POLIZIA DI FRONTIERA/POLARIA

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    La Polizia di frontiera si occupa di pattugliare porti e aeroporti dove gli ambiti di intervento non si limitano ovviamente al solo controllo dei titoli di viaggio delle persone in arrivo e in partenza. Basti soltanto pensare a tutte le merci che ogni giorno sono in arrivo o in partenza con navi, aeromobili e autoarticolati. Per quanto riguarda invece il rilascio dei permessi di soggiorno è competente l'Ufficio immigrazione della questura in cui lo straniero si trova.

    Questo settore si compone di:

    8 Zone polizia di frontiera ( raggruppano geograficamente delle regioni)

    11 Settori polizia di frontiera terrestri ( porti e aeroporti e valichi terrestri)

    12 Uffici polizia di frontiera presso gli scali marittimi

    18 Uffici polizia di frontiera presso gli scali aerei

    12 Uffici polizia di frontiera presso gli scali marittimi ed aerei

    Ufficio centrale

    Direzione centrale della Polizia dell'immigrazione e delle frontiere

    La legge 30 luglio 2002, n. 189, più nota come legge Bossi-Fini, relativa alla modifica della normativa in materia di immigrazione e asilo, con l'articolo 35 (pdf 36 kb) ha istituito la Direzione centrale della polizia dell'Immigrazione e delle frontiere. Tale Direzione si colloca presso il Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'Interno.

    Con la creazione di una Direzione centrale totalmente dedicata all'immigrazione e frontiera si è voluto perseguire il duplice obiettivo di favorire lo sviluppo di strategie d'azione innovative e più efficaci, nel contrasto all'immigrazione clandestina con una maggiore proiezione anche sul piano internazionale, e di gestire le problematiche inerenti la presenza degli stranieri sul territorio nazionale.

    L'organizzazione della nuova Direzione centrale intende:

    realizzare una struttura che elabori specifiche strategie d'intervento collegate alle dinamiche dell'immigrazione
    favorire l'azione di impulso e di controllo in modo più rapido ed efficace
    valorizzare la professionalità e la specializzazione in questa materia del personale dell'amministrazione della pubblica sicurezza

    Un'altra significativa novità apportata dalla legge n. 189 del 2002 (articolo 10) è l'assegnazione esclusiva alla Direzione centrale dell'immigrazione del coordinamento dell'azione di contrasto in mare, disciplinata dal "Decreto interministeriale in materia di contrasto all'immigrazione clandestina" del 14 luglio 2003. In particolare spetta alla Direzione centrale il compito di acquisire e analizzare le informazioni connesse all'attività di vigilanza, prevenzione e contrasto dell'immigrazione clandestina via mare e il raccordo degli interventi operativi fatti dai mezzi della marina militare, delle forze di polizia e delle capitanerie di porto.

    Dal Sito della Polizia di Stato
     
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    Progetto di "Rimodulazione" della Polizia di Frontiera.
    (Dal sito del Sap Polizia).
    QUI.
     
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    Istituzione Posto Polizia di Frontiera Scalo Aereo Roma Urbe

    Decreto del Capo della Polizia datato 23 gennaio 2017

    Lo si può leggere cliccando QUA
     
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    OPERAZIONE SANTA CRUZ - 13 arresti tra l'Ossola, la Calabria e la Confederazione Elvetica

    Nella mattinata odierna, questo Settore Polizia di Frontiera/ Commissariato P.S. di Domodossola con la collaborazione delle Questure di Verbania, Milano e Reggio Calabria, hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di 13 soggetti resosi responsabili di traffico di sostanze stupefacenti e di armi.

    L’ attività di indagine denominata “Santa Cruz”, durata più di un anno, condotta dal personale della Polizia Giudiziaria del Settore Polizia di Frontiera/ Commissariato P.S. di Domodossola e coordinata dal Sost. Procuratore dr. Gianluca PERIANI della Procura della Repubblica di Verbania, ha permesso di smantellare un sodalizio criminoso che gestiva un traffico di sostanze stupefacenti in Ossola e nella vicina Confederazione Elvetica, nonché un traffico di armi dall’Ossola alla Calabria.

