D.I.G.O.S.

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    DIGOS: ARRESTATO TIFOSO-RAPINATORE.

    Nella giornata del 7 ottobre la D.I.G.O.S. di questa Questura ha proceduto all’arresto in flagranza differita di ALONZO Andrea (classe 1992), pregiudicato per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti. L’uomo è ritenuto responsabile del reato di rapina impropria aggravata, commessa in un autogrill dell’autostrada A2 del Mediterraneo, in territorio della provincia di Salerno.

    L’ALONZO, tifoso del Catania Calcio, faceva parte di un gruppo di 100 sostenitori catanesi ultras della Curva Nord i quali, a bordo di due pullman nella giornata di domenica 6 ottobre, si stavano dirigendo a Terni per assistere alla gara Ternana-Catania, valevole per il campionato di Serie C, Girone C. Questo convoglio si era fermato presso un’area di servizio per una sosta. In quell’occasione, uno dei tifosi, successivamente identificato per l’Alonzo, era stato notato dal direttore dell’autogrill mentre si appropriava di merce varia, che nascondeva nelle tasche della propria tuta. Alla richiesta del direttore di restituire quanto occultato o di pagare alla cassa, il tifoso inveiva contro di lui, consegnandogli solo una parte della merce, non anche quella già occultata; anzi per tutta risposta lo colpiva con una testata e successivamente con schiaffi e pugni, incurante della presenza e dell’intervento di altre persone, procurandogli delle lesioni.

    L’arresto è stato operato a Catania, al rientro dei tifosi dalla trasferta, di seguito alla visione dei filmati ed agli accertamenti di polizia, grazie anche alla fattiva collaborazione con le D.I.G.O.S. di Salerno, competente per territorio, e di Terni, ove il soggetto si era regolarmente presentato con abiti diversi ed aveva assistito all’incontro di calcio, convinto di potersi confondere fra la folla; l’arresto della D.I.G.O.S. è stato eseguito in ossequio all’art. 8 comma 1 ter della Legge 401/1989 e successive modifiche che consente di poter operare in flagranza differita, entro 48 ore dalla compimento della condotta criminosa, in quanto reato commesso in occasione o a causa di manifestazione sportiva, se le condizioni di sicurezza nell’immediatezza non consentono l’arresto in flagranza.

    L’Alonzo è stato sottoposto a perquisizione personale ex art. 352 c.p.p., che portava al rinvenimento di presumibile sostanza stupefacente: infatti, nella tasca destra dei pantaloni, veniva rinvenuto un piccolo quantitativo di crack, derivato della cocaina, debitamente sottoposto a sequestro. Pertanto, l’uomo è anche indagato in stato di libertà, ai sensi dell’art. 73 D.PR. 309/1990.

    Inoltre, nei confronti del predetto, il Questore di Catania Mario Della Cioppa, emetterà un provvedimento di Divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive.

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    Sgomberato dalla Polizia di Padova stabile occupato dal Collettivo del Gramigna

    All'alba di domenica 6 otobre scorso, la Polizia di Stato ha sgomberato l'ex torrefazione Vescovi, occupata abusivamente da un mese dal Collettivo del Gramigna.
    Dopo aver circondato la struttura, gli agenti hanno fatto irruzione all'interno, dove non è stato trovato nessuno e hanno quindi dato avvio alle operazioni di sgombero sigillando porte e finestre.
    L’attività è avvenuta senza criticità per l’ordine pubblico, nonostante la protesta inscenata da una quindicina di attivisti sopraggiunti davanti all’edificio non appresa la notizia.
    La scelta di intervenire di domenica mattina è stata per evitare ripercussioni sul traffico.

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    Arrestato l'investitore del tifoso ucciso a Milano: è un ultrà napoletano, ha legami con la camorra
    L'arrestato è accusato di omicidio volontario per aver investito volontariamente Daniele Belardinelli il 26 dicembre 2018.

    Un ultrà napoletano, Fabio Manduca, 39 anni, è stato arrestato dalla Digos a Napoli per l'omicidio di Daniele Belardinelli, investito negli scontri prima di Inter-Napoli del 26 dicembre 2018. L'uomo arrestato avrebbe legami con clan camorristici e con il gruppo ultras partenopeo dei 'Mastiffs'. E' quanto emerge dalle indagini del procuratore aggiunto Letizia Mannella e dei pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri. Manduca, titolare col fratello di un'impresa di pompe funebri, ha precedenti per furto, ricettazione, commercio di prodotti falsi e truffa.

    Manduca, accusato di omicidio volontario, la sera di Santo Stefano del 2018 ha travolto e ucciso Daniele Belardinelli nel corso degli scontri tra ultras prima della partita Inter-Napoli in via Novara, a meno di 2 chilometri dallo stadio di San Siro, a Milano.

