POLIZIA SCIENTIFICA

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    Scientifica: a Lecce la mostra fotografica “Frammenti di storia”

    Inaugurata questa mattina, a Lecce, la mostra fotografica "Frammenti di Storia". La cerimonia si è svolta nel Teatrino dell’Ex Convitto Palmieri alla presenza del questore di Lecce, Leopoldo Laricchia, del direttore del Servizio Polizia scientifica, Fausto Lamparelli, Piero Grima, medico e scrittore e Giuseppe Pascali, scrittore e giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

    Nella mostra “Sono sintetizzati i momenti salienti della nostra storia, la storia d’Italia del novecento e di questo scorcio di secolo che si affaccia al nuovo millennio. Momenti forti, drammatici, della nostra storia recente” ha dichiarato il questore Laricchia.
    Ma all’interno della mostra ci sono anche episodi legati alla storia leccese che hanno visto il necessario intervento della Polizia scientifica, come l’omicidio del boss Salvatore Padovano, avvenuta nel 2008 per mano della Sacra corona unita; l’incidente di un aereo ultraleggero precipitato nell’aprile del 2010 nella campagne della periferia di Lecce; e ancora le due visite, a distanza di 10 anni l’una dall’altra, di Papa Benedetto XVI a Santa Maria di Leuca nel 2008 e di Papa Francesco ad Alessano nel 2018.

    La mostra, ad ingresso gratuito, potrà essere visitata da oggi fino al 25 gennaio, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20.

    L’evento, introdotto dal questore di Lecce, è stato dedicato a Gaetano Fuso, assistente capo della Polizia di Stato che, fino a qualche anno fa, prima di essere colpito da una grave malattia invalidante, si occupava di fotosegnalamento presso il commissariato di Galatina (Lecce) nell’ufficio di Polizia scientifica.

    Gaetano, nonostante la sua malattia, ha ideato due progetti di solidarietà, sostenuti dalla Polizia di Stato, che consentono ai disabili di andare al mare ed in giro con un camper.

    Saranno presenti anche due mezzi specializzati della Polizia scientifica: il “Full Back” con tutte le attrezzature di ultima generazione necessarie per il sopralluogo ed il “Moving Lab” che è un laboratorio mobile, sempre in uso alla Polizia scientifica, attrezzato anche per il fotosegnalamento ed il riconoscimento facciale.


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    “FRAMMENTI di STORIA L’Italia attraverso le impronte, le immagini e i sopralluoghi della Polizia Scientifica"

    Si è svolta ieri 9 febbraio presso la Prefettura di Ascoli Piceno l’inaugurazione della mostra fotografica Frammenti di Storia, l’Italia attraverso le impronte, le immagini, e i sopralluoghi della Polizia Scientifica alla presenza del Vice Capo della Polizia Prefetto dott. Nicolò D’Angelo, il Direttore del Servizio Polizia Scientifica dott. Fausto Lamparelli, il Procuratore Capo della Repubblica di Ascoli Piceno Dott. Umberto Monti, il Questore di Ascoli Piceno dott. Luigi De Angelis e il Dirigente GIPS Marche Abruzzo dott Massimiliano Olivieri.

    Dopo i saluti del Questore Dott. Luigi De Angelis, il Direttore del Servizio della Polizia Scientifica Dott. Fausto Lamparelli ha relazionato dell’impegno costante e certosino della Polizia Scientifica dalla sua istituzione ad oggi con un capitale strumentale e tecnologico che è andato sempre aumentando negli anni, costantemente al passo coi i tempi ed in diversi casi anticipando l’impiego di strumentazioni e software utili alla missione della Polizia Scientifica quella di fornire con i sopralluoghi e la ricerca in laboratorio utili elementi probatori per l’individuazione del colpevole di un reato.

    Il Procuratore Capo della Repubblica di Ascoli Piceno Dott. Umberto Monti ha fatto un excursus storico della Polizia Scientifica dal 1903, anno in cui Salvatore Ottolenghi, medico legale e allievo di Cesare Lombroso, impartisce le prime lezioni di antropologia criminale a funzionari di Pubblica Sicurezza ed ha illustrato in successione gli atti dispositivi in cui la magistratura doveva far ricorso alla Polizia Scientifica per meglio istruire i procedimenti.