    La presenza del soggetto (attualmente latitante) di notevole spessore criminale, già coinvolto in alcune attività criminose negli anni ‘90, per le quali erano già state effettuate operazioni che avevano permesso di arrestarlo, insospettiva gli inquirenti. Da qui partiva l’ attività investigativa, il cui nome “ Santa Cruz”, prende spunto da un tentativo nel 2015 del sopracitato di entrare con un passaporto falso illegalmente in Bolivia, dove veniva bloccato dalla polizia allo scalo aereo di Santa Cruz della Sierra. Il tentativo di entrare in Sud America era il segnale per gli investigatori che il soggetto stesse programmando un traffico di cocaina, visto i suoi rapporti con persone legate al traffico di stupefacenti.

    L’indagine confermava il ruolo del ricercato, Capo del sodalizio e vero e proprio broker della droga, che lo vedeva coinvolto in un'intensa, prolungata e continuata attività di cessione, acquisto e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo cocaina e marijuana, unitamente ad altri soggetti residenti in Ossola, in Calabria, nella vicina Confederazione Elvetica e in Lombardia.

    La rete era composta, oltre che dal suddetto soggetto, da:

    1) LANFRANCHI Marcello (pluripregiudicato, volto noto alle FFOO) punto saldo e uomo di fiducia del Capo del sodalizio.

    2) PRATICO' Giovanni (pregiudicato per reati inerenti le sostanze stupefacenti ed appartenente alla criminalità organizzata 'ndrangheta), e RODA' Mario (pregiudicato per reati inerenti il traffico delle sostanze stupefacenti, porto abusivo di armi), i quali avevano il compito di smerciare la sostanza stupefacente nella vicina Svizzera ove risiedevano.

    3)MANUARDI Diego (pluripregiudicato) uomo di fiducia del soggetto latitante, nonché anello di congiunzione tra il ricercato e i fornitori di droga residenti in Calabria.

    In Ossola collaboravano con LANFRANCHI Marcello una batteria dedita allo spaccio al dettaglio composta da ROPERTI Claudio, INFURNA Francesco, TONDETTA Andrea, BOTTONE Rocco e ARI' Francesco.

    Nella rete degli investigatori finivano anche CONDEMI Pietro Rocco, residente a Reggio Calabria, IARIA Annunziato, residente a Roghudi (RC), pregiudicato per associazione mafiosa, affiliato alla cosca MAESANO-PANGALLO e BARBARO Francesco, residente in Lombardia, legato da vincoli di parentela alle storiche famiglie dell’‘ndrangheta dei BARBARO e PAPALIA tutte originarie di Platì, radicatesi in Lombardia.

    In una prima fase delle indagini venivano già tratti in arresto, in flagranza di reato, CONDEMI Pietro trovato in possesso di 1, 2 Kg di marijuana e RODA’ Mario trovato in possesso di grammi 300 di cocaina.

    Il sodalizio per approvvigionarsi della droga utilizzava vari canali. Un primo canale era retto da CONDEMI Pietro Rocco, giovane rampollo della cosca Caridi. Un secondo canale era gestito da IARIA Annunziato pregiudicato per associazione mafiosa. In alternativa il gruppo si riforniva anche da BARBARO Francesco, operante nel milanese, anche lui legato ad alcune famiglie della ‘ndrangheta, che tradizionalmente operano in Lombardia.

    Dunque, il sodalizio svolgeva un attività ( principale) criminale che si estrinsecava nelle operazioni di acquisto, vendita e detenzione ai fini di spaccio in concorso tra di loro, compiute con più azioni legate dal vincolo della continuazione, tutte esecutive di un medesimo disegno criminoso, vale a dire realizzare un profitto mediante la commercializzazione delle sostanze droganti.