    Manduca, che nel corso delle indagini di questi mesi aveva scelto sempre di avvalersi della facoltà di non rispondere, è accusato di aver accelerato, alla guida di una Renault Kadjar che faceva parte della 'carovana' degli ultras napoletani, quando, proprio all'inizio degli scontri, un gruppo di ultrà interisti invase la strada con un assalto programmato, con tanto di mazze, coltelli e bastoni.

    L'ultrà del Napoli, che aveva in macchina altri tifosi, dopo aver superato un'altra auto della carovana, un'Audi A3, avrebbe puntato dritto al gruppo di ultras 'rivali' e investito volontariamente Belardinelli (39 anni, ultrà del Varese, tifoseria gemellata con quella interista), passando sopra il corpo e proseguendo, poi, la marcia.

    L'individuazione dell'investitore di Belardinelli è stata possibile grazie ad un lungo e meticoloso lavoro degli investigatori della Digos sui filmati delle telecamere della zona.

    Altri elementi sono arrivati, poi, dalle intercettazioni telefoniche, dall'incrocio delle versioni rese da alcuni indagati per gli scontri e anche dagli esiti di alcune perizie biologiche e anche sulle condizioni della macchina che venne sequestrata, assieme a diverse altre.

    Lo scorso marzo, intanto, erano arrivate 5 condanne fino a 3 anni e 8 mesi e un patteggiamento (per Luca Da Ros, l'unico ad aver collaborato alle indagini) per i 6 ultras interisti arrestati per rissa aggravata e altri reati pochi giorni dopo l'assalto in stile "militare", tra cui i capi della curva interista Marco Piovella e Nino Ciccarelli.

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    DIGOS: arrestato cittadino straniero per aver fatto rientro nel territorio nazionale a Catania.

    La Polizia di Stato ha arrestato il cittadino albanese KAJLIC Ismet, (classe 1992) per rientro nel territorio dello Stato senza una speciale autorizzazione del Ministero dell’Interno.

    Nella serata del 22 ottobre scorso, personale della D.I.G.O.S. della Questura di Catania ha arrestato il predetto KAJLIC Ismet, per aver violato le disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione, avendo fatto rientro sul territorio italiano nonostante l’espresso divieto imposto dal Prefetto.

    Lo stesso, infatti, era stato destinatario di espulsione dal Prefetto di Catania il 24 settembre 2018 e, a seguito del contestuale ordine di accompagnamento alla frontiera emesso dal Questore di Catania, in data 26 settembre 2018, era stato tradotto alla frontiera aerea di Tirana.

    Nel provvedimento prefettizio era espressamente previsto il divieto di reingresso nel Territorio Nazionale Italiano e nell’area Schengen per i tre anni successivi all’allontanamento dallo Stato ma, grazie all’attività informativa condotta sul territorio dalla locale D.I.G.O.S. il KAJLIC è stato individuato in territorio di Santa Venerina (CT).

    Il cittadino albanese, al momento del controllo, ha esibito al personale un regolare passaporto rilasciato dal Governo albanese lo scorso 31 maggio 2019 con cognome italiano ma nome straniero.

    La circostanza ha destato subito sospetto agli investigatori della DIGOS che, soltanto la precisa conoscenza del contesto nel quale stavano operando consentiva loro di smascherare l’ingegnoso, quanto semplice, escamotage attuato dal KAJLIC nel tentativo di eludere il dispositivo prefettizio emesso a suo carico.

    KAJLIC, invero, avendo contratto matrimonio in Albania il giorno precedente all’emissione del documento con una cittadina italiana, ne ha acquisito il cognome sostituendolo al proprio, così come previsto dalle leggi vigenti in quello Stato.

    Munito del nuovo passaporto ha quindi fatto illegale rientro sul territorio italiano il 9 giugno scorso attraversando la frontiera terrestre slovena di Starod, dopo essere transitato dal Montenegro e dalla Croazia.

    Agli investigatori è apparso fin troppo chiaro il disegno appositamente architettato al fine di eludere i controlli di frontiera e poter fare ingresso in Italia, giungendo in Sicilia attraverso un tragitto alquanto farraginoso ed anomalo, considerato che il percorso più breve sarebbe quello via mare, effettivamente compiuto appena tre giorni prima dalla moglie, che aveva raggiunto casa separatamente, in maniera decisamente molto meno complicata.

    La figura di KAJLIC Ismet era emersa all’attenzione poiché la D.I.G.O.S. di Catania aveva accertato ch’esso aveva inviato al proprio fratello dal proprio apparecchio cellulare due video di esecuzioni capitali alquanto cruente nonché delle foto che lo ritraevano con armi da caccia ed in parte travisato.

    L’arrestato, su disposizione del P.M. di turno della locale Procura della Repubblica, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza in attesa del giudizio direttissimo previsto per la data odierna.

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    Torino: Eseguite due misure cautelari dalla DIGOS

    Sono un aggravamento dell'obbligo di presentazione alla P.G.