    Durante la manifestazione sono stati premiati i Poliziotti della Scientifica di Ascoli Piceno in pensione e/o prossimi: Vice Commissario Massetti Galiano, Ispettore Capo Luciano Gasparroni, Ispettore Capo Augello Antonio, Assistente Capo Carboni Emidio.

    Successivamente veniva inaugurata la scena del crimine, ad arte ricostruita ad opera del Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica Marche e Abruzzo con la rappresentazione di una scena cruenta che è stata l’attrazione dei numerosi cittadini che dalle 15.00 hanno visitato la mostra.

    Al termine della cerimonia il Vice Capo della Polizia Prefetto Dott. Nicolò D'Angelo ha rivolto un saluto di ringraziamento e si è recato successivamente presso la Questura di Ascoli Piceno per incontrare il personale in servizio nella provincia.

    L’apertura gratuita al pubblico proseguirà nei prossimi giorni con i i seguenti orari:

    10 febbraio : dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00;

    11 febbraio : dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00;

    12 febbraio : dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00.


    10/02/2019
     
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    Certificazione internazionale per le metodologie della Scientifica

    Identikit, indagini balistiche, rilevamento delle impronte, indagini di biologia forense sui materiali, analisi dei residui di incendi ed esplosioni, accertamenti sulle tracce del Dna, sono solo alcune delle attività che la Polizia scientifica svolge a supporto delle indagini al fine di individuare cause e autori di reati.

    L’opera della Scientifica è quindi spesso determinante per trovare il colpevole e per ricostruire la scena del crimine e per questo le fonti di prova che raccoglie e documenta devono essere assolutamente affidabili a garanzia delle persone coinvolte nelle vicende giudiziarie e di accertamento.

    E così il lavoro svolto quotidianamente con dedizione e professionalità dagli specialisti della Scientifica, oggi può vantare un riconoscimento da parte “Bureau Veritas Italia”, il colosso internazionale della certificazione, che ha dichiarato la totale affidabilità e competenza della la Polizia scientifica italiana e di tutte le procedure e le metodologie di lavoro.

    Questo significa che la raccolta, la verifica e l’accertamento delle prove, fornite ai Tribunali è un’ulteriore garanzia di affidabilità delle prove stesse e della loro incontestabilità in giudizio.

    Questa certificazione, inoltre, evidenzia ancor di più la Polizia scientifica italiana come eccellenza e all’avanguardia anche rispetto a prestigiosi corpi di polizia in Europa e nel mondo.

    La certificazione è stata rilasciata alla presenza del direttore della Polizia scientifica, Fausto Lamparelli e del direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato Vittorio Rizzi, che ha detto: “La Scientifica ha una storia ultracentenaria ed è un settore d’eccellenza della Polizia di Stato. Ma è facile dirsi bravi da soli. Adeguandosi agli standard internazionali, la Polizia Scientifica non ha esitato a sottoporsi a una verifica severa delle proprie procedure operative da parte dei migliori professionisti della certificazione di qualità, e aver passato a pieni voti l’esame rappresenta una grande soddisfazione, ma soprattutto la migliore garanzia per le libertà del cittadino”.

    09/03/2019 Sito :busted_blue.gif:
     
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    Sondrio: “Frammenti di storia” attraverso la Polizia scientifica

    Il 28 e il 29 marzo, a Sondrio, le immagini dei momenti più drammatici e significativi della storia italiana, viste dall’occhio attento degli analisti della scena del crimine della Polizia di Stato, sono al centro della mostra fotografica itinerante e gratuita “Frammenti di storia. L’Italia attraverso le impronte, le immagini e i sopralluoghi della Polizia scientifica”.

    L’esposizione, ospitata presso la sede della prefettura a palazzo Muzio, è stata inaugurata questa mattina dal capo della Polizia Franco Gabrielli accompagnato dal questore Angelo Giuseppe Re.