    Durante le esecuzioni di O.C.C. sono stati sequestrati svariati telefoni cellulari e schede Sim utilizzati dal sodalizio per comunicare tra di loro , inoltre, veniva sequestrata della sostanza stupefacente del tipo marijuana, nonché due strumenti necessari per la pesatura .

    Delle 13 misure di custodia cautelare in carcere ne venivano di fatto eseguite solo 12, in quanto come sopra indicato una persona si rendeva irreperibile. Sono tutt’ora in corso le sue ricerche. Si precisa altresì che un altro soggetto veniva indagato in stato di libertà nei cui confronti sempre nella giornata di oggi veniva effettuata perquisizione domiciliare delegata dall’A.G.

    Tutti i soggetti tratti in arresto sono stati condotti in carcere.

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    Polizia di Frontiera: arrestata una coppia di Cinesi per documenti falsi

    Durante l’attività di verifica documentale nei confronti dei passeggeri in attesa dell’imbarco per un volo diretto a Londra, è stata controllata una coppia che esibiva dei passaporti ordinari giapponesi.

    Gli operatori, insospettiti riguardo alla genuinità di tali documenti hanno effettuato ulteriori verifiche dalle quali si è venuti a conoscenza che l’intuizione investigativa era fondata, in quanto i documenti, non corrispondevano assolutamente all’originale trattandosi di una totale contraffazione.

    I passeggeri, messi alle strette dagli evidenti fatti, hanno ammesso di essere una coppia di cittadini Cinesi, WU Xiao Qin cl. ‘92 e ZHENG BIN Long cl. ’93, che hanno cercava con titoli di viaggio falsi di introdursi nel Regno Unito.

    Pertanto, gli stranieri sono stati arrestati perché colti nell’atto di commettere il delitto di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.

    Gli arrestati, su disposizione del Sost. Procuratore di turno, sono stati condotti presso le Camere di Sicurezza della Questura di Catania in attesa dello svolgimento del rito per direttissima, previsto per la mattinata odierna.

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    Esibisce documento falso: arrestato dalla Polizia



    Nella mattinata di ieri, la Sottosezione Polizia di Frontiera Traforo Monte Bianco ha effettuato il controllo di un cittadino iraniano nell’ambito dell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina, già oggetto di respingimento dal collaterale organo di Polizia Francese.

    Dall’ analisi dei documenti esibiti è emersa la falsificazione mediante contraffazione della carta di identità rilasciata dalla Romania.

    Il cittadino iraniano è stato quindi arrestato e sarà messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il rito direttissimo il 20 luglio 2018.

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    ATTIVITA’ DI CONTROLLO DELL’UFFICIO DI POLIZIA DI FRONTIERA PRESSO L’AEROPORTO DI RIMINI: DUE CITTADINI CINESI ARRESTATI



    ATTIVITA’ DI CONTROLLO DELL’UFFICIO DI POLIZIA DI FRONTIERA PRESSO L’AEROPORTO DI RIMINI: DUE CITTADINI CINESI ARRESTATI

    Nella giornata di ieri l’Ufficio di Polizia di Frontiera presso lo Scalo Aereo di Rimini, nell’ambito della specifica attività di polizia finalizzata al contrasto dell’uso di documenti falsi sui voli diretti nel Regno Unito da parte di cittadini stranieri, mediante il controllo incrociato delle liste passeggeri con i dati di prenotazione dei biglietti, venivano individuati da parte dei poliziotti due nominativi - apparentemente orientali – in elenco nelle liste di partenza sul volo RyanAir, diretto a Londra che, per modalità di prenotazione del biglietto e metodo di pagamento, potevano essere ricondotti ai c.d. “fenomeni migratori illegali”.

    I servizi di Polizia mirati al controllo ed al rintraccio di dette persone portava all’identificazione dei medesimi, un uomo (di 29 anni) ed una donna (di 28 anni) di origine cinese che, all’atto del controllo da parte dei poliziotti operanti, mostravano i passaporti in loro possesso i quali, dalle verifiche svolte, risultavano contraffatti. Pertanto i due venivano tratti in arresto per il reato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, e trattenuti presso le camere di sicurezza della Questura per poi essere processati con rito direttissimo nella mattinata di domani 23 luglio p.v.

