi celebrata una messa presso la parrocchia dell’Immacolata Concezione dei Minoritelli, officiata dal cappellano della Polizia di Stato, Salvatore Interlando.

    Infine, all’ingresso della tribuna vip dello stadio A. Massimino di Catania, proprio nel luogo dove l’ispettore Raciti fu ferito a morte, e dove oggi è presente un monumento in ricordo di quel tragico evento, è stata deposta una corona d’alloro in sua memoria.

    commemorazione racitiAlla deposizione erano altresì presenti il prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi, il commissario straordinario del comune di Catania Piero Mattei e una delegazione della società Catania Calcio.

    Filippo Raciti, per il suo sacrificio, è stato insignito della Medaglia d’oro al Valor civile alla memoria e del titolo di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

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    Commemorati a Roma i caduti della strage di via Fani

    Questa mattina a Roma, in via Fani, sono stati commemorati i caduti della strage del 16 marzo 1978, giorno in cui fu rapito l’allora presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro.

    La scorta dello statista fu trucidata da un commando di terroristi delle Brigate Rosse: il vicebrigadiere di pubblica sicurezza Francesco Zizzi, le guardie di pubblica sicurezza Raffaele Iozzino e Giulio Rivera, il maresciallo maggiore dei carabinieri Oreste Leonardi e l’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, persero la vita sotto la pioggia di colpi sparati dai brigatisti.

    Sul luogo della strage sono state deposte delle corone d’alloro da parte del presidente della Repubblica, degli altri organi costituzionali dello Stato e delle Autorità locali.

    commemorazione via faniPresente anche il vicecapo vicario della Polizia Maria Luisa Pellizzari, che ha deposto una corona in rappresentanza della Polizia di Stato.

    Un picchetto d’onore interforze, composto da rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, ha reso onore ai valorosi uomini dello Stato caduti in via Fani, mentre le autorità deponevano le corone e un trombettiere suonava il Silenzio d’ordinanza.

    I 3 giovani poliziotti, il 16 febbraio del 1979, furono insigniti della Medaglia d’oro al Valor civile, e i loro nomi sono incisi anche nelle piccole lapidi del Sacrario presente alla Scuola superiore di Polizia.

    commemorazione via faniQuel giorno di 45 anni fa, in via Mario Fani, un commando delle Brigate Rosse bloccò l'auto sulla quale viaggiava l’onorevole Moro con due uomini della scorta e l'altra auto con a bordo gli altri tre addetti alla tutela dell’uomo politico. In meno di due minuti furono esplosi circa novanta colpi di armi automatiche, e più di quaranta colpirono e uccisero i cinque uomini della scorta. Moro fu trascinato via e, dopo 55 giorni, fu ucciso.

    Il 9 maggio 1978 il corpo senza vita dello statista fu fatto ritrovare nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a Roma.

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    Una ricostruzione della Strage di via Fani la si può vedere nell'Area Multimediale del Forum
     
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    Il ricordo dei caduti nell’Anniversario della Fondazione

    Presso il Sacrario dei caduti della Polizia, alla Scuola superiore di Polizia di Roma, luogo simbolo della memoria delle poliziotte e dei poliziotti che hanno sacrificato la propria vita al servizio del Paese, questa mattina, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il capo della Polizia Lamberto Giannini hanno deposto una corona di alloro (Foto) in ricordo delle oltre 2.500 vittime del dovere, dando il via ufficialmente alle celebrazioni per il 171° anniversario della Fondazione della Polizia.

    Deposizione della corona d'alloro presso il Sacrario della Polizia per il 171° anniversario della FondazionePresenti alla cerimonia il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo di Gabinetto del Ministro Maria Teresa Sempreviva, il vicecapo della Polizia vicario, Maria Luisa Pellizzari; il vicecapo della Polizia, direttore centrale della Polizia criminale, Vittorio Rizzi, il capo della segreteria del dipartimento, Sergio Bracco, il questore di Roma, Carmine Belfiore, il vice prefetto vicario di Roma, Raffaela Moscarella e il direttore della Scuola superiore, Anna Maria Di Paolo.

    Deposizione della corona d'alloro presso il Sacrario della Polizia per il 171° anniversario della FondazioneA scandire le note del Silenzio d’ordinanza è stato un trombettiere della Banda musicale della Polizia di Stato. Al termine, i presenti si sono raccolti in un momento di preghiera.