    Nel suo discorso il prefetto Gabrielli ha dichiarato che “La polizia scientifica ha un passato che ha caratterizzato la nostra storia formando una base solida su cui costruire il nostro presente e anche il nostro futuro; è la storia non solo della nostra amministrazione, ma è la storia del paese che ci fa piacere condividere con questo territorio, attraverso questa mostra”.

    “La Polizia scientifica – ha continuato il prefetto Gabrielli - ha saputo intercettare le conquiste della scienza con inesauribile passione, precondizione di ogni attività. E quindi oggi a Sondrio, come abbiamo fatto in altre parti del paese, rendiamo onore a questa storia”.

    “Ricordando questi frammenti della nostra storia – ha concluso il capo della Polizia Franco Gabrielli - diciamo grazie ai nostri uomini e alle nostre donne della polizia scientifica, che in nome di quella tradizione, forti di quella tradizione, ogni giorno sul territorio nazionale, lavorano con passione, con competenza, con determinazione al servizio delle comunità la cui sicurezza ci è affidata”.

    Al termine della visita il prefetto Gabrielli ha incontrato, in questura, le rappresentanze della Polizia di Stato in servizio nella provincia di Sondrio.

    La mostra fotografica, inaugurata a Roma lo scorso aprile, è frutto del lavoro ultracentenario della Polizia scientifica, un’eccellenza del panorama mondiale, da sempre al servizio della sicurezza del cittadino.

    Ecco le prossime tappe della mostra:



    4-10 Aprile Pescara Corso Umberto I, 83



    29 Aprile - 5 Maggio Padova Palazzo della Ragione



    8-10 Maggio Vicenza Loggia del Capitaniato



    1-6 Settembre Rovigo Sala “Pescheria Nuova”



    20-30 Settembre Trieste Sala della Meridiana della Camera di Commercio

    28/03/2019 Sito :busted_blue.gif:
     
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    Torino: un convegno per il padre della Polizia scientifica

    Presentato questa mattina nell’aula magna del rettorato dell’Università degli studi di Torino, il libro dal titolo “Salvatore Ottolenghi. Le impronte digitali in Polizia scientifica e medicina legale”, scritto da Andrea Giuliano, sostituto commissario della Polizia di Stato.

    All’evento ha presenziato il direttore centrale anticrimine, Francesco Messina, il questore di Torino Giuseppe De Matteis e il direttore della 2^ divisione Polizia scientifica, Fabiola Mancone.

    Nel corso della presentazione si è tenuto anche un convegno dedicato all’opera del professor Ottolenghi, assistente di Cesare Lombroso e fondatore della Polizia scientifica italiana.

    La figura di Salvatore Ottolenghi è strettamente legata a Torino, dove oltre un secolo fa, fece il suo debutto divenendo un illuminato precursore delle moderne tecnologie scientifiche.

    Sono celebri i suoi contributi dedicati alla diffusione della dattiloscopia quale prova centrale nei processi giudiziari.

    Il tema del convegno è, inoltre, in linea di continuità con la mostra fotografica della Polizia scientifica, tenuta ad Asti lo scorso mese di ottobre.

    Tra i relatori di questa mattina, personalità accademiche, della magistratura e il dirigente del gabinetto interregionale della Polizia scientifica Sabrina Castelluzzo.

    Per tutta la giornata sarà possibile visitare gratuitamente alcuni musei torinesi: il Palazzo degli istituti anatomici, il museo di Anatomia umana Luigi Rolando e il museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso.

    12/04/2019 Sito :busted_blue.gif:
     
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    Polizia Scientifica, cambio competenze territoriali e denominazione

    L’Ufficio Rapporti Sindacali del Dipartimento della P.S. ha diramato una circolare con la quale la Direzione Centrale Anticrimine comunica variazione di competenze territoriale e denominazione, riguardanti il Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica per la Marche e l’Abruzzo ed il Gabinetto Interregionale per il Lazio, Umbria ed Abruzzo.

    Consap Polizia 17/05/2019
     
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    Le foto che hanno fatto la storia: la mostra della Scientifica a Reggio Calabria

    Tappa calabrese per la mostra fotografica itinerante “Frammenti di storia. L’Italia attraverso le impronte, le immagini, i sopralluoghi della Polizia Scientifica”.

