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Dopo tanto caldo questo ultimo fine settimana di agosto ho deciso di passarlo in un posto fresco. E allora sono arrivata in Abruzzo per pranzare in una di quelle trattorie in montagna dove il tempo sembra essersi fermato. Colori, odori e sapori sono gli stessi di quando ero bambina e andavo lì a trovare gli zii il giorno di ferragosto. Già allora per me era fare un viaggio nel tempo, la casa degli zii, bassa in pietra all’interno di un borghetto con un’aia circondata da un granaio e dalle vecchie stalle, mi ricordava la casa di Nonna Papera. E così dopo essere entrata nella vecchia casa e assaggiato i dolci tipici fatti in casa, la mia giornata finiva in quel granaio dove c’era di tutto e dove giocavamo tutto il giorno insieme ai miei cugini.
Tra le tante cose, non potrò mai dimenticare una vecchia moto Guzzi del dopoguerra nascosta in mezzo alla paglia e una vecchia batteria che suonavamo fino allo sfinimento.
Questa della foto invece è una Guzzi Falcone 500 del 1967 ed è una di quelle utilizzate dalla Polizia Stradale per oltre venti anni dall'inizio degli anni ‘50 fino alla metà degli anni ’70. Mi sa che sto diventando un po’ troppo nostalgica eh? Mica starò invecchiando?
🤔🤔
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Ultimi spiccioli di mare in questo settembre che si è presentato con qualche giorno di forti piogge e venti sostenuti in molte regioni. Chi può si goda la giornata ma sempre in sicurezza perché il mare in questo periodo può essere meno sicuro di quello solitamente calmo di luglio e agosto. Questo per dirvi che ci vuole un pizzico di prudenza in più e mi rivolgo anche a chi ama le situazioni con mare mosso e vento forte tipo i surfisti che con quelle condizioni vanno a nozze. La prudenza in fondo serve anche a loro no? Perché non sempre la fortuna aiuta gli audaci come invece è successo a Savona qualche giorno fa dove con mare molto mosso e vento di tramontana un surfista è stato tratto in salvo dalla Squadra nautica che lo ha “recuperato” ad un miglio dalla costa, con l’albero della vela spezzato e quindi totalmente in balìa degli elementi.
Non dico di fare il bagno solo a poca distanza dalla riva e con la ciambella ma una sana via di mezzo sì . 
Da 
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Non ci sono più le mezze stagioni, una rondine non fa primavera, l’erba del vicino è sempre più verde, non tutto il male viene per nuocere. Tutti luoghi comuni ma l’ultimo è successo davvero e la foto ne è la prova. Una donna nel 2015 in Bretagna è stata multata per guida in stato d’ebbrezza. Trovandosi senza macchina ha usufruito di un servizio di car sharing e lì il destino le ha fatto incontrare l’amore. Un ragazzo con il quale quest’anno è stata in vacanza a Milano. E proprio da lì hanno pensato di mandare una cartolina di ringraziamento agli agenti che li fecero “incontrare”. Nulla accade per caso. Ops, altro luogo comune!
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Come si dice “Si chiude una porta e si apre un portone”. E così è stato per Matisse, un meticcio senza un padrone e senza microchip, trovato dai poliziotti della questura di Palermo a seguito di un intervento.
Il cagnetto si era avvicinato ad un ubriaco che molestava i clienti del bar e sperava che quello potesse diventare il suo padrone, ma purtroppo non è stato e i poliziotti, dopo aver accompagnato l’ubriaco a casa, hanno pensato anche a trovare una sistemazione per il meticcio.
Ma non riuscendo, Nicolò, uno dei due colleghi di pattuglia, ha deciso di portarlo a casa con sé. L’unico dubbio però era Mirò, il cane di Nicolò già con lui da 5 anni. Come avrebbe accettato il nuovo arrivato?