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    Settore Polizia di Frontiera Luino – Spaccio nei boschi

    Dopo una prolungata attività investigativa, gli Agenti del Settore Polizia di Frontiera di LUINO, hanno sottoposto a fermo un giovane magrebino, il 19enne M.M., ritenuto essere uno dei fornitori di sostanze stupefacenti, che gravitano nella zona boschiva del Luinese.

    I serrati controlli, effettuati dagli Agenti nei comuni di Montegrino Valtravaglia (VA) e Cugliate Fabiasco (VA), oltre che nelle aree limitrofe, hanno consentito agli investigatori di registrare un copioso afflusso di assuntori di sostanze stupefacenti, i quali giungevano anche da comuni molto distanti per acquistare “cocaina” ed “eroina”

    Tutto ha avuto inizio da una prolungata serie di servizi di appostamento, che hanno consentito ai Poliziotti, dapprima di identificare gli acquirenti, e denunciarli alla competente Autorità Amministrativa e successivamente di individuare chi materialmente effettuava la consegna dello stupefacente.

    L’indagine ha quindi portato all’emissione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto per il reato di vendita di sostanze stupefacenti, da parte del P.M. titolare dell’indagine, dott. Massimo POLITI, nei confronti del magrebino 19enne che, veniva tratto in arresto dagli agenti della Polizia di Stato, e tradotto presso il carcere “Miogni” a disposizione dell'Autorità Giudiziaria

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    Viaggia con passaporto falso: arrestata dalla Polizia

    10/09/2018

    La Polizia di Frontiera del Traforo del Monte Bianco nel corso del fine settimana, durante i controlli documentali effettuati in uscita territorio nazionale, ha arrestato una cittadina nigeriana. La stessa, all’atto del controllo ha esibito un passaporto nigeriano che, a specifico controllo degli operatori di Polizia, è risultato falso. La cittadina nigeriana è stata quindi tratta in arresto a disposizione dell’A.G.

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    II Zona Polizia di Frontiera per la Lombardia – Ufficio di Polizia di Frontiera presso lo scalo aereo di Malpensa- Arrestato diplomatico dello Sri Lanka.

    Nel fine settimana gli uomini dell’Ufficio polizia di Frontiera dell’Aeroporto di Malpensa, hanno tratto in arresto, per favoreggiamento all’immigrazione clandestina, un diplomatico dello Sri Lanka, colto nel tentativo di far entrare in Italia quattro giovani connazionali.

    L’uomo, un diplomatico di cinquant’anni, giunto da Doha unitamente alla moglie e ad altri quattro giovani, due ragazze e due maschi di circa 20 anni, si è presentato all’addetto alla gestione dei passeggeri in arrivo richiedendo in qualità di diplomatico, di poter accedere alla postazione dedicata alla verifica dei documenti dei passeggeri comunitari, in quel momento libera.

    Avuta l’autorizzazione dall’operatore di Polizia, il diplomatico si è avvicinato consegnando i passaporti dell’intero gruppo; dopo aver esibito il suo passaporto diplomatico, in cui risultava apposto un visto Schengen rilasciato dall’Autorità diplomatica francese, mostrava il passaporto della moglie, anch’ella titolare di un passaporto diplomatico in possesso di analogo visto Schengen. Proseguendo con la verifica documenti, l’attenzione dell’operatore della Polizia di Stato, è stata attratta dalla dubbia autenticità dei passaporti dei quattro giovani, dotati di analoghi visti Schengen.

    Il diplomatico per rassicurare la guardia di frontiera, ha dichiarato di recarsi in Francia per turismo, presentando le due ragazze come proprie figlie e i due maschi come nipoti, precisando che avrebbero proseguito il viaggio in treno. A comprova della sua versione l’agente diplomatico mostrava i biglietti aerei ove risultava che il gruppo sarebbe partito dall’aeroporto di Parigi il 12 settembre.