    La mostra,inaugura oggi al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, lo stesso che ospita i famosi Bronzi di Riace, sarà visitabile gratuitamente sino a domenica 26.

    All’inaugurazione hanno preso parte il direttore Centrale anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina, il direttore del Servizio di polizia scientifica, Fausto Lamparelli il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani e il questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone.

    Gli interventi delle autorità sono stati moderati dal giornalista della rai Riccardo Giacoia.

    La galleria di documenti e immagini ferma il tempo e la memoria su alcuni momenti più significativi per il destino dell’Italia e della Calabria negli ultimi cento anni, raccontati da chi li ha vissuti in prima linea a servizio dell’ordine e della sicurezza pubblica. Stragi, omicidi, catastrofi naturali, personaggi e fatti diversi sono legati, infatti, da un solo filo rosso rappresentato dal lavoro della Polizia scientifica.

    Il Gabinetto regionale di polizia scientifica di Reggio Calabria ha integrato la rassegna fotografica con le immagini di eventi drammatici e determinanti della storia calabrese, come i sequestri di Cesare Casella e Adolfo Cartisano, gli omicidi del giudice Antonino Scopelliti, dell’ispettore Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, gli omicidi del piccolo Nicolas Green, della guardia giurata Luigi Rende, e del vicepresidente della Regione Francesco Fortugno.

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    “ENFSI Annual Meeting 2019”: Polizie scientifiche a confronto

    È in corso in questi giorni a Roma l’European Network of Forensic Institutes il Meeting annuale a cui prendono parte 67 istituti forensi, appartenenti a Forze di Polizia ed Istituti Nazionali Centrali, in rappresentanza di 31 paesi europei ed extraeuropei.

    Il meeting, organizzato dal Servizio Polizia scientifica della direzione centrale anticrimine, è dedicato all’evoluzione tecnologica, all’automazione e al loro impatto sulle scienze forensi.
    All’incontro di questa mattina ha partecipato il Capo della Polizia Franco Gabrielli insieme al direttore centrale anticrimine Francesco Messina.

    Il prefetto Gabrielli nel suo intervento ha sottolineato l’evoluzione delle minacce criminali che gravano sulla sicurezza della collettività, evidenziando l’impegno della Polizia di Stato nello studio, nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie e progettualità condivise a livello internazionale.

    “Sono convinto - ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli - che le scienze forensi contribuiranno, attraverso le loro expertise, a fornirci gli strumenti utili ad affrontare le sfide future e le minacce sempre più caratterizzate da aspetti di transnazionalità”, evidenziando che “il complesso lavoro che sarà affrontato in queste giornate, dedicate alla discussione su temi così rilevanti, apporterà un contributo significativo alla nostra mission”.

    In apertura dei lavori il direttore centrale anticrimine Francesco Messina oltre a ringraziare il personale della polizia scientifica per il prezioso apporto al mondo delle scienze forensi ha detto che “Il confronto e la discussione su temi scientifici costituisce la nostra sfida futura sia per comprendere i nostri limiti ma soprattutto per individuare gli strumenti per superarli”.

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    Mattinata didattica in Questura per una ventina di studenti universitari del corso di tecniche di laboratorio bioemedico

    Questa mattina una ventina di studenti del corso di tecniche di laboratorio biomedico dell’Università degli Studi di Trieste ha effettuato una visita d’istruzione in Questura. Accompagnato da due tutor, il gruppo si è intrattenuto con il personale della Polizia Scientifica apprendendo per sommi capi i rudimenti di una specialità che deve necessariamente evolversi costantemente dal punto di vista tecnico e scientifico.

    Successivamente gli studenti si sono recati nella sala operativa, vero e proprio centro nevralgico di coordinamento degli equipaggi sul territorio e punto di riferimento per l’utenza che telefona al 112.

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    Anche a Mantova l’investigazione scientifica e’ 2.0. Risolto un caso di furto in un esercizio commerciale grazie a riscontri sulle impronte digitali

    Anche nella realtà investigativa di Mantova, il contributo tecnico della Polizia Scientifica si rivela fondamentale per l’analisi della scena del crimine, la definizione dei reati commessi e l’identificazione dei colpevoli.