Ho parlato con Nicolò e mi ha detto che, a parte un’iniziale diffidenza (che trovo anche comprensibile) i due sono diventati grandi amici. Credo che Matisse abbia avuto una grande fortuna a trovare sulla sua strada Nicolò.
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La vecchiaia è la vita al rallentatore. Per questo, gli anziani vedono meglio
(Theodor Codreanu)
Che prezioso scrigno di ricordi e insegnamenti sono i nostri anziani. Ogni tanto ripenso a mio nonno, ai miei 20 anni allora e ai suoi 80. A quei pomeriggi in cui a noi nipoti raccontava le storie della sua giovinezza e poi la guerra con le tribolazioni lontano da casa. Trovavo quasi sempre qualche insegnamento prezioso in quei racconti.
E quindi riesco ad immaginare cosa hanno provato i poliziotti della questura di Arezzo quando hanno deciso di festeggiare Pasquale Anniboletti per i suoi 100 anni che ne fanno il poliziotto più anziano d’Italia.
Lui che ha fatto la storia della Polizia scientifica aretina lo vedono come un esempio, con la sua mente ancora lucidissima che ricorda carte contenute in alcuni faldoni ormai storici.
Più che altro si può tranquillamente dire che la Scientifica in città l’ha creata proprio lui perugino d’origine, perché quando arrivò ad Arezzo nel 1946 ne era il primo e unico operatore.
Arrruolato nell’esercito nel ’38, tramite un concorso era entrato nel Corpo degli Agenti di P.S., poi il corso che lo aveva preparato alle tecniche di investigazione della Polizia scientifica e da Roma fu mandato a lavorare a Messina.
Dopo qualche tempo la decisione di avvicinarsi a casa per cui gli fu assegnata la sede di Arezzo, sicuramente più vicina di Messina alla sua Perugia e in questura come “segnalatore”, doveva occuparsi di fare le foto agli arrestati e tracciarne il profilo con tutti i dati.
Un bel problema visto che all’epoca la questura non possedeva nemmeno una macchina fotografica quindi chiamava un fotografo privato con il quale andare in carcere per i rilievi fotosegnaletici.
Quella macchina poi finalmente arrivò e dal ’46 fino al 1979, anno del pensionamento, tutti i rilievi di Polizia scientifica sui fatti di sangue e di cronaca nera di Arezzo e provincia sono stati effettuati da Pasquale. Una grande eredità di dati, esperienza e metodi di lavoro che ha lasciato ai poliziotti che sono venuti dopo di lui e che ancora per certi versi fanno scuola, nonostante con il tempo la tecnologia sia cambiata. Pasquale in fondo è come se fosse stato un esploratore nel suo lavoro e con i suoi ricordi si viaggia nella storia della Polizia scientifica.
Non mi resta che dire “ Buon compleanno Maresciallo Anniboletti e mi scusi se arrivo con qualche giorno di ritardo”…ma non ci sono più gli agenti di una volta
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Cercare di acchiappare un rapace impaurito, con le ali impigliate tra i rovi mentre si agita nel tentativo di liberarsi non è semplice. Soprattutto se il rapace in questione è un grifone, la sua apertura alare può raggiungere i due metri e il becco diventare una minaccia concreta. E se il grifone si trova sul ciglio di un’importante arteria stradale come la Firenze-Pisa-Livorno, anche il rischio di restare schiacciato dai numerosi mezzi di passaggio è alto, così come quello di causare un incidente.
Per fortuna appena avvistato uno strano movimento di rami e foglie ai lati della carreggiata, alcuni automobilisti hanno chiamato la Stradale e i poliziotti hanno perlustrato il punto trovando il povero volatile ferito e spaventato.
A recuperarlo, poi sono stati i veterinari dell’ASL, perché il grifone aveva una zampa rotta e le ali impigliate ai rami. Ad ogni movimento brusco rischiava di spezzarsele.
Gli agenti hanno fatto fare tutte le operazioni ai veterinari in totale sicurezza segnalando la presenza di un “ostacolo” in carreggiata agli automobilisti e facendo scudo con la loro auto. Il grifone poi è stato trasportato in clinica per tutte le cure necessarie prima di essere di nuovo libero di volare.
Un bel lavoro di squadra, insomma come si conviene in questi casi in cui si deve pensare alla sicurezza di tutti non solo del soggetto da soccorrere. Chissà se il grifone avrà capito che non volevano fargli del male ma solo aiutarlo?
Io credo di sì
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Ricorre oggi la giornata internazionale delle persone con disabilità.
Noi vogliamo celebrare questa ricorrenza con le immagini di Alessio Sarri, schermidore paralimpico tesserato con le Fiamme oro, il “nostro” gruppo sportivo. In queste fotografie c’è la sua gioia e il nostro orgoglio.
L’orgoglio di aiutare, nel nostro piccolo, a trasformare una difficoltà in uno strumento per l’integrazione, la libera espressione di tutte le potenzialità dell’individuo e per l’interazione di ogni essere umano con il suo prossimo, nel rispetto delle diverse abilità di ciascuno.
Grazie ad Alessio e a tutte quelle persone che con la propria disabilità ci forniscono una prospettiva diversa della vita. Nell’abbraccio con i suoi compagni di avventura c’è il mondo come lo vorremmo se non per sempre, almeno per un giorno.
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Si avvicina il Natale ma Paolo un poliziotto di Messina, in servizio a Milano, ha già trovato la sorpresa sotto l’albero. La sua città natale infatti per mezzo del Sindaco gli ha riconosciuto la Civica Benemerenza per tre decisivi interventi di Polizia, di cui uno libero dal servizio.
Nel primo ha salvato un bimbo che caduto dalle braccia della madre stava per scivolare sulle rotaie del treno che stavano per prendere, mentre nel secondo ha salvato letteralmente la vita di un pensionato che sotto gli occhi della moglie aveva avuto un arresto cardiaco. Lì ad essere decisivi sono stati il corso di rianimazione e il non darsi per vinto fino a che il cuore dell’uomo ha ripreso a battere. Nel terzo invece durante una giornata di mare ha salvato dall’annegamento una mamma con il figlio di una decina di anni.
Bravo Paolo sei un ottimo insegnamento per tutte le nostre giovani leve. Così si fa!
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Comunicavano tra loro tramite WhatAspp ed avevano creato una vera e propria “rete” di spaccio: 14 persone sono state arrestate con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti; 12 richiedenti asilo e 2 italiani. L'operazione, chiamata “Bombizona”, ha portato alla luce un ampio traffico di droga tra Trento, Verona, Vicenza e Ferrara. Sequestrati circa 7 chili di marijuana, 600 grammi di eroina, diverse decine di grammi tra cocaina e hashish e circa 1 litro di metadone.
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Ha un nome audace, Elsa come la leonessa di “Nata libera”, la serie TV americana anni’70, la gattina salvata dai poliziotti della Sottosezione Polizia stradale di Napoli-Fuorigrotta.
Raccolta dalla pattuglia mentre vagava in tangenziale, è stata portata in caserma e alla fine adottata come mascotte visto che probabilmente è stata abbandonata e non smarrita come si pensava in un primo momento.
Elsa ha circa 7 mesi e da qualche giorno è oggetto di coccole e croccantini extra ogni volta che un poliziotto inizia il turno di servizio. Lei sembra apprezzare, è docile e si lascia accarezzare. E soprattutto il suo salvataggio ha sfatato il detto “come un gatto in tangenziale”
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"Suo figlio è stato arrestato, servono 7mila euro per le spese legali per farlo tornare libero”
Con questo espediente una donna ha tentato di truffare una signora 84enne a Roma. Ha suonato alla porta presentandosi come appartenente alle forze dell’ordine, facendo leva sulla paura e sull’emotività che una notizia del genere avrebbe scatenato in un’anziana mamma.
E poi ha proposto la soluzione per uscire dai guai: assumere un avvocato per far rilasciare il figlio. Sborsando 7mila euro per le spese legali. Per fugare ogni eventuale dubbio, la signora ha ricevuto in quel momento la telefonata dell’avvocato che ha confermato tutto. E si è convinta. Ma non avendo tutta la cifra in casa, la truffatrice si è detta disposta a prendere anche gioielli e oro che la signora è andata a recuperare in camera da letto.
Tornando con il sacchetto pronto però ha visto la donna scappare di casa in fretta e furia. Ha sentito dei rumori al piano inferiore e affacciandosi ha visto due poliziotti della volante che hanno bloccato la donna all’uscita del palazzo.
La Polizia era stata chiamata da un vicino di casa della signora che aveva notato una persona aggirarsi nei pressi del condominio e poi entrare. Temendo fosse una malintenzionata ha fatto una telefonata al numero di emergenza e l’intuizione si è dimostrata giusta. La donna fermata non è nuova a questi reati, i poliziotti hanno trovato altri precedenti a suo carico, sempre per tentata truffa aggravata.
Una bella collaborazione, tra cittadini e forze dell’ordine, stavolta ha stroncato la sua carriera di truffatrice.
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Matteo di solito indaga sui reati previsti dal Codice della strada ma questa estate durante una domenica di luglio si è improvvisato bagnino per salvare un nonno che stava per essere inghiottito dalle onde. A Casalabate (Lecce) è di casa e sulla spiaggia libera quel giorno con mare molto mosso oltre a lui c’erano anche un nonno con dei nipotini e li guardava giocare sul bagnasciuga. Le onde però devono aver risucchiato l’anziano probabilmente facendolo cadere e la risacca in breve lo ha portato lontano da riva complice anche il forte vento che spirava dalle spalle della spiaggia verso il mare aperto.
Matteo voltandosi lo ha visto in difficoltà al largo e velocemente ha tirato fuori i bambini dall’acqua mettendoli al sicuro in spiaggia poi si è buttato per raggiungerlo. Il 75enne stremato riusciva a stento a prendere un po’ d’aria annaspando a fatica. Quando lo ha afferrato le sue prime parole sono state per quei nipotini che aveva lasciato a riva. Era disperato perché pensava che anche i nipotini fossero stati risucchiati al largo.
Una volta tranquillizzato il problema era riportarlo indietro, ma da solo era pressoché impossibile con le onde alte e il vento forte che continuava ad allontanarli. Per fortuna però nel frattempo qualcuno a riva aveva avvisato il bagnino di un Lido adiacente che li ha raggiunti con un salvagente. Di forza lo hanno issato e a fatica portato a riva. Messo riverso sul fianco ha potuto espellere gran parte della tanta acqua che aveva bevuto e l’ambulanza chiamata sul posto lo ha portato in ospedale per le cure del caso.
Matteo poi dai sanitari ha saputo che gli hanno riscontrato un inizio di polmonite che può arrivare per una reazione chimica quando si beve molta acqua di mare.
E anche questa estate qualcuno è entrato nel cuore di una persona salvata.
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“Certe immagini, certi odori non te li levi più dalla testa”.
Così mi racconta Francesco al telefono rievocando i primi terribili momenti dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.
Quel viadotto che percorreva più volte al giorno, anche per tornare a casa a Savona, lo ha visto crollare proprio davanti ai suoi occhi, mentre si trovava sul lato ponente del fiume Polcevera con Laura e Night Spirit, il pastore australiano specializzato nella ricerca di persone.
Francesco e Laura sono del nucleo cinofili della Questura di Genova. Il 14 agosto mattina escono per un’esercitazione con il cane di Laura. All’improvviso davanti ai loro occhi una scena apocalittica, viene giù una porzione grandissima di ponte e insieme ai blocchi di cemento vedono precipitare auto e camion.
Corrono verso le macerie e cercano qualche superstite con il prezioso aiuto di Night Spirit. I primi ad essere individuati purtroppo sono dei cadaveri ma in mezzo a quell’inferno scoprono e salvano il primo superstite della tragedia, l’autista del camion sbalzato fuori dall’abitacolo e vivo per miracolo.
Da quei primi momenti in poi è un susseguirsi di eventi: la forte pioggia, l’acqua del torrente che sale, la fuga di gas, l’arrivo degli altri soccorritori dall’alto che si calano con corde e imbracature fra le macerie e non ci si ferma più per ore e ore, per cercare di strappare ogni singola speranza alla disperazione.
Anche adesso mentre ci parlo Francesco e Laura hanno i brividi a raccontare quei primi istanti in cui non sapevano bene cosa fosse realmente successo (loro pensavano ad un terremoto, all’inizio).
Ma in mezzo a quei ricordi di disperazione hanno portato con loro anche la sensazione di combattere TUTTI insieme lavorando gomito a gomito, senza distinzione di divisa come sempre accade quando ci sono vite da salvare.
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Che fareste se vi capitasse di vedere il conducente di un mezzo salire a bordo visibilmente brillo? È la scena che hanno notato in un’area di servizio autostradale alcuni viaggiatori. Hanno deciso di chiamare subito la Polizia stradale e una pattuglia ha intercettato l’uomo segnalato seduto al posto di guida prima che mettesse in moto il camion. Gli hanno chiesto di sottoporsi all’alcol test ricevendo un secco no per risposta. Non so se lo sapete ma il rifiuto comporta l’essere considerato positivo e con il tasso più grave, cioè oltre 1,5 grammi/litro
Capito come funziona? ;-)
P. S. Patente di guida ritirata e camion contenente merce deteriorabile affidato alla ditta proprietaria
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È una domenica, Alessandro, un agente scelto che lavora alle Volanti, è libero dal servizio e sta facendo la sua solita corsetta lungo l’Adige quando si imbatte in una donna che, scavalcando la ringhiera di Ponte Catena a Verona, si butta nel fiume. Aveva chiamato casa da poco per avvertire che sarebbe arrivato per l’ora di pranzo. Ma quel giorno il pranzo attenderà a lungo.
Alessandro infatti , senza pensarci un attimo, si precipita giù incurante dei graffi che i rovi gli lasciano sulla pelle e nel frattempo grida a un passante di chiamare i soccorsi. Raggiunge la donna che immobile già galleggia con la testa coperta dall’acqua.
In quel punto il fiume ora non è molto alto ma lei è priva di conoscenza. Le tiene la testa alzata e la trattiene per non farla portare via dalla corrente ma non la muove, ha paura di spostarla perché teme abbia riportato delle fratture. La pizzica sul collo per farla rinvenire. La donna, una 56enne, si riprende, tossisce, butta fuori l’acqua. Alessandro respira insieme a lei e le parla, le parla tanto per non farle pensare a ciò che è appena successo e per tenerla vigile.
In pochi minuti arrivano i colleghi delle Volanti che con una corda scendono in sicurezza, ma subito capiscono che il trasporto è impossibile viste le condizioni delle sue gambe che hanno avuto la peggio nell'impatto con l'acqua bassa e i dubbi che anche il collo abbia riportato danni. Non rimane che lasciarlo fare al soccorso fluviale dei Vigili del Fuoco che la stabilizza in una barella spinale a cucchiaio e la tira su.
Per Alessandro e i suoi colleghi, la soddisfazione di aver salvato una vita, e anche l'apprezzamento dei passanti che hanno assistito alla scena.
In particolare una signora che si complimenta per l'umanità con cui i poliziotti hanno parlato alla donna in quel momento critico.
Ora la donna è in ospedale e le auguriamo di riprendersi presto e non solo fisicamente.
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