    Deposizione della corona d'alloro presso il Sacrario della Polizia per il 171° anniversario della FondazionePrima di lasciare il Sacrario, il ministro Piantedosi ha apposto sul libro d’onore la propria firma e un pensiero scritto a ricordo della sua visita: “Siete stati le braccia a cui si affidano le persone. Le vostre anime sono il riferimento per tutti coloro che credono in un mondo migliore e più giusto. Il vostro esempio e la vostra memoria ci accompagnano nelle difficoltà quotidiane”.

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    Il Video lo si può vedere nell'Area Multimediale del Forum
     
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    Palermo ricorda Beppe Montana
    Oggi a Palermo le commemorazioni in ricordo del commissario Giuseppe Montana.

    Era il 28 luglio 1985 quando il capo della Catturandi di Palermo fu ucciso da colpi di arma da fuoco mentre, con la fidanzata, era al molo Porticello. Aveva solo 34 anni, credeva nella legalità, nel futuro delle nuove generazioni tanto da andare spesso nelle scuole a raccontare ai ragazzi storie di uomini coraggiosi che in Sicilia avevano tentato di sfidare la mafia, storie di uomini come lui.
    Beppe Montana è stato uno di quei poliziotti che, con le proprie azioni, ha segnato un periodo storico per il nostro Paese, arrestando numerosi esponenti della Mafia e pagando il suo impegno con il prezzo della vita.

    Palermo ricorda Beppe MontanaQuesta mattina il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, ha deposto una corona d'alloro a Porticello, dove è presente una targa in ricordo del giovane poliziotto.

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    Palermo commemora il poliziotto Mancuso e il giudice Terranova

    Commemorati a Palermo il giudice Cesare Terranova ed il maresciallo di pubblica sicurezza, Lenin Mancuso, uccisi dalla mafia il 25 settembre 1979.

    Con una cerimonia sul luogo dell’attentato, il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia ha deposto una corona di alloro in loro ricordo alla presenza dei familiari delle vittime.

    Mancuso e TerranovaLenin Mancuso era un poliziotto stretto collaboratore del giudice Cesare Terranova e insieme avevano lavorato per molti anni su indagini contro le famiglie mafiose palermitane.
    La mattina del 25 settembre mentre il giudice ed il maresciallo stavano andando al lavoro, rimasero vittime di un agguato. Travolti da una scarica di colpi sparati da una carabina e da alcune pistole da parte di appartenenti a Cosa nostra, non ebbero scampo, Terranova morì sul colpo, mentre Mancuso poche ore dopo in ospedale.

    Il “percorso della memoria”, un vero e proprio museo realizzato all’interno del complesso Santa Elisabetta, sede della Squadra mobile di Palermo, che attraverso uno schermo touch screen, ripercorre con immagini, testi e contributi audio, la storia dei poliziotti della questura di Palermo che hanno sacrificato la propria vita per il Paese, tra i quali anche Lenin Mancuso.

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    La Polizia ricorda i caduti al Sacrario

    In occasione della giornata del ricordo dei defunti, nel Sacrario dei caduti della Polizia, all'interno della Scuola superiore di Polizia di Roma, questa mattina, sono stati commemorati le donne e gli uomini della Polizia di Stato caduti in servizio.

    Il capo della Polizia Vittorio Pisani, accolto dal direttore della Scuola Anna Maria Di Paolo, ha deposto una corona di alloro nel Sacrario dove sono presenti le formelle che ricordano gli oltre 2.500 poliziotti morti nell'adempimento del dovere.

    Cerimonia al Sacrario di RomaAlla cerimonia di commemorazione erano presenti anche il capo di gabinetto del ministro dell’Interno Maria Teresa Sempreviva, i vicecapo della Polizia, Vittorio Rizzi, Stefano Gambacurta e Raffaele Grassi, il capo della segreteria del dipartimento della Pubblica sicurezza, Sergio Bracco e il questore di Roma Carmine Belfiore.

    Sacrario commemorazione defuntiIl prefetto Pisani, prima di lasciare il Sacrario, ha scritto un personale ricordo dedicato ai caduti della Polizia di Stato nel libro d’onore: “Il vostro sacrificio non potrà mai essere dimenticato…Grazie per quello che ci avete insegnato”.
    Successivamente tutti i presenti si sono spostati nella cappella adiacenti il Sacraio, dove il cappellano della Scuola don Pasquale Dello Iacovo ha commemorato i defunti in un momento di preghiera.