    Per niente condizionato dal ruolo del diplomatico, l’addetto al controllo invitava l’intero gruppo a seguirlo negli Uffici di Polizia, dove le due ragazze esprimendosi in lingua inglese confermavano la versione del diplomatico asserendo di essere sue figlie.

    Da un’attenta verifica effettuata da personale esperto in falso documentale si è accertato che tutti i quattro passaporti ordinari dei ragazzi sono stati falsificati mediante la ricostruzione della pagina biografica, realizzata utilizzando materie prime e tecniche di stampa sofisticate.

    Anche i visti Schengen sono risultati falsi.

    Nel bagaglio a mano del diplomatico, sottoposto a perquisizione, sono stati rinvenuti, occultati nella copertina di due agende di lavoro, i passaporti autentici dei quattro giovani cingalesi utilizzati all’aeroporto di Colombo per uscire dallo Sri Lanka.

    Vistisi scoperti i quattro giovani hanno ammesso di non aver alcun vincolo di parentela con il diplomatico che al contrario, su richiesta dei genitori degli stessi, si era impegnato, dietro il corrispettivo di 4.000 euro cadauno, ad accompagnarli in Francia dove vivevano altri parenti. I ragazzi inoltre hanno dichiarato di aver avuto indicazioni dal loro accompagnatore di comportarsi come una normale famiglia e che a qualsiasi richiesta da parte delle guardie di frontiera avrebbero dovuto confermare di essere rispettivamente figlie e nipoti. Nel corso delle verifiche si è appurato che i passaporti falsificati sono quelli dei reali figli del diplomatico.

    Di intesa con il Sost. Proc. della Repubblica di Busto Arsizio dott. Massimo DE FILIPPO, dopo aver accertato tramite il Ministero degli Affari Esteri che l’agente diplomatico non è accreditato presso lo Stato Italiano, il funzionario cingalese è stato tratto in arresto per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

    La moglie con i quattro giovani sono stati tutti respinti alla frontiera ed imbarcati sul volo utile diretto in Sri Lanka.

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    AVVIO CORSO DI FORMAZIONE PER IL PERSONALE DELLA POLIZIA DI FRONTIERA

    La Direzione Centrale per gli Istituti di Istruzione ha comunicato che dal 26 al 30 novembre 2018 si svolgerà presso il C.A.P.S. di Cesena il corso di formazione per 30 operatori della Polizia di Frontiera. Nella circostanza, si è evidenziata l’esigenza di procedere alla formazione per il personale non ancora specializzato e in servizio nella Polizia di Frontiera da più di tre anni, così come richiesto dai rappresentanti della Commissione Europea.

    Sap Polizia.
     
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    Polizia di Frontiera Aeroportuale



    Nel pomeriggio di ieri 19 settembre, Nel corso delle attività di controllo dei valichi di frontiera, agenti dell’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea dell’Aeroporto V. Bellini hanno arrestato il cittadino Rumeno TOCMAC Daniel Florin cl. 1983, durante l’imbarco su un volo in partenza per Bucarest Otopeni. L’uomo era destinatario di Ordine di Cattura per un Mandato di Arresto Europeo, spiccato dalle autorità tedesche, per reati contro il patrimonio.

    Il TOCMAC sperava di potere riuscire a superare indenne i controlli in partenza, ma gli esperti operatori della Polizia di Frontiera, insospettiti anche dal suo atteggiamento timoroso, sono riusciti a individuarlo come persona sospetta, approfondendo il controllo dal quale è emerso il suo stato di ricercato.

    A conclusione degli atti di rito, l’arrestato è stato rinchiuso nella Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania, a disposizione della A.G. competente.

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    Polizia di Frontiera Aeroportuale

    Nella giornata del 22.09.2018, personale della Polizia di Frontiera dell’Aeroporto di Catania, ha denunciato in stato di libertà il passeggero M.G. che, in partenza per Bologna, si è reso responsabile del reato di porto di armi od