Squadra Mobile

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    MODENA: Rapina aggravata al Banco Sanfelice a Carpi: eseguite cinque misure cautelari in carcere dalla Polizia di Stato

    Nella mattinata del 16 aprile scorso, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Modena, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di cinque cittadini italiani e della misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per un altro cittadino italiano, tutti gravemente indiziati del delitto di concorso nella rapina aggravata commessa il 7 febbraio 2023 alla filiale di Carpi della Banca Popolare SANFELICE 1983.
    La minuziosa attività di indagine, avviata nell’immediatezza dei fatti dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. di Carpi, sotto la direzione del Pubblico Ministero, ha permesso di ricostruire l’accaduto e di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dei sei indagati.
    Decisiva l’analisi delle immagini riprese dalle telecamere comunali dei transiti cittadini e autostradali e quella del traffico telefonico. Gli indagati si sono avvalsi di schede telefoniche c.d. “citofono”, utilizzate esclusivamente per lo specifico reato e che, solo attraverso una meticolosa analisi, è stato possibile attribuire alle singole persone coinvolte.
    Altrettanto fondamentali sono state le dichiarazioni rese da alcuni indagati in sede di interrogatorio, che hanno confermato le ipotesi investigative e le attività di indagine in atto.
    In particolare, intorno alle ore 13.30 circa del 7 febbraio scorso, due persone travisate con mascherina FP2 erano entrate nella filiale della banca e, minacciandoli con un cutter, avevano intimato a tre clienti e a due dipendenti di portarsi all’interno di un vano tecnico in attesa dell’apertura della cassa temporizzata, che sarebbe avvenuta 20 minuti dopo. Una volta prelevato il denaro per complessivi 17mila euro, si erano dati alla fuga a bordo di una autovettura.
    Gli indagati, tutti di origine campana, hanno preso parte a vario titolo alla predetta rapina: oltre ai due esecutori materiali, infatti, uno è gravemente indiziato di aver partecipato alle fasi organizzative ed esecutive, effettuando un sopralluogo preventivo e svolgendo il ruolo di autista per permettere la fuga dei due rapinatori; un altro per aver svolto il ruolo di palo durante la rapina, un quinto uomo, invece, ha avuto un ruolo determinante nelle fasi preparatorie, mantenendo contatti con i cosiddetti trasfertisti e con il sesto indagato, ovvero il gestore di una società di noleggio auto che ha fornito supporto logistico e gli automezzi, intestando i contratti a persone fittizie.
    Tre dei cinque raggiunti dalla misura custodiale sono già ristretti per un reato specifico presso la casa circondariale di Napoli, mentre gli altri due sono stati rintracciati nelle province di Siena e Ravenna. Il destinatario della misura di presentazione alla Polizia Giudiziaria è stato invece rintracciato a Napoli. Alle attività di ricerca hanno fornito supporto gli uffici investigativi delle questure delle predette province.

    17/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    La Rapina in argomento nell'Area Multimediale.
     
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    Giallo di Rimini, nuovo impulso alle indagini ma manca la prova regina
    L'omicidio di Pierina Paganelli riparte dal nuovo capo della Squadra Mobile che intende dare un nuovo impulso alle indagini.
    Manca ancora la prova regina nel caso di specie: l'arma del delitto, un coltello dalla lama di 15 centimetri.

    In Area Multimediale il Video.

    *************

    COMO: Droga dell’amore, maxi sequestro a Como.
    Arrestato 27enne, denunciata la fidanzata

    Nel marzo scorso era stato scoperto con 200 grammi di droga dell’amore ed era stato arrestato dai poliziotti della squadra mobile di Como. Condannato a un anno e due mesi, era stato rimesso in libertà. E subito era tornato alla vecchia, illecita attività. Sperando di evitare i controlli, per conservare la droga si faceva aiutare dalla fidanzata.
    Uno scrupolo che non è bastato a un comasco di 27 anni, nuovamente arrestato ieri sera dagli agenti della polizia, che questa volta hanno sequestrato oltre 3 chilogrammi della stessa sostanza stupefacente e 18mila euro in contanti. Denunciata la compagna, 30enne comasca.