    La costante riqualificazione professionale degli operatori e l’utilizzo delle nuove tecnologie strumentali aggiungono, alle indagini “vecchio stile”, opportunità decisamente più moderne e un immediato riscontro probatorio.

    Le nuove procedure, strettamente connesse con le banche-dati di recente progettazione, consentono di cristallizzare gli scenari operativi e di trarne informazioni in tempo reale. Ora è diventato possibile, riprocessando digitalmente le informazioni, decifrare anche vecchi enigmi mai risolti nel tempo.

    Gli evoluti sistemi “Data”, in riferimento all’identificazione facciale (S.A.R.I. ), all’identificazione attraverso impronte digitali e palmari (A.F.I.S.) e all’identificazione del profilo bio-genetico (D.N.A.), rappresentano gli strumenti informatizzati di ricerca e analisi in grado di vagliare le nuove prospettive investigative e di compenetrarle ai tradizionali “Archivi” di Polizia.



    E proprio a Mantova, pochi giorni fa, il Personale della Polizia Scientifica, attraverso il corretto utilizzo di queste innovative tecnologie per l’analisi di frammenti di impronte papillari, ha potuto riaprire alcuni casi non ancora risolti ed identificare l’ autore di uno di essi. Sempre a Mantova la Scientifica dispone di un operatore con la qualifica di “disegnatore anatomico”, il quale, in assenza di rilievi fotografici, può ricostruire le fattezze del soggetto da ricercare.



    Nello specifico, a seguito delle indagini effettuate dalla Squadra Mobile della Questura di Mantova e dal Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, è stato possibile giungere alla identificazione dell’autore del furto perpetrato la notte del 25 settembre u.sc. presso il negozio di cancelleria “ Buffetti” di viale Piave.

    Il ladro, nelle fasi concitate dell’azione criminale, pur avendo adottato ogni cautela per non rendersi riconoscibile, ha infatti lasciato le proprie impronte sulla vetrata del negozio. L’accurato lavoro della Polizia Scientifica, intervenuta subito dopo il furto per effettuare il sopralluogo tecnico, ha consentito di dare un nome a quelle impronte: trattasi di un 25enne tunisino pluripregiudicato, conosciuto agli inquirenti mantovani, il quale ora dovrà rispondere alla giustizia anche per questo reato.

    I risultati così ottenuti – anche a distanza di tempo – debbono costituire un incentivo ed uno stimolo per tutti i cittadini vittime di un reato a denunciarlo alle Forze di Polizia, nella prospettiva di una positiva definizione dei casi grazie alle nuove tecnologie a disposizione dell’investigazione scientifica.

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    Incidente ferroviario di Pioltello: la ricostruzione in 3d della dinamica.

    In un video realizzato dalla Polizia scientifica tutta la ricostruzione tecnica in 3D dell’incidente ferroviario avvenuto il 25 gennaio 2018 a Pioltello (Milano) dove persero la vita 3 persone e 46 rimasero ferite.

    L’attività è stata sviluppata con tecnologie altamente innovative per l’analisi delle Virtual Evidence ed è il frutto dell’intenso lavoro portato avanti per mesi dai poliziotti del Servizio polizia scientifica, dei Gabinetti regionali e interregionali di Milano e di Padova e della Polizia ferroviaria.

    Tutto ciò ha permesso ai consulenti tecnici, nominati dalla Procura di Milano, di analizzare nel dettaglio, anche attraverso simulazioni reali con modelli di stampa 3D in scala 1:1 realizzati nei laboratori della Scientifica, la compatibilità morfologica tra le “marcature” prodotte dall’urto sugli elementi di infrastruttura e sulle parti rotabili.

    Infine, il Servizio polizia scientifica ha proceduto alla rappresentazione tridimensionale dell’intera tratta di linea ferroviaria (più di 2 chilometri), dal “punto zero” al “punto di quiete”.

    30/10/2019

    Il Video, è disponibile nell'Area Multimediale del Forum.
     