    Nelle mattinata odierna, personale della Digos della Questura di Torino ha eseguito due misure cautelari degli “arresti domiciliari” nei riguardi dei leader storici di “Askatasuna”, R.G. e M.M. per i gravi episodi di intemperanza verificatisi in occasione del Vertice G7 di Venaria. Il provvedimento costituisce aggravamento della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla PG a seguito della commissione da parte degli indagati di ulteriori fatti di reato.

    Le articolate indagini svolte dalla locale Digos - coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino – avevano consentito di denunciare complessivamente n.52 persone resesi responsabili di condotte criminose, anche gravi, e di attribuire la regia di tutte le azioni violente perpetrate durante la mobilitazione contro il G7 ai leader storici di “Askatasuna, tra cui proprio R.G. e M.

    Al riguardo, infatti, si rammenta che l’annuncio dello svolgimento presso la Reggia di Venaria Reale del Vertice G7 aveva suscitato l’immediata reazione della variegata galassia antagonista torinese e nazionale che, sotto la sigla “Assemblea RESETG7”, aveva sin da subito avviato una mobilitazione generale sfociata poi in una escalation di azioni violente.

    In particolare, nella mattinata del 29 settembre 2017, si svolgeva un estemporaneo corteo di circa 500 persone, provenienti anche da altri contesti territoriali, nel corso del quale si registravano diversi tentativi di sfondamento dei contingenti delle forze dell’ordine con il precipuo obiettivo di raggiungere l’N.H Hotel di piazza Carlina, dove erano ospitati i leader e le delegazioni dei Paesi partecipanti al Vertice

    Nel pomeriggio, i collettivi studenteschi, sotto l’egida dei leader del centro sociale Askatasuna, davano vita ad un altro corteo tentando più volte di raggiungere il predetto Albergo senza riuscirci grazie alla calibrata predisposizione dei servizi di ordine pubblico.

    La mobilitazione riprendeva poi nella serata, allorquando circa 200 manifestanti, dopo essere giunti in via Po, nel rinnovato intento di avvicinarsi alla zona di sicurezza del NH Hotel, in maniera proditoria e perlopiù travisati, incominciavano a lanciare diverse bombe carta ed artifizi pirotecnici mediante lanciatori multipli contro i contingenti delle forze dell’ordine che, dopo alcuni minuti di assedio, riuscivano a disperdere i facinorosi.

    Altri episodi di intemperanza si verificavano la mattina del 30 settembre, allorquando circa 200 antagonisti G7, giunti in corteo, unitamente ad altre 2000 persone, in piazza Vittorio Veneto di Venaria Reale, tentavano di forzare lo sbarramento effettuato dai contingenti delle forze dell’ordine utilizzando diversi carrelli della spesa lanciando altresì bombe carta e razzi verso la Polizia.

    Poco dopo, il gruppo dei facinorosi, ricompattatosi, reiterava due analoghi tentativi di sfondamento sul lato destro di piazza Vittorio Veneto con l’utilizzo di grossi petardi e fuochi d’artificio esplosi ad altezza uomo mediante lanciatori multipli.

    Per i summenzionati episodi venivano adottate dall’Autorità Giudiziaria di Torino n.17 misure cautelari (eseguite lo scorso 4 luglio), tra “Obblighi di Presentazione alla P.G.” ed “arresti domiciliari”, questi ultimi sostituiti, lo scorso 17 luglio, dal Tribunale del Riesame di Torino, in “Obblighi di Presentazione quotidiana alla P.G.” (in accoglimento di specifica istanza avanzata dai difensori degli interessati)

    Tuttavia, tenuto conto che i due predetti leader di Askatasuna, a poco più di una settimana dalla decisione del Tribunale del Riesame, si erano resi responsabili, in occasione della IV Edizione del “Festival Alta Felicità”, di altri fatti di reato analoghi a quelli commessi durante il G7 di Venaria, il Giudice Per le Indagini Preliminari di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica, ripristinava nuovamente la misura degli “arresti domiciliari”.

    I nuovi fatti ascritti risalgono con precisione allo scorso 27 luglio, allorquando durante un corteo nazionale svoltosi nelle aree boschive di Giaglione e Chiomonte (tra l’altro interdette da un’apposita ordinanza prefettizia), si verificavano ripetute azioni violente da parte di gruppi di facinorosi travisati, provenienti da diversi contesti territoriali, sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna.

    In quella circostanza, gli stessi, utilizzando cesoie, flessibili ed estintori, abbattevano e danneggiavano una delle cancellate metalliche posizionate per impedire ai manifestanti di raggiungere il cantiere, tagliando altresì parte della recinzione perimetrale del sito di interesse strategico nazionale di Chiomonte. Successivamente, gli stessi si posizionavano sui sentieri alti della montagna in modo da sovrastare la vallata ove erano posizionati gli operatori di Polizia, che venivano fatti oggetto del lancio di ordigni esplosivi e pietre.