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    Il Video lo si può vedere nell'Area Multimediale del Forum
     
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    Udine: commemorati i 25 anni della “strage di Natale”.

    La Polizia di Stato, a Udine, in occasione del venticinquennale, ha commemorato e ricordato i tre poliziotti uccisi nella “strage di Natale”, un tragico evento che il 23 dicembre del 1998 sconvolse la comunità locale.

    Alla messa, celebrata nella cattedrale di Udine dall’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato in ricordo del sovrintendente capo Adriano Ruttar, del vice sovrintendente Giuseppe Guido Zanier e dell’assistente capo Paolo Cragnolino, erano presenti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia Vittorio Pisani, i familiari delle vittime e il sovrintendente capo Carlo Alberto Bianco, sopravvissuto all’esplosione.

    Capo Pisani a UdineIl prefetto Pisani, nel ricordare il sacrificio dei 3 agenti, ha ricordato il profondo significato rappresentato dal sacrificio di tutti i caduti della Polizia di Stato, manifestando la sua vicinanza e quella di tutta la Polizia ai familiari dei tre poliziotti uccisi nella "strage di Natale" insieme a quelli di altri due caduti della Polizia ferroviaria friulana, Mario Moretto e Stefano Spizzo e al Sovrintendente capo Carlo Alberto Bianco che sopravvisse all'esplosione della bomba quel tragico 23 dicembre di venticinque anni fa.

    Capo Pisani a UdineIl Capo della Polizia, questa mattina, ha inoltre preso parte alla veglia in memoria dei caduti, organizzata come ogni anno dai poliziotti dell’Ufficio volanti della questura, che si è svolta sul luogo dell’attentato alle 5.49, orario in cui è avvenuta la strage, ed ha deposto una corona d’alloro sotto la lapide dedicata ai tre poliziotti, presente in Largo Ospedale vecchio, opera scolpita e donata in occasione del ventesimo anniversario della strage dall’artista Roberto Milan.

    I poliziotti Ruttar, Zanier e Cragnolino, insieme al collega Bianco, furono travolti, all’alba del 23 dicembre del 1998, dalla deflagrazione di una bomba collocata sulla saracinesca di un negozio, davanti al quale i due equipaggi delle Volanti erano arrivati a seguito di una segnalazione. Ai 3 caduti è stata conferita la Medaglia d’oro al Valor civile mentre quella d’argento è stata assegnata al sovrintendente Bianco, scampato all’attentato.

    Capo Pisani a UdineIeri sera, infine, sempre all’interno del Duomo di Udine, si è svolto il concerto di Natale della Banda musicale della Polizia di Stato con la partecipazione del soprano Federica Caseti Balucani e del tenore Francesco Grollo. All’evento musicale erano presenti, oltre al Ministro dell’Interno e al Capo della Polizia, anche il presidente della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il sindaco della città Alberto Felice De Toni, il prefetto di Udine Domenico Lione ed il vicario della questura Giancarlo Conte.

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    Filippo Raciti ricordato a Catania

    Celebrato, stamattina a Catania, il 17° anniversario della morte dell’ispettore della Polizia di Stato, Filippo Raciti, avvenuta il 2 febbraio 2007. Il poliziotto che all’epoca aveva 40 anni, venne colpito mortalmente durante gli scontri fuori dallo stadio Angelo Massimino, durante l’incontro di calcio Catania-Palermo.

    Commemorazione Filippo RacitiPer onorare la memoria di Filippo, presso il cimitero di Acireale, questa mattina, è stata deposta una corona di alloro alla presenza del questore, Giuseppe Bellassai, del dirigente del Commissariato di P.S. Acireale, Tito Cicero e del cappellano della Polizia di Stato, dei familiari e di una rappresentanza di poliziotti del X Reparto mobile a cui l’ispettore apparteneva.

    Commemorazione Filippo RacitiLa commemorazione è proseguita nella chiesa dell’Immacolata Concezione dei Minoritelli, dove il cappellano, Salvatore Interlando della Polizia di Stato ha officiato una Messa in suffragio alla presenza di autorità locali civili, militari e religiosi della provincia di Catania.