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    Ventimiglia. La Polizia di Stato individua l’autore delle minacce rivolte al sindaco Scullino

    La mattina dello scorso 20 agosto, un dipendente della ditta di nettezza urbana di Ventimiglia notava, affisso nella bacheca per le affissioni funebri posta sotto il mercato coperto, un manifesto con su impresso il nome del sindaco della città di confine, Gaetano Scullino e la seguente dicitura: “È mancato all’affetto dei suoi cari Gaetano Scullino. Nato il 01.01.1949 – Morto il 13.08.2019.

    Ne danno il triste annuncio Furios. Le esequie muoveranno domani, alle ore 16,00, dalla Chiesa parrocchiale. Il presente vale come ringraziamento”.

    Sul posto intervenivano gli operatori della Polizia Scientifica che procedevano ai rilievi necessari, rimuovendo successivamente il manifesto che veniva sequestrato.

    Il sindaco di Ventimiglia, reso immediatamente edotto dell’accaduto, si recava la stessa mattinata presso il Commissariato di P.S. per sporgere denuncia.

    Grazie al lavoro accurato eseguito dal personale del Posto locale di Polizia Scientifica venivano rinvenute, sul manifesto funebre, quattro frammenti di impronte papillari dalle quali, al termine degli accertamenti tecnici per l’esaltazione di impronte papillari latenti eseguiti dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Genova, è stato possibile individuare il responsabile.

    L’autore, un giovane ventimigliese, è stato indagato per il reato di minaccia aggravata.

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    Furto al “Tortelli & Friends” caso risolto grazie alle impronte digitali rilevate dalla Polizia Scientifica
    Denunciato pluripregiudicato di 41 anni.

    Ancora una volta il contributo tecnico della Polizia Scientifica si è rivelato fondamentale per l’analisi della scena del crimine.

    Grazie, infatti, al sopralluogo effettuato subito dopo un tentativo di furto ai danni di un noto ristorante cittadino, l’acquisizione di alcune impronte digitali lasciate dal ladro è risultata fondamentale per individuarlo.

    I fatti risalgono allo scorso 1° dicembre, allorquando i gestori del Ristorante “Tortelli & Friends” di Mantova denunciavano alla Polizia di avere appena subito un furto: un individuo sconosciuto, infatti, armato di strumenti atti allo scasso, aveva cercato di entrare nel Ristorante dopo aver infranto la vetrata. Disturbato dal figlio del proprietario che abita nelle adiacenze, il ladro era stato costretto a darsi alla fuga.

    Gli Agenti della Volante, prontamente intervenuti per effettuare i primi accertamenti, e dopo aver “congelato” la scena del crimine, facevano intervenire gli esperti del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica di Mantova per effettuare in modo più approfondito le necessarie verifiche tecnico-scientifiche.

    Il ladro, nelle fasi concitate dell’azione criminale, infatti, pur avendo adottato ogni cautela per non rendersi riconoscibile, aveva lasciato le proprie impronte sulla superficie della vetrata d’ingresso mentre cercava di infrangerla, danneggiandola irreparabilmente, con un “piede di porco”.

    A seguito della complessa e delicata attività effettuata dalla Polizia Scientifica è stato possibile dare un nome ed un volto a quelle impronte, una volta comparate con quelle contenute nella Banca Dati del

    Ministero dell’Interno: esse sono risultate appartenere ad un 41enne mantovano pluripregiudicato, già conosciuto agli inquirenti, e che ora dovrà rispondere alla giustizia anche per questo reato.

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    Rapina alla profumeria Vaccari: la Polizia di Stato “incastra” l'autore del reato

    I fatti risalgono al 17 dicembre scorso: sono circa le 9.00 del mattino, quando un uomo con un coltello da cucina minaccia la commessa della profumeria Vaccari in largo Garibaldi, la spintona a terra, si fa consegnare le chiavi, si chiude in negozio con lei, la imbavaglia e la lega con la sua stessa sciarpa.

    Svuota quindi la cassa, circa 2000 euro in contanti, si appropria del portafogli della vittima e riempie due borsoni con svariati articoli di profumeria per un valore di circa 8000 euro.