    In tale contesto, R. e M. incitavano e coordinavano manifestamente tutte le condotte criminose dei partecipanti, concorrendo altresì nella materiale esecuzione degli illeciti penali.

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    Siena: indagati 12 estremisti di destra, sequestrate armi ed esplosivi

    Sono indagate per detenzione abusiva di armi correlata alla costituzione di un’associazione con finalità eversiva le 12 persone nei cui confronti sono state eseguite numerose perquisizioni al termine di un’attività investigativa condotta dalle Digos delle questure di Firenze e Siena.

    L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, ha permesso di individuare il nascondiglio di armi ed esplosivi, nascosti in abitazioni, capannoni e uffici della provincia di Siena.

    Le perquisizioni sono state coordinate dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione.

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    Disponibile il video nell'Area Multimediale del Forum.
     
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    Rissa in autogrill: denuncia e Daspo per 22 ultras

    Il 22 settembre scorso due tifoserie si incontrarono nell’area di servizio Montefeltro Ovest della A14, nel comune di Riccione, dando vita al più classico degli scontri tra ultras: ventidue tifosi appartenenti alle frange più estreme del tifo organizzato di Padova e Vicenza, si affrontarono a colpi di mazze, bottiglie di vetro e cinture con fibbie metalliche.

    Le tifoserie erano dirette a Pesaro e Gubbio dove erano in programma gli incontri del campionato di serie C Vis Pesaro-Padova e Gubbio-L.R.Vicenza.

    Nel tentativo di sedare la violenta rissa rimase ferito anche uno degli agenti della questura di Vicenza che stava scortando i tifosi vicentini, mentre un sostenitore del Padova riportò gravi lesioni ad un occhio.

    Durante l’attività investigativa svolta dalla Digos della questura di Rimini, in collaborazione con le Digos di Padova, Vicenza, Perugia e Pesaro, sono stati analizzati i video registrati delle telecamere di sicurezza dell’area di sosta, e individuati gli ultras protagonisti degli scontri, dieci del Padova e 12 del Vicenza, tutti denunciati in stato di libertà.

    Le accuse nei loro confronti sono di rissa, utilizzo di oggetti atti ad offendere, possesso di oggetti atti ad offendere, travisamento, danneggiamento, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate e finalizzate a commettere la resistenza a pubblico ufficiale.

    Nelle giornate successive, prima dell’incontro di calcio che avrebbe messo una di fronte all'altra le due squadre, il questore di Rimini ha emesso ventidue provvedimenti Daspo, dieci dei quali con prescrizione della firma in occasione delle partite giocate dalle due società.

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    Milano, associazione a delinquere per fornire permessi di soggiorno: la Polizia di Stato arresta 3 persone

    Ieri la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di un cittadino egiziano M.D. di 55 anni, del figlio cittadino italiano A.D. di 22 anni e di C.G. 55enne anch’egli italiano, accusati di aver costituito un’associazione a delinquere, che operava a Milano e a Cologno Monzese, finalizzata a far ottenere, attraverso la produzione e la trasmissione di documentazione fittizia e/o contraffatta, l’emissione o il rinnovo di permessi di soggiorno a cittadini stranieri privi dei necessari requisiti.

    L’attività investigativa è stata svolta dalla DIGOS – Sezione Antiterrorismo della Questura di Milano, nell’ambito di un’attività coordinata dal procuratore aggiunto dr.ssa Alessandra Dolci e dai pubblici ministeri dr.ssa Paola Pirotta e dr. Adriano Scudieri della Procura delle Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.

    Nel corso dell’indagine, i poliziotti hanno riscontrato che gli arrestati, per eludere le norme in materia di immigrazione, soprattutto in riferimento al requisito dell’attività lavorativa e del reddito conseguente, erano soliti costituire una fittizia impresa individuale, con l’apertura di una posizione fiscale autonoma - partita IVA - effettuando o facendo effettuare quei pagamenti essenziali per rendere verosimile l’esercizio dell’attività, da parte di quei cittadini extra-UE che non avevano i requisiti di legge richiesti, per il tempo strettamente necessario alla presentazione delle istanze di soggiorno.

    Gli arrestati, per semplificare l’attività illecita compiuta, erano soliti indicare quale sede delle imprese individuali – di fatto non operative ed artificiosamente create – uno stesso indirizzo ed allo stesso modo erano soliti scegliere - quale tipologia di attività lavorativa dichiarata – quella della posa in vetro o della tinteggiatura.

    In altri casi gli arrestati, anziché costituire finte imprese individuali, disponevano che gli stranieri bisognosi di un titolo di soggiorno venissero assunti dalle sopracitate ditte, giusto il tempo necessario ad attestare l’esistenza di un lavoro subordinato, con il conseguente versamento dei contributi minimi dovuti, affinché all’ufficio amministrativo competente risultassero lavoratori subordinati.