    I partecipanti alla commemorazione, al termine della celebrazione, hanno raggiunto lo Stadio dove il Questore ha deposto una corona d’alloro nello slargo accanto alla tribuna B intitolato a Filippo Raciti, a poche centinaia di metri da dove avvennero i tragici scontri.

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    Un Ricordo a Catania di Filippo lo si può vedere nell'Area Multimrdiale del forum
     
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    Roma: tre poliziotti ricordati con Pietre d’inciampo

    Questa mattina a Roma, davanti alla Questura, si è svolta una cerimonia per la posa di tre Pietre d'inciampo in memoria di tre poliziotti uccisi durante l'occupazione nazista.

    All'evento erano presenti il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia Vittorio Pisani, il prefetto di Roma Lamberto Giannini, il questore di Roma Carmine Belfiore, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni.

    Cerimonia pietre d'inciampo questura di RomaInoltre, sono intervenuti l’ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar, che insieme alla signora Angela De Fiore, presidente dell’associazione “Italia Israele Cosenza un giusto tra le nazioni Angelo De Fiore”, hanno donato al questore di Roma un quadro in memoria del poliziotto Angelo De Fiore, e Pietro Lungaro, figlio di Pietro Ermelindo Lungaro, che ha ricordato con orgoglio e commozione il padre.

    Dal 1992, grazie all’iniziativa di un artista tedesco, Gunter Demnig, in molti Paesi d’Europa si sta cercando di creare una memoria diffusa dell’Olocausto attraverso l’apposizione sul selciato delle città di Pietre d’Inciampo. Pietre ricoperte in ottone collocate davanti alle case, uffici o edifici da dove le persone furono deportate nei campi di sterminio nazifascisti o comunque uccise a causa della loro appartenenza religiosa, etnica o politica.

    Quelle apposte stamattina sono dedicate al vice brigadiere Pietro Ermelindo Lungaro, medaglia d'argento al valor militare alla memoria, trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944; alla guardia della Polizia africa italiana Emilio Scaglia e alla guardia di Pubblica Sicurezza Giovanni Lupis, entrambi medaglie d'argento al valor militare alla memoria, fucilati al Forte Bravetta di Roma il 3 giugno 1944, il giorno prima della liberazione della Capitale da parte degli alleati.

    Cerimonia pietre d'inciampo questura di RomaNel suo intervento il Capo della Polizia ha ricordato il significato valoriale dell'iniziativa realizzata nella questura di Roma, che rientra in un progetto più ampio di recupero della memoria storica portato avanti dalla Polizia di Stato. Attraverso queste cerimonie, ha proseguito il prefetto Pisani, già realizzate in altre questure italiane, viene mantenuta viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazifascista, nel luogo simbolo della vita quotidiana: la casa, il posto di lavoro o l'ufficio dove prestavano servizio.

    Una giornata, densa di suggestioni e di significati, dedicata alla memoria di eroici poliziotti, valorosi precursori di quel concetto di ‘prossimità’ che è alla base dell'agire quotidiano delle donne e degli uomini della Polizia di Stato. Un contributo al racconto dei fatti storici per favorire una riflessione collettiva sul valore della memoria. Memoria custodita da queste pietre incastonate nei luoghi in cui uomini, donne e bambini innocenti furono strappati alla vita: un simbolo tangibile che racchiude in sé nomi e storie, che testimonia il passato inserendosi nel presente. Così nell’intervento conclusivo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato.

    Cerimonia pietre d'inciampo questura di RomaA seguire, le autorità hanno raggiunto l'ingresso della Questura, dove il Ministro, il Capo della Polizia e Pietro Lungaro hanno apposto le tre Pietre, mentre il commissario Elena Zanetta della questura di Verona, eseguiva al violino un sottofondo musicale.

    La cerimonia si è conclusa con l’esecuzione del Silenzio d’ordinanza.

    L'evento odierno s’inserisce nel progetto “Senza memoria non c’è futuro” con cui la Polizia di Stato è impegnata a recuperare la memoria di tutti quei poliziotti che, in un momento storico di estrema difficoltà, si opposero al nazifascismo e soccorsero gli ebrei per l’onore dell’Italia e la difesa dei valori di civiltà.

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    Il Video lo si può vedere nell'Area Multimediale.
     