    Dopo il primo arresto, la polizia non ha mai smesso di monitorare il 27enne. Gli agenti della squadra mobile sospettavano infatti che continuasse a vendere ingenti quantitativi di Mspv, nota come droga dell’amore, una sostanza stupefacente sintetica che sarebbe ampiamente diffusa negli ambienti della movida, anche a Como.
    Nei giorni scorsi, il comasco ha fatto un viaggio in Germania, dove, secondo gli inquirenti è possibile rifornirsi di questa sostanza a un prezzo più basso.
    Fatti ulteriori accertamenti, ieri sera gli agenti della squadra mobile, coordinati dalla procura di Como, hanno deciso di intervenire. Gli agenti hanno individuato tre abitazioni utilizzate dalla coppia, una a Blevio e due a Como e hanno perquisito tutti gli appartamenti. Il 27enne ha cercato di impedire i controlli nei locali in città, inveendo contro gli agenti e minacciandoli. L’attività della polizia è comunque proseguita. Scoperti e sequestrati 3,1 chilogrammi di droga dell’amore, 18mila euro in contanti e materiale per il confezionamento e la pesatura della droga. Secondo gli inquirenti, il 27enne non vendeva la droga direttamente ai clienti finali, ma riforniva alcuni spacciatori della zona.
    La sostanza stupefacente avrebbe fruttato secondo gli investigatori circa mezzo milione di euro.

    Il 27enne è stato arrestato e portato in carcere al Bassone. Deve rispondere anche di resistenza. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Simone Pizzotti. La fidanzata del giovane, incensurata, è stata denunciata a piede libero.

    Tv News 17/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    DROGA DELL'AMORE, LA POLIZIA DI COMO RISALE ALLA CENTRALE DELLO SPACCIO: IL BLITZ DEGLI AGENTIin Area Multimediale.
     
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    Crotone, sequestrati beni ad un 54enne condannato per violazione della normativa sulle sostanze stupefacenti
    La polizia ha messo i sigilli a tre distinte unità immobiliari situate in via Acquabona.

    La divisione Polizia anticrimine della questura di Crotone ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro beni emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Catanzaro, riguardante tre distinte unità immobiliari site in via Acquabona (due per uso artigianale ed uno adibito ad autorimessa, per un valore commerciale di 128.000 euro), su proposta del Questore, nei confronti di un crotonese di 54 anni, tuttora detenuto in quanto definitivamente condannato per violazione della normativa sulle sostanze stupefacenti, anche in forma associativa aggravata dal metodo mafioso.

    Gli approfondimenti patrimoniali, condotti da personale della Divisione Polizia Anticrimine, hanno consentito di accertare una consistente sproporzione tra i redditi dichiarati dall’interessato e dagli stretti congiunti e il patrimonio allo stesso direttamente o indirettamente riconducibile, ipotizzando che risulti essere il frutto di attività illecite. Il decreto ha interessato altresì rapporti bancari e preziosi in corso di quantificazione.

    Gazzetta del Sud 17/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    L' Operazione ad Aquabona in Area Multimediale.

    ***********

    Perquisizioni armate contro i passanti, in manette i baby camorristi dei Quartieri Spagnoli

    Armati e con il volto coperto dal passamontagna mettevano in atto dei veri e propri posti di blocco ai Quartieri Spagnoli. Chiunque passava, di notte, lungo Vico Lungo San Matteo, a pochissimi metri da via Toledo, veniva sottoposto a vere e proprie perquisizioni: spalle al muro, anche semplici cittadini, venivano controllati.

    Fermati, come ad un alt delle forze dell’ordine, anche motorini, auto.
    Ma a mettere in atto questi controlli erano tre criminali, giovani di 17, 20 e 22 anni che avevano un obiettivo ben chiaro: scalare i vertici criminali di una parte dei Quartieri Spagnoli. Tre che oggi sono stati arrestati. I fatti risalgono al 2022. Molto probabilmente il gruppo si è composto intorno alla figura del figlio del vertice del clan Di Biasi, che negli anni ’90 controllava quella zona dei Quartieri.

    DI PADRE IN FIGLIO

    Il padre in carcere, il figlio ha voluto in qualche modo farsi riconoscere dagli altri clan e mettere in atto una vera e propria mira espansionistica. E’ per questo, che insieme agli altri due, i tre ferirono nel 2022 Vincenzo Masiello, allora reggente dell’omonimo clan. Da allora hanno ‘militarizzato’ Vico Lungo San Matteo con controlli a tappeto. Nessuno, però, ha mai denunciato nulla: né i cittadini che hanno subìto le perquisizioni e nemmeno lo stesso Masiello che fu raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco e che si fece curare privatamente.

    Le indagini della Squadra Mobile di Napoli hanno, però, fatto luce, su tutto. Su delega del procuratore di Napoli e del procuratore per i Minorenni di Napoli, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto la misura carceraria nei confronti dei tre indagati. A loro carico diverse accuse: lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata, rapina, tutti aggravati anche dalle modalità mafiose.