    Gli arrestati avevano ruoli e compiti ben precisi all’interno dell’associazione, in particolare M.D. e A.D. procacciavano quei cittadini stranieri che necessitavano di un regolare titolo di soggiorno in Italia, pur non avendone i requisiti, fornendo loro tutte le indicazioni e le possibili soluzioni per eludere illecitamente la normativa in materia di immigrazione, mentre C. G., essendo titolare di un punto di assistenza fiscale, svolgeva tutte quelle attività richieste ad un professionista abilitato.

    E’ stato inoltre verificato che C.G., essendo in possesso delle credenziali per l’accesso al sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate, ha deliberatamente fornito agli altri arrestati le password per permettere loro l’accesso, l’interrogazione e la trasmissione agli archivi dell’ente della documentazione amministrativa e fiscale nell’interesse dei cittadini stranieri per i quali era necessario regolarizzare la posizione sul territorio nazionale.

    Nel corso dell’indagine della DIGOS, sono emersi altresì molti contatti con cittadini stranieri residenti all’estero, in particolare in Francia, che per ottenere il rilascio o il rinnovo di un titolo di soggiorno, venivano in Italia e si rivolgevano agli arrestati per precostituire o per alterare la documentazione necessaria al rilascio del titolo.

    Ad ogni pratica gli arrestati applicavano un prezzo differente in considerazione della diversa posizione e della documentazione da precostituire o da alterare. Le tariffe variavano da poche centinaia di euro, per le pratiche più semplici, a qualche migliaio di euro per quelle più complesse. Tutti i pagamenti venivano effettuati in contanti o con versamenti di danaro sulla piattaforma Western Union.

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    Espulso dalla Polizia di Stato uno dei due iman violenti di Padova.

    Nella giornata di ieri la Polizia di Stato di Padova ha allontanato uno dei due imam violenti finiti nell’inchiesta condotta dalla locale DIGOS e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dr. Piccione che ha portato alla luce i ripetuti maltrattamenti consumati ai danni dei piccoli alunni che frequentavano le lezioni coraniche svolte presso il centro culturale islamico di via Jacopo da Montagnana.
    L’uomo, un ventenne originario del Bangladesh residente a Padova, era sottoposto alla misura cautelare dell’ obbligo di dimora nel capoluogo con divieto di uscire da casa dalle ore 17.00 alle ore 8.00 del mattino e di firma una volta al giorno negli Uffici della Questura, emessa proprio nel corso dell’indagine svolta in questi mesi.
    Ritenuto socialmente pericoloso, ieri l’imam ieri stato espulso dal territorio nazionale e accompagnato al Centro di Permanenza di Ponte Galeria – Roma – da dove sarà rimpatriato nel proprio paese di origine.
    Le indagini condotte dall’Ufficio Investigativo della Questura di Padova hanno evidenziato che l’imam svolgeva le proprie lezioni coraniche in un clima di assoluto terrore instaurato attraverso metodi d’insegnamento violenti, consistenti in umiliazioni, botte e percosse date anche con l’utilizzo di un bastone.
    Gli ulteriori approfondimenti info-investigativi effettuati dalla DIGOS hanno delineato non solo un quadro indiziario di assoluta pericolosità relativa alle condotte d’insegnamento ma anche alle potenziali idee antisemite che l’uomo avrebbe potuto trasmettere ai suoi piccoli allievi. Nel profilo Facebook dell’imam, infatti, erano postate foto di Adolf Hitler, circostanza che richiama a formule di propaganda estremiste.

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    Torino - Inter: 5 arresti della DIGOS
    Arrestati grazie all'analisi delle immagini.

    Nella giornata odierna, personale della Digos della Questura di Torino ha eseguito provvedimenti di “arresto differito” (entro le 48 ore previste dalla normativa di contrasto al fenomeno della c.d. “violenza ultrà”) nei riguardi di 5 aderenti al gruppo ultras oltranzista dei “TORINO HOOLIGANS” per reati di rissa, violenza e lesioni ad incaricato di pubblico servizio aggravati.

    In particolare, poco prima dell’inizio dell’incontro di calcio Torino – Inter, dello scorso 23 novembre, un gruppo compatto di circa 20 supporter del summenzionato sodalizio ultrà granata, tutti vestiti con abbigliamento scuro, perlopiù travisati, dopo essere entrati sugli spalti del secondo anello della curva sud dello stadio Olimpico Grande Torino (ove abitualmente si posizionano gli aderenti ai “Torino Hooligans” durante le gare casalinghe), hanno aggredito alcuni supporter interisti (entrati con regolare tagliando per il settore “Primavera”) spintonando altresì alcuni steward (due dei quali hanno riportato lievi lesioni) che erano stati ivi dislocati per tenere separate le due tifoserie, in una curva, tra l’altro, solitamente frequentata, perlopiù, da tifosi non riconducibili al contesto ultrà granata.