    Solo il suono del campanello da parte di un cliente, che vuole entrare in negozio, lo distoglie dall'intento di abusare della ragazza. Assicuratosi il via libera, prende il bottino e si dà alla fuga.

    E qui interviene la Polizia che si mette immediatamente sulle tracce del rapinatore. Il primo fondamentale contributo alle ricerche è dato della Polizia Scientifica: un minuzioso lavoro di squadra e accurati rilievi tecnici sulla scena del crimine permettono infatti di evidenziare due impronte, quella del mignolo e dell'anulare della mano destra, sul retro del computer della cassa, che nella foga il rapinatore aveva afferrato e spostato dalla propria sede e su una scaletta dove aveva messo a sedere la vittima. Lavoro estremamente complesso se si pensa a quante impronte digitali possono sovrapporsi le une alle altre su scaffali ed oggetti all'interno di una attività commerciale. La comparazione delle impronte rilevate con quelle registrate in banca dati e la successiva individuazione fotografica del rapinatore da parte della vittima forniscono l'identikit dell'uomo: un 34enne nigeriano pregiudicato, in Italia senza fissa dimora ed irregolare sul territorio nazionale, ritenuto responsabile anche di un'altra rapina, commessa il 16 dicembre scorso, ai danni di una dipendente di un discount in via Vignolese.

    Dopo giorni di incessanti ricerche, senza soluzione di continuità, durante le quali gli investigatori della Squadra Mobile, la cui attività è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena, non si sono mai dati per vinti, finalmente nel pomeriggio di ieri, dopo un primo tentativo andato a vuoto presso uno stabile in via Pancaldi, sono riusciti a rintracciarlo in via Paolo Ferrari.

    Per lui è scattato l'arresto in esecuzione della misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P del Tribunale di Modena.

    Il nigeriano, indagato per i reati di rapina, sequestro di persona e tentata violenza sessuale, al termine delle incombenze di rito, è stato associato alla locale Casa Circondariale a disposizione dell'autorità giudiziaria procedente.

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    Torino: la Polizia Scientifica dà identità a resti scheletrici ritrovati nel 2013

    Sono di un trentasettenne scomparso nel 2002

    Valter Rainero era un ragazzo di 37 anni che per motivi di salute nel 2002 fu ricoverato in una struttura sanitaria a Cavagnolo (TO). Valter, ragazzo giovane alto 180, il 22 ottobre probabilmente si allontanò da quella struttura. Le ricerche furono attivate nell’immediatezza ma senza risultato.

    Dopo 11 anni il 19 gennaio del 2013 a Cavagnolo in località Maiaris, un cacciatore nel corso di una battuta di caccia al cinghiale, rinvenne dei resti scheletrici. Al tempo non fu possibile dare un nome alle ossa ritrovate in quanto troppo deteriorate, fu quindi disposta la conservazione in un loculo del Cimitero Comunale di Cavagnolo.

    Nel 2018 la Procura di Torino ha incaricato l’Unità Analisi del Crimine Violento del Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica di Torino, ufficio specializzato nell’identificazione dei cadaveri sconosciuti, per provare a dare un nome ai resti scheletrici. Sono stati così acquisiti gli atti investigativi e la relazione autoptica. Si è proceduto poi a richiedere una nuova autorizzazione al prelievo di un campione osseo per l’estrazione del profilo genetico che, dopo un pre-trattamento presso i laboratori del Servizio Centrale di Roma, è stato analizzato presso il laboratorio di Genetica Forense della Polizia Scientifica di Torino utilizzando dei Kit di nuova generazione più performanti rispetto a quelli utilizzati precedentemente. Dopo svariati tentativi si è così riusciti ad estrarre un profilo genetico autosomico parziale e un profilo genetico del cromosoma Y completo. Tale profilo viene trasmesso in maniera inalterata in tutti i soggetti maschi imparentati per via paterna, pertanto è stato comparato con quello del fratello di Valter. La comparazione ha dato esito positivo.

    Ora la salma verrà tumulata presso il Cimitero in cui si trova la madre.

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