    Inter Napoli 17/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    I Baby Camorristi in azione nell'Area Multimediale.
     
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    FORLI' CESENA: Rapina in farmacia - arrestati dalla Polizia di Statoforli -

    Nella mattinata di ieri personale della Squadra Mobile della Questura di Forlì-Cesena ha fatto irruzione in una abitazione di Forlì traendo in arresto, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere, i due rapinatori della Farmacia Barboni di via Eugenio Bertini 183 di Forlì.

    I fatti risalgono al pomeriggio dell’8 marzo, quando la centrale operativa della Questura è stata allertata per una rapina commessa ai danni della farmacia da parte di due uomini. Gli investigatori della Squadra Mobile sono subito accorsi sul posto per avviare le attività investigative e ricostruire minuziosamente l’accaduto.

    Dalle immagini e dalle testimonianze raccolte è emerso che due persone, con il volto coperto e armate di un lungo coltello, avevano minacciato il personale della farmacia e, dopo aver prelevato dal registratore di cassa alcune banconote, si erano poi fatti consegnare altre banconote dai dipendenti fuggiti sul retro della farmacia. Subito dopo la rapina, che aveva fruttato la somma complessiva di 100 euro, si erano dileguati a bordo di uno scooter.

    Gli investigatori hanno perlustrato capillarmente tutta l’area, non limitandosi a quella strettamente attigua alla zona della farmacia e, grazie anche alle telecamere pubbliche, nei giorni seguenti è stato possibile individuare con certezza quale fosse il veicolo utilizzato per la fuga, la direzione e le sagome dei sospettati.

    Gli indizi raccolti hanno portato gli investigatori fino ad un palazzo, che da quel momento è diventata il target dell’attività d’indagine della Squadra Mobile.

    Infatti, gli accertamenti compiuti hanno consentito di appurare che nel palazzo vivevano due giovani italiani di circa 30 anni, pluripregiudicati per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, con le stesse caratteristiche somatiche dei responsabili della rapina. Ulteriori approfondimenti hanno permesso di raccogliere numerosi e specifici elementi di responsabili a loro carico.

    In considerazione della gravità del fatto e alla luce della personalità e dell’indole criminale degli indagati, che avrebbero potuto commettere altri reati analoghi, il Giudice per le indagini preliminari ha emesso l’ordinanza della custodia in carcere, eseguita nella mattinata di ieri con il blitz della Squadra Mobile.

    Nel corso della perquisizione gli agenti hanno rinvenuto l’abbigliamento, i passamontagna e il coltello utilizzati nel corso della rapina. Entrambi sono stati arrestati e condotti in carcere.

    Si tratta di una “risposta” importante e tempestiva della Polizia di Stato ad un odioso episodio criminoso ai danni di un esercizio che svolge un’importante attività di pubblica utilità.

    18/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:
     
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    Il Fuorisalone richiama anche i ladri: 4 borseggiatori arrestati in due giorni

    Più turisti, più eventi: più borseggi. Tra martedì e mercoledì, nei primi giorni del Salone del mobile 2024 e del Fuorisalone, quattro uomini sono stati arrestati dalla polizia con l'accusa di furto aggravato. A incastrarli sono stati gli agenti della VI sezione della squadra mobile, impegnati nei controlli proprio per la design week.

    I primi a finire in manette, nel pomeriggio di martedì, sono stati due cittadini romeni di 48 e 43 anni, fermati in un ristorante all'interno della Fiera di Rho dopo che avevano derubato un italiano di 66 anni che stava pranzando. Immediatamente bloccati dagli agenti che hanno assistito alla scena - e li hanno visti prendere i soldi dalla sua giacca -, i due sono stati trovati in possesso di 150 euro in contanti appena rubati. Il 43enne era stato arrestato per lo stesso reato nel 2019 sempre alla Fiera di Rho in occasione dello stesso evento.

    Mercoledì alle 17.30 la stessa sorte è toccata a due romeni di 28 e 27 anni, finiti in manette per tentato furto aggravato in concorso. Mentre il 27enne faceva da palo, il 28enne si è avvicinato a una cittadina cinese di 40 anni, a Milano in vacanza per la Fiera del Mobile, che era seduta fuori un bar di corso Matteotti, e, con il trucco del “foglio” ha rubato il suo cellulare che era sul tavolino. I due, sono stati subito fermati dagli agenti che hanno riconsegnato il cellulare alla vittima.

    Milano Today 18/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

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    Spaccio di droga tra Agrigento, Porto Empedocle e Favara:
    decise 3 condanne e 4 assoluzioni

    Il gup del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha disposto tre condanne nello stralcio abbreviato del processo scaturito dall’inchiesta “Fish&Drug”, condotta dalla Squadra Mobile, che ha sgominato un vasto giro di spaccio di hashish, ma anche di cocaina, con base a Porto Empedocle e diramazioni in tutta la provincia.

    Disposta la condanna a 1 anno e 10 mesi di reclusione ciascuno a madre e figlia, Rosa Puccio, 52 anni e Giovanna Gazzitano, 27 anni; 8 mesi di reclusione, invece, ad Annunziata Fragapane, 26 anni. Assoluzione per Carmelo Fragapane, 51 anni, la moglie Rosaria Riverso, 49 anni, e i figli Stefano e Roberto Fragapane, 31 e 30 anni. Gli imputati sono difesi dall’avvocato Davide Casà.

    Le indagini della Mobile hanno consentito di accertare, che la droga era trasportata con l’utilizzo di velieri, poi recuperata e ripescata da alcuni pescherecci, e una volta arrivata a terra, smerciata nel mercato siciliano dell’hashish, in particolare a Porto Empedocle, Agrigento, Favara, Palma di Montechiaro, e Realmonte, soprattutto da pescatori empedoclini.

    Sicilia Tv 18/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    Il Video Nell'Area Multimediale
     
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    ANCONA: Arresto in flagranza di reato per violenza sessuale aggravata e continuata e applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di moglie e marito responsabili della struttura

    Si comunica che i poliziotti della Squadra Mobile di Ancona e del Commissariato di Fabriano, in data 15 aprile u.s. hanno tratto in arresto un 86enne italiano, colto in flagranza del reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una donna affetta da gravi patologie psichiatriche, ospitata presso una struttura riabilitativa residenziale privata di Jesi.
    Da quanto appreso durante la fase di indagini, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, l’uomo, secondo l’ipotesi investigativa, profittando e strumentalizzando la sua posizione di preminenza, in qualità di responsabile/gestore della struttura, da circa un anno, era solito molestare e abusare sessualmente non solo di quella donna ma anche delle altre ospiti presenti nella struttura.
    L’indagine trae origine da una segnalazione indirizzata alla locale Procura della Repubblica, con la quale si portava a conoscenza di gravi fatti segnalati all’interno della citata residenza, raccontati da una delle pazienti nel corso di un colloquio clinico avvenuto presso il Centro di Salute Mentale di Jesi. Durante il predetto colloquio, la paziente, in modo dettagliato, descriveva le condizioni abitative a cui erano sottoposte le ospiti: utilizzo scarsissimo del riscaldamento nei mesi invernali, lucchetti alle finestre e porte chiuse a chiave nelle ore notturne, senza accesso alle chiavi e al telefono, in assenza di una figura notturna di supporto, punizioni con sottrazioni di cibo e a volte corporali, percosse, calci e pugni, da parte dei coniugi gestori della struttura.
    Nella giornata del 08 u.s., un’altra paziente, alloggiata presso la citata struttura, veniva trasportata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Jesi con ferita al lobo dell’orecchio destro, asseritamente provocata dalla titolare della struttura che, con violenza, le aveva afferrato l’orecchio per punirla, provocandole una ferita all’attaccatura cutanea dell’orecchio. In data 17 u.s., all’esito dell’arresto in flagranza dell’uomo, eseguito all’interno della predetta struttura, il GIP presso il Tribunale di Ancona, convalidava il provvedimento precautelare adottato nei confronti dell’86enne e, contestualmente, disponeva nei suoi confronti e nei confronti della moglie, contitolare della struttura, gli arresti domiciliari; quest’ultima in merito ai plurimi episodi di maltrattamento e lesioni personali commessi in danno delle donne ospitate. Il provvedimento eseguito, costituisce misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui è ammesso mezzo di impugnazione e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

    18/04/2024 :woot: :sick: :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:



    Il Video In Area Multimediale.

    Edited by FRANCODUE - 18/4/2024, 17:29
     
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    Carbonia, prova a uccidere l'ex schiantandosi contro la sua auto
    Fermato per tentato femminicidio dalla polizia: è un 50enne, guardia giurata

    C'è un tentato femminicidio dietro l'incidente stradale avvenuto nel pomeriggio di ieri lungo la strada statale 126 a Carbonia.
    Una donna poco più che 50enne è attualmente ricoverata all'ospedale Brotzu di Cagliari, le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe in pericolo di vita.

    Tentato omicidio

    L'ex compagno Alessio Zonza, 50 anni, guardia giurata, è attualmente piantonato all'ospedale Sirai di Carbonia dove si trova ricoverato con lievi ferite: è in stato di fermo con l'accusa di tentato omicidio.
    Secondo le prime ricostruzioni delle forze dell'ordine, l'uomo a bordo della sua Alfa 147 si è volutamente scontrato frontalmente contro la Ford Fiesta condotta dalla ex compagna che lo aveva denunciato per stalking, ottenendo dal giudice il provvedimento che vietava al 50enne di avvicinarla.

    L’inseguimento

    Di fatto, da quanto hanno potuto appurare gli investigatori della Squadra Mobile di Cagliari, Zonza ieri la stava seguendo a distanza e appena l'ha incrociata con l'auto ha cambiato corsia per provocare lo schianto.
    L'incidente è avvenuto all'altezza del chilometro 16 della statale 126.
    Sul posto per i rilievi sono intervenuti gli agenti della polizia locale, i vigili del fuoco e le ambulanze del 118. Visti i nomi dei feriti e la denuncia per stalking, è stato chiesto l'intervento dei poliziotti del Commissariato di Carbonia e della squadra mobile di Cagliari.

    I filmati

    Sono stati recuperati diversi filmati nei quali ci sarebbero, da quanto si apprende, gli elementi che confermano il comportamento del 50enne e l'intenzione di voler tentare di uccidere la ex.
    Gli accertamenti degli investigatori della Mobile, coordinati dalla Procura di Cagliari, sono durati fino alle prime ore di questa mattina quando per il 50enne è scattato il fermo.

    La Repubblica 15/04/2024 :woot: :sick: :banned2.gif: :bangin.gif:

    Il Video in Area Multimediale
     
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    PADOVA: Dopo due anni esatti arrestato per droga dagli stessi agenti

    Dopo due anni esatti viene arrestato dagli stessi poliziotti che lo avevano fermato allora, per la detenzione di oltre 2 chilogrammi di eroina e cocaina, da cui avrebbe ricavato migliaia di dosi da spacciare.
    E' accaduto a Padova a un 32enne nigeriano, condotto in carcere dalla Squadra Mobile, e che dagli stupefacenti sequestrati avrebbe guadagnato circa 60.000 euro.

    Gli agenti lo hanno riconosciuto come lo stesso individuo arrestato esattamente lo stesso giorno di due anni fa, assieme a due suoi connazionali, con 114 ovuli di cocaina ed eroina e 20.000 euro in un'abitazione del capoluogo euganeo.
    Nonostante risultasse trasferito a Cartura (Padova) dopo aver scontato la sua condanna per droga, dopo averlo notato in città i poliziotti hanno deciso di controllarlo nuovamente.
    Nello zaino che aveva in spalla hanno trovato otto involucri in cellophane contenenti 1,9 chili di eroina e 300 grammi di cocaina, il tutto suddiviso in 195 ovuli.
    Il 32enne ha provato a raccontare di aver ricevuto lo zaino da uno sconosciuto, in stazione, con l'incarico di custodirlo in attesa di altre indicazioni. Una versione che non ha convinto né gli agenti né il magistrato, cosicché per lui si sono nuovamente aperte le porte del carcere di Padova.

    ANSA 18/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    Vediamo quante altre volte dovranno arrestarlo a questo !! ;) :D
     
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    Napoli, cercano di prendere il controllo dei Quartieri Spagnoli con metodi mafiosi, interviene la polizia

    A Napoli, precisamente nei Quartieri Spagnoli, sono stati arrestati 3 uomini.

    Tre giovani sono stati arrestati per aver controllato militarmente una strada dei Quartieri Spagnoli, Vico Lungo San Matteo, durante la notte, armati di pistola e interrogando i passanti. Questi giovani miravano ad espandere il loro controllo all’interno delle dinamiche criminali del quartiere. Sono accusati di lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata e rapina, con l’aggravante delle modalità mafiose.
    La Polizia di Stato, su delega dei procuratori di Napoli, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare seguita all’indagine della Squadra Mobile che includeva il ferimento di un giovane di spicco di una famiglia criminale nel novembre 2022, episodio legato agli intenti espansionistici del gruppo.

    Pragma Magazzine 18/04/2024 :ph34r: :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    Il Video nell'Area Multimediale.
     
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    La Polizia diffonde l’identikit del latitante Giovanni Motisi
    Proseguono senza sosta le indagini dei poliziotti del Servizio centrale operativo e della Squadra mobile di Palermo per rintracciare e catturare Giovanni Motisi, latitante dal ’98, e ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa nostra.

    Per questo motivo, è stato diffuso un identikit del criminale aggiornato utilizzando la tecnica dell’age progression, che consiste nello studio dell’invecchiamento fisiologico progressivo. Grazie alla professionalità e all’uso delle avanzate tecnologie a disposizione degli investigatori del Servizio Polizia scientifica, sono state rielaborate alcune immagini del latitante risalenti agli anni ’80 e alla fine degli anni ’90.

    Il nuovo identikit agevolerà il lavoro dei poliziotti e consentirà ai cittadini, qualora notassero qualcuno somigliante alle foto diffuse, di segnalarlo prontamente al Numero unico di emergenza europeo 1.1.2.

    Motisi è nell’elenco dei latitanti di “massima pericolosità” del "programma speciale di ricerca" del Ministero dell’Interno.

    19/04/2024 :ph34r: :busted_blue.gif:

    Il Video nell'Area Multimediale.

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    LIVORNO: Droga Nascondeva 50 dosi di cocaina, arrestato il 32enne caduto da una finestra per fuggire dalla polizia
    A seguito di perquisizione personale e domiciliare gli agenti della squadra mobile hanno trovato la droga e un bilancino di precisione

    È stato arrestato il 32enne tunisino che nel pomeriggio di mercoledì 17 aprile si era lanciato dalla finestra di un appartamento in via San Carlo per evitare un controllo della polizia, schiantandosi al suolo dopo un volo di quasi dieci metri attutito da una tettoia.
    Le accuse nei suoi confronti sono di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e ingresso illegale sul territorio nazionale. Gli agenti della squadra mobile, infatti, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, hanno trovato circa cinquanta involucri di cocaina e un bilancino di precisione per pesare la droga. Ieri la convalida dell'arresto nell'udienza dinanzi al tribunale di Livorno nella quale il giudice ha disposto il divieto di dimora in città.

    Livorno Today 19/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    Edited by FRANCODUE - 19/4/2024, 14:21
     
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    Truffe a anziani, due arresti a Matera

    A Matera i poliziotti della Squadra mobile hanno arrestato due giovani, un 23enne e un 21enne, per tentata truffa aggravata in concorso ai danni di persone anziane.

    Le indagini sono scattate dopo che diversi anziani hanno segnalato di essere stati raggiunti da telefonate di un sedicente carabiniere che gli aveva riferito che un loro parente aveva causato un incidente per poi chiedergli denaro o gioielli per risolvere la questione, evitando l’arresto.
    Gli investigatori della Squadra mobile hanno quindi individuato e fermato una automobile con a bordo due ragazzi trovati in possesso di un cellulare sulla cui applicazione Google maps aveva memorizzati due indirizzi appartenenti a due persone recentemente contattate dal finto carabiniere.

    Gli agenti, convinti che i due fossero gli autori delle tentate truffe, li hanno cominciati a pedinare fino al momento in cui li hanno colti in flagrante nel tentativo di mettere in atto l’ennesimo stratagemma ai danni di una ignara coppia di anziani e li hanno arrestati, mandato in fumo i loro piani.

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    Il Video in Area Multimediale.

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    PORDENONE: Sequestrarono e picchiarono per ore un giovane per rapinarlo dell’apple watch
    Arrestati dagli agenti della Questura di Pordenone.

    Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Pordenone questa mattina hanno dato esecuzione ad una misura emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone nei confronti di due cittadini italiani di origine marocchina, uno residente a Chions e l’altro a San Polo di piave in provincia di Treviso, ritenuti autori di un sequestro di persona a scopo di rapina e tentata estorsione ai danni di un cittadino italiano di 24 anni residente a Pordenone.

    Le misure cautelari eseguite in data odierna dagli agenti della Squadra Mobile sono state emesse all’esito di un’attività investigativa coordinata dal Sostituto Procuratore dr. Marco Faion ed avviata lo scorso mese di febbraio dopo la denuncia presentata da un cittadino italiano di origine marocchine di 24 anni il quale presentatosi in Questura raccontava di essere stato attirato con un tranello all’interno dell’appartamento dei due arrestati, suoi conoscenti, i quali dopo averlo rinchiuso all’interno di una stanza per tre ore lo picchiavano violentemente con schiaffi e pugni e lo rapinavano dell’apple watch che aveva al polso minacciando la vittima che se avesse voluto riavere indietro lo smartwatch avrebbe dovuto versare la somma di 1000 euro.

    Anche nelle settimane successive i due continuavano a minacciare il giovane con messaggi e appostamenti sotto casa; in un’occasione, lo scorso febbraio, le minacce venivano rivolte anche verso il padre ed il fratello della vittima che spaventata dell’accaduto dopo aver presentato querela decideva di trasferirsi fuori regione.
    L’acquisizione e visione delle immagini del video, girato dagli stessi aggressori, in cui veniva ripresa una parte della brutale aggressione, e le successive investigazioni permettevano di individuare numerosi e precisi riscontri probatori rispetto ai gravi fatti denunciati dalla persona offesa tanto da determinare il Pubblico Ministero procedente a richiedere ed ottenere l’emissione delle misure cautelari eseguite dagli Agenti della Squadra Mobile.

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    FIRENZE: Rocambolesco inseguimento per le vie di San Jacopino: la Polizia di Stato cattura un cittadino kosovaro di 31 anni che dovrà ora scontare oltre 6 anni e mezzo di reclusione per precedenti reati

    Per l’uomo, fermato in via Cimarosa dai Falchi della Squadra Mobile, è scattata anche una denuncia per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale

    Mercoledì pomeriggio la Polizia di Stato ha catturato in via Cimarosa un cittadino kosovaro di 31 anni destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti per il quale dovrà ora scontare oltre 6 anni e mezzo di reclusione.

    L’uomo è stato rintracciato, intorno alle 15.30, dai Falchi della Squadra Mobile della Questura di Firenze nella zona di San Jacopino a bordo del proprio Suv.

    Una volta fermato dalle autocivette degli investigatori, però, quest’ultimo si è dato ad una rocambolesca fuga per le strade del quartiere.

    Dopo un concitato inseguimento, durante il quale il 31enne ha violato anche diverse norme del codice della strada, imboccando, tra le altre cose, via Galliano in contromano mettendo in pericolo passanti e residenti della zona, quest’ultimo, trovando davanti a sé un’altra automobile, è stato costretto ad abbandonare il proprio veicolo per proseguire la fuga a piedi.

    Gli agenti della Squadra Mobile non hanno mai preso di vista il fuggitivo, fino a quando non lo hanno fermato definitivamente in via Cimarosa.

    La vicenda sembrava essersi conclusa, ma, a questo punto, l’uomo ha iniziato a colpire i poliziotti con dei violenti spintoni verosimilmente per cercare in tutti i modi di “sfuggire al proprio destino”.

    Secondo quanto emerso, quest’ultimo sarebbe stato addirittura raggiunto da alcuni parenti che, a loro volta, avrebbero cercato di ostacolare i tutori dell’ordine i quali, nonostante tutto hanno avuto la meglio, non senza conseguenze, infatti, due di loro, hanno riportato delle lievi contusioni con qualche giorno di prognosi.

    Una volta riportata la situazione alla calma anche grazie all’intervento di una delle volanti di via Zara, l’uomo è stato denunciato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre che sanzionato per le violazioni al codice della strada.

    Subito dopo il cittadino kosovaro è stato accompagnato dai poliziotti nel carcere fiorentino di Sollicciano in esecuzione delle pene concorrenti.

    Si precisa che l’effettiva responsabilità della persona indagata e la fondatezza delle ipotesi d'accusa a suo carico, dovranno essere sempre valutate nel corso del successivo processo e che al momento la stessa è assistita da una presunzione di innocenza.

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    Vercelli - La Polizia di Stato indaga 7 persone per truffa dopo la denuncia di due anziani cittadini vercellesi
    I responsabili sono indagati per sostituzione di persona e falso in certificazioni pubbliche

    Al termine di una complessa attività investigativa durata alcuni mesi, la Squadra Mobile di Vercelli ha denunciato in stato di libertà in relazione ai reati di truffa, sostituzione di persona e falso in certificazioni pubbliche 7 persone tutte residenti nel napoletano.

    L’attività traeva origine dalle denunce sporte da due anziani cittadini vercellesi i quali avevano rappresentato agli agenti della Questura di essersi accorti che i loro dati personali erano stati utilizzati per accendere polizze assicurative di cui sconoscevano il contenuto.

    Dalla successiva attività d’indagine è emerso come gli odierni indagati, al fine di procurarsi un vantaggio sull’importo corrisposto ad un’agenzia assicurativa per il pagamento del premio delle loro vetture, attestavano falsamente di risiedere unitamente ai due anziani vercellesi, al fine di poter fruire di un importante sconto sul prezzo finale, in quanto il premio calcolato sulla falsa residenza risultava di gran lunga inferiore rispetto a quello da pagare per i residenti in provincia di Napoli.

    In particolare i due principali indagati, marito e moglie, hanno addirittura contattato i Comuni di residenza dei due anziani sostenendo di risiedere abitualmente con i due, spacciandosi per loro parenti ed ottenendo di essere stati accolti dagli stessi sul loro stato di famiglia.

    È infine doveroso rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato in ossequio al principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza.

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    “Amma murì con una botta in testa”, i tragici pensieri della ‘paranza’ dei Quartieri Spagnoli

    I giovani camorristi dei Quartieri Spagnoli sono cresciuti tra le storie criminali della famiglia dei Faiano e nella convinzione di avere davanti un tragico destino. Proprio questa predestinazione sembra appare chiaria in una conversazione intercettata nel gennaio del 2023 e contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare.

    L’INTERCETTAZIONE: “AMMA MURI’ CON UNA BOTTA IN TRSTA”

    Dunque un colloquio a tinte decisamente fosche è stato registrato tra il 18enne Dylan Di Biasi e l’amico D.M, infatti, i due giovani parlano della possibilità che possano essere uccisi. Allora il più giovane chiede al compagno “…Vuoi morire pure di vecchiaia? noi amma muri con una botta in testa… ” e allora Dylan subito ribatte ” …Poi si vede come moriamo o cicc’, io la morte mia non l’ha accetto… ”.

    Il figlio di Renato Di Biasi tenta poi di spiegare che oggi la situazione criminale è cambiata, sebbene gli altri gruppi criminali abbiano rispetto di loro alla luce del loro cognome, anche la famiglia Faiano ha subito in passato tanti agguati “…Quando stavano tutti fuori figuriamoci adesso…“, però poi sottolinea che solo un gesto estremo potrà fermarli “…Solo in testa ce la devono chiavare...”.
    I GIOVANI FAIANO ALLA CONQUISTA DEI QUARTIERI SPAGNOLI

    Volevano approfittare del cognome della famiglia Di Biasi, conosciuta nell’ambiente criminale con il nome Faiano, per conquistare i Quartieri Spagnoli. E’ questa l’accusa mossa dalla Procura di Napoli contro la paranza di giovani che, nonostante la reclusione dei vertici del clan, voleva ritagliarsi un spazio nel mondo criminale del centro storico di Napoli.
    Tutto è stato impedito dalle indagini dei magistrati e dal blitz della polizia che hanno portato agli arresti di Dylan Di Biasi, Vittorio Sorriente e A.M.

    Il 18enne, insieme agli altri indagati, ha svolto un controllo armato delle vie Vico Lungo San Matteo e Emanuele De Deo, proprio nella stessa zona è presente anche il gruppo rivale dei Masiello. In particolare il figlio di Renato Di Biasi, storico capoclan dei Faiano, avrebbe anche tentato diverse rapine a mano armata nei Quartieri Spagnoli.

    Durante le attività degli investigatori è emerso che il nascente gruppo criminale è dedito a ha anche un’ampia disponibilità di armi. Infatti gli indagati sono costantemente armati di pistola, per evitare attacchi da componenti di altri gruppi nemici.
    Inoltre hanno in più occasioni perquisito le persone che, in particolare nelle ore notturne, passavano nella loro zona di influenza.

    Inter Napali 20/04/2024 :banned2.gif: :bangin.gif: :busted_blue.gif:

    Il Blitz interforze nei quartieri Spagnoli in Area Multimediale.
     
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    Cagliari: arrestati un uomo ed una donna dalla Squadra Mobile per spaccio

    Nel rispetto dei diritti della persona indagata e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue:

    La Polizia di Stato ha tratto in arresto in flagranza un uomo ed una donna per l’ipotesi di reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Nella tarda serata di mercoledì, nel quartiere Cep, gli agenti della Sezione Falchi della Squadra Mobile, nell’ambito di attività finalizzate al contrasto dello spaccio di stupefacenti, hanno fermato un uomo e una donna, entrambi di 24 anni ed originari del posto, a bordo di un’autovettura. Il nervosismo palesato da entrambi ha indotto gli operatori ad approfondire il controllo: la perquisizione ha permesso, infatti, di rinvenire due involucri termosaldati contenenti cocaina in grani, per un peso complessivo di circa 15 grammi e denaro contante, ritenuto probabile compendio dell’attività criminosa. Al termine della redazione degli atti, entrambi sono stati condotti presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari per l’ipotesi di reato di detenzione sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, in attesa del processo per direttissima tenutosi giovedì mattina, al termine del quale il Giudice ha convalidato gli arresti non applicando misure cautelari.

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