    Nella circostanza, le due opposte tifoserie si sono fronteggiate sugli spalti della curva sud colpendosi reciprocamente con calci, pugni, e strumenti atti all’offesa (aste di bandiera, cinte e manici di ombrelli) e solo grazie all’intervento di personale della Digos e di altri steward è stato possibile interrompere l’azione criminosa

    I summenzionati “arresti differiti” sono stati possibili grazie all’analisi trasversale delle immagini effettuata dal personale specializzato della “Sezione Indagini Tecnologiche” della Digos di Torino che sta proseguendo nelle individuazioni degli altri responsabili delle azioni criminose.

    Contestualmente è stato avviato anche l’iter per l’adozione di provvedimenti Daspo nei confronti di tutti gli autori della violenta rissa.

    La Questura di Torino sta procedendo ad ulteriori accertamenti dai quali potrebbero scaturire altri provvedimenti sanzionatori a carico dei responsabili.

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    Fabbricava buste esplosive, arrestato anarchico a Torino

    Arrestato dagli uomini della Digos di Torino un 40enne, militante anarchico, responsabile di fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo.

    L’arresto eseguito in collaborazione con la Digos di Verona è stato il risultato delle indagini svolte per l'operazione “Scintilla” dello scorso febbraio, durante la quale furono arrestati 6 militanti riconducibili al centro sociale “Asilo”.

    Nel corso della perquisizione nell’abitazione dell’indagato è stato sequestrato materiale utile alle indagini.

    In particolare, è stato possibile ricondurre all’associazione anarchica 21 attentati: 15 sono stati compiuti attraverso l’invio di plichi postali esplosivi a ditte e società impegnate nella gestione dei centri per i rimpatri con sedi a Torino, Bologna, Milano, Roma, Bari, Ravenna; 6 attentati sono stati invece compiuti attraverso ordigni rudimentali (taniche di benzina con innesco esplosivo) messi davanti gli uffici di “Poste Italiane” di Torino, Bologna e Genova.

    Ulteriori indagini della Digos hanno consentito di attribuire all’indagato la fabbricazione materiale del plico esplosivo indirizzato ad una società di ristorazione a Roma.

    L’ordigno, contenuto in una busta, era costituito da un sistema di attivazione con batteria ed innesco mediante una lampadina alogena con carica esplosiva formata da circa 22 grammi di polvere pirotecnica. L’ordigno sarebbe esploso con l’apertura della busta.

    Il DNA trovato sul sistema di attivazione del congegno esplosivo ha consentito agli investigatori l’identificazione dell’attentatore.

    La persona arrestata, inoltre, era coinvolta anche nella manifestazione che a Torino ha espresso la protesta per gli arresti effettuati con l’operazione “scintilla” e lo sgombero dello storico centro sociale “Asilo”. Insieme ad altri manifestanti l’arrestato fu bloccato e denunciato per il possesso di caschi, maschere antigas, mazze, bottiglie con liquido infiammabile, biglie e bocce di ferro, abbigliamento per travisarsi e medicinali per lenire gli effetti dei gas lacrimogeni.

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    Il Video dell'operazione, nell'Area Multimediale del Forum.
     
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    Digos: perquisizioni in tutta Italia a gruppi di estrema destra

    Perquisizioni in tutta Italia da parte della Digos di Enna che, insieme agli omologhi uffici di Siracusa, Milano, Monza Brianza, Bergamo, Cremona, Genova, Imperia, Livorno, Messina Torino, Cuneo, Padova, Verona, Vicenza e Nuoro hanno eseguito 19 decreti nei confronti di militanti di estrema destra indagati per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere.

    L’attività è stata svolta sotto il coordinamento della Direzione centrale polizia di prevenzione - Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo interno e con la collaborazione del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni.

    L’operazione “Ombre nere” di questa mattina, trae origine dal monitoraggio di gruppi di estrema destra locali tutti accomunati dal medesimo fanatismo ideologico ed intenzionati a costituire un movimento d’ispirazione filonazista, xenofoba ed antisemita denominato “Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori”.

    Alcuni indagati avevano a disposizione una vasta quantità di armi e esplosivi. I vari accusati avevano definito una struttura interna e territoriale del movimento, creato il simbolo e redatto il programma, – dichiaratamente antisemita e negazionista – condotto attività di reclutamento e proselitismo pubblicando contenuti del medesimo tenore sui propri account social. È stata anche creata per lo scopo una chat chiusa denominata “Militia”, finalizzata all’addestramento dei militanti.

    Tra le persone coinvolte, anche uomo calabrese, ex legionario ed esponente di spicco della 'Ndrangheta, con un passato da collaboratore di giustizia e già referente di Forza Nuova in Liguria.

    Nel corso dell’operazione sono state rinvenute armi ed è stato sequestrato materiale propagandistico.

    Il gruppo, inoltre, aveva contatti con altre formazioni estremiste e xenofobe europee, come l'Aryan Withe Machine - C18 e il partito di destra portoghese Nova Ordem Social.

    28/11/2019 :busted_blue.gif:
     
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    Operazione Ombre Nere

    Nella giornata di ieri personale della Questura di Imperia coadiuvato dal Reparto Cinofili di Genova e dal Reparto Prevenzione Crimine Liguria, ha effettuato una delicata operazione di indagine nell’entroterra ventimigliese che ha portato ad un arresto ed una denuncia.

    L’attività origina da un’inchiesta avviata da parte della Procura Distrettuale di Caltanissetta d’intesa con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

    Ieri mattina gli uffici Digos di Imperia, Enna, Siracusa, Milano, Monza Brianza, Bergamo, Cremona, Genova, Imperia, Livorno, Messina, Torino, Cuneo, Padova, Verona, Vicenza e Nuoro hanno dato contemporanea esecuzione a venti decreti di perquisizione domiciliare nei confronti di diciannove estremisti di destra indagati per i reati di costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere.

    L’intera operazione, diretta dalla Procura Distrettuale di Caltanissetta, si è svolta sotto il coordinamento della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione - Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno - e con la collaborazione del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

    Per quanto concerne Pasquale Nucera, alias Yavres Leon, uno dei 19 soggetti attenzionati, gli agenti della Digos imperiese hanno condotto sul suo conto lunghe indagini e approfonditi accertamenti durati oltre 6 mesi. Molteplici le attività di intercettazione e appostamenti che hanno consentito di monitorare il soggetto e i suoi spostamenti. La descritta attività, non solo ha confermato gli iniziali sospetti, ma ha portato altresì all’individuazione di ulteriori soggetti, pregiudicati, coinvolti a vario titolo, anche in altre città, nella vicenda in argomento.

    Il bagaglio informativo e conoscitivo acquisito dalla Digos di Imperia ha duqnue permesso di coordinare, sul posto, tutti gli attori ieri intervenuti durante le perquisizioni.

    Infatti ieri, nel territorio di Dolceacqua, residenza del Nucera, in 2 rimesse e terreni circostanti gli agenti della Polizia di Stato rinvenivano e sequestravano innumerevoli armi (tra cui anche 33 coltelli di diverse marca, tipologia e misura e 3 machete), documenti e oggetti (ad esempio foto, magliette e bandiere) con simbologia del movimento politico Forza Nuova.

    Fondamentale l’apporto, durante le perquisizioni, degli Artificieri, della Polizia Scientifica e delle Unità Cinofile della Polizia di Stato.

    Altrettanto cruciale l’attività dagli agenti della Sezione di Polizia Postale di Imperia che hanno proceduto alle verifiche informatiche dei device in uso all’indagato, tra cui telefoni cellulari, computer, casella di posta elettronica, profili social, supporti cd/dvd, fotocamere digitali, schede sim e schede sd.

    Il soggetto sottoposto alle descritte operazioni è stato indagato per associazione con finalità di terrorismo eversivo, istigazione a delinquere, detenzione abusiva di armi.

    Nel corso delle operazioni si è proceduto altresì alla perquisizione di una dimora di proprietà dell’indagato attualmente in uso ad un ospite del medesimo, un ventimigliese di 48 anni, ove è stata rinvenuta e posta sotto sequestro una non trascurabile quantità di sostanza stupefacente. Nello specifico, oltre ad un bilancino elettronico di precisione, 1 kg di marijuana, semi di marijuana per un peso complessivo di oltre 90 grammi e circa 10 grammi di hashish.

    L’uomo, gravato da precedenti per droga, guida in stato di ebbrezza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, è stato arrestato per il reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

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    Torino: tre persone denunciate per l'esposizione di uno striscione contro Balotelli
    Individuati dagli agenti della DIGOS.

    Nei giorni scorsi, personale della Digos della Questura di Torino ha denunciato il coordinatore regionale del Piemonte di Forza Nuova, il segretario cittadino di Torino ed un altro militante del predetto movimento per aver propagandato idee fondate sull’odio razziale in violazione degli articoli 1 comma 1 della Legge 205/93 e 604 Bis comma 1 del codice penale, nei cui confronti sono stati altresì adottati dal Questore di Torino provvedimenti Daspo

    L’attività di indagine prende spunto dal comunicato pubblicato lo scorso 14 novembre sul profilo “Forza Nuova Piemonte” della piattaforma VK contenente alcune dichiarazioni del Coordinatore Regionale e del Segretario cittadino in merito ad uno striscione affisso da alcuni militanti del movimento dinanzi l’Allianz Stadium di Torino, recante la scritta “MARIO HAI RAGIONE SEI UN AFRICANO”.

    Nel comunicato, l’episodio veniva anche ricollegato alla nota vicenda che ha riguardato recentemente il calciatore Mario BALOTELLI, (oggetto di insulti razzisti durante la gara Verona-Brescia dello scorso 3 novembre) ed alle successive dichiarazioni - sempre dal contenuto discriminatorio - rese dal coordinatore di Forza Nuova per il Nord Italia nei riguardi del predetto giocatore del Brescia.

    A tal proposito, si rammenta che durante il secondo tempo della succitata partita di calcio, l’arbitro interrompeva il gioco per qualche minuto a causa di alcuni cori razzisti intonati dai sostenitori scaligeri, presenti nel settore est dello stadio, nei confronti di BALOTELLI, il quale, in segno di protesta, reagiva lanciando il pallone verso la curva sud, occupata dalla tifoseria ultrà del Verona.

    Nei giorni successivi, il coordinatore di Forza Nuova per il Nord Italia, tra l’altro esponente di spicco del gruppo ultrà veronese “Curva Sud”, attualmente sottoposto a Daspo, rilasciava dichiarazioni dal contenuto discriminatorio nei confronti del calciatore BALOTELLI in considerazione delle quali veniva denunciato per violazione della c.d. legge Mancino, mente la società calcistica dell’Hellas Verona adottava nei suoi confronti un provvedimento di “mancato gradimento”, inibendogli l’accesso allo stadio “Marcantonio Bentegodi” fino al 2030.

    Nel summenzionato comunicato pubblicato dal coordinatore regionale del Piemonte di Forza Nuova veniva infatti espressamente richiamata proprio questa vicenda che veniva giudicata, tra l’altro, strumentale.

    Alla luce di quanto sopra va letto infatti in contenuto dello striscione esposto all’Allianz Stadium, vergato con vernice nera, ma con le parole “MARIO” e “AFRICANO” realizzate mediante l’utilizzo di vernice rossa, in modo da formare la frase “MARIO AFRICANO” non lasciando dubbi al fatto che la parola “AFRICANO” sia stata utilizzata in chiave dispregiativa e denigratoria. Veniva pertanto acquisito lo striscione che era stato già rimosso nelle prime ore dello scorso 13 novembre da personale di vigilanza della società Juventus che confermava anche l’avvenuta affissione fuori dall’Allianz Stadium.

    Grazie poi all’analisi da parte del personale specializzato della “Squadra Indagini Tecnologiche” della Digos di Torino delle immagini delle videocamere esterne dello stadio è stato possibile chiarire la dinamica dell’episodio ed individuare i tre responsabili.

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    Roma. Carabiniere aggredito a Trastevere da tifosi della Lazio, in manette uno dei teppisti.

    I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della D.I.G.O.S. della Questura di Roma hanno notificato un’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che dispone la misura cautelare degli arresti domiciliari per un ragazzo di 25 anni, tifoso laziale, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e uso di strumenti atti a rendere difficoltoso il riconoscimento (artt. 110, 337, 339 commi 2 e 3, 582, 585, 576 c. 1 n. 5 bis c.p., art. 5 L.n. 152/1975).

    Nel medesimo contesto, in Roma, Grottaferrata (RM), Sant’Oreste (RM), Anzio (RM) e Lariano (RM), sono stati eseguiti decreti di perquisizione personale e locale nei confronti del citato arrestato e di ulteriori 8 ragazzi, tifosi della Lazio, in relazione alla violazione del divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive (art. 6 c. 6 L.n. 401/1989).

    L’indagine è stata avviata a seguito dei fatti verificatisi il 13 dicembre 2018, allorquando un gruppo di tifosi italiani, dopo aver assistito all’incontro calcistico “Lazio – Eintracht Francoforte”, si era recato nel quartiere Trastevere, per rintracciare ed aggredire tifosi tedeschi, perpetrando altresì una rapina nei confronti di uno di essi.

    Nella circostanza, giunta sul posto una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Roma Trastevere – impegnata nel quartiere in un servizio di prevenzione e attivata dal titolare di un esercizio commerciale della zona – notava i citati tifosi laziali, per poi pedinarli a distanza in attesa di rinforzi. Nel frangente, un carabiniere veniva fatto oggetto di un fitto lancio di oggetti contundenti da parte del gruppo di tifosi della Lazio, rimanendo colpito al capo, con una prognosi di 20 giorni per un trauma non commotivo.

    L’attività investigativa, condotta da Polizia di Stato e Carabinieri, ha consentito di individuare nell’odierno arrestato colui che ha partecipato al lancio di oggetti all’indirizzo del militare dell’Arma (in particolare, scagliandovi contro un bidone dell’immondizia) e identificare ulteriori 8 appartenenti al gruppo ultras “Irriducibili”, responsabili di aver violato le disposizione sul DASPO.

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