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    La Polizia ricorda Nicola Calipari

    Si è svolta questa mattina, presso la questura di Roma, una cerimonia in ricordo di Nicola Calipari, funzionario di Polizia e agente dei servizi segreti dal 2002 al 2005.

    Davanti al bassorilievo in bronzo che raffigura il funzionario, il vice capo vicario della Polizia, Vittorio Rizzi, insieme al questore di Roma Carmine Belfiore, ha deposto una corona di alloro. Alla cerimonia di commemorazione era presente il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, la vedova del funzionario, Rosa Maria Villecco Calipari e autorità civili e militari.

    Dopo la deposizione, un trombettiere ha eseguito il silenzio d’ordinanza mentre il cappellano della Questura don Nicola Tagliente ha invitato tutti i presenti ad un momento di raccoglimento in ricordo di un uomo straordinario che 19 anni fa ha perso la vita durante un’operazione dell’intelligence italiana a Baghdad (Iraq) per la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena.

    Quest'ultima era stata sequestrata da una banda criminale e liberata grazie alla mediazione dei servizi segreti italiani. Durante il tragitto per raggiungere l’aeroporto, l’auto che trasportava la giornalista e il funzionario fu colpita da colpi di mitragliatrice ad un posto di controllo statunitense.

    Per proteggere la giornalista dai colpi che stavano investendo l’auto Calipari fece scudo con il suo corpo, rimanendo ucciso.

    Insignito della Medaglia d’oro al Valor militare, Calipari si era arruolato nel 1979 ed era stato per oltre 20 anni funzionario di Polizia. Come primo incarico venne assegnato alla Squadra mobile della questura di Genova, poi a quella di Cosenza e, successivamente, alla questura di Roma.

    Dal 1993 divenne vicedirigente della Squadra mobile di Roma e poi passò alla Direzione centrale della Polizia criminale; nel 2002 transitò alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

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    Il Ricordo di Nicola Calipari in Area Multimediale,
     
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    Le commemorazioni in via Fani a 46 anni dalla strage

    A 46 anni dall’eccidio, sono stati ricordati oggi, in via Fani a Roma, i caduti della strage compiuta il 16 marzo 1978 da un commando di brigatisti. Il vicebrigadiere di pubblica sicurezza Francesco Zizzi, le guardie di pubblica sicurezza Raffaele Iozzino e Giulio Rivera, il maresciallo maggiore dei carabinieri Oreste Leonardi e l’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, tutti componenti della scorta dell’onorevole Aldo Moro, che furono trucidati durante le fasi del rapimento del Presidente della Democrazia cristiana. (FOTO)

    Sul luogo dell’attentato terroristico, il capo della Polizia Vittorio Pisani, accolto dal questore di Roma Carmine Belfiore, ha deposto una corona d’alloro davanti alla lapide che ricorda il sacrificio dei 3 appartenenti alla Polizia di Stato e dei 2 carabinieri.

    Erano le 9,03 del 16 marzo 1978 quando al 113 arrivò una telefonata anonima che segnalava colpi d'arma da fuoco in via Fani. Le volanti, sul posto, trovarono in una delle macchine di scorta il cadavere di Giulio Rivera ed il corpo agonizzante di Francesco Zizzi. Nella Fiat 130 che precedeva l'Alfetta, i cadaveri di Domenico Ricci e Oreste Leonardi; a terra il corpo di Raffaele Iozzino, l’unico che era riuscito a rispondere al fuoco prima di essere colpito alle spalle.

    L’onorevole Aldo Moro, rapito in quella circostanza, venne ucciso dopo 55 giorni di prigionia.

    Il 16 febbraio del 1979, i caduti nella strage furono insigniti della Medaglia d’oro al Valor civile.
    Per mantenere viva la memoria e far conoscere la storia di questi valorosi servitori dello Stato alle nuove generazioni, sono state loro intitolare caserme e spazi pubblici in numerose città.

    A Giulio Rivera è intitolata la Scuola allievi agenti di Campobasso, sua provincia d’origine, a Francesco Zizzi una caserma della questura di Parma, sua prima sede di servizio, mentre a Raffaele Iozzino sono dedicate una piazza ed una scuola a Casola, in provincia di Napoli, sua città natale.

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    Il Video in Area Multimediale.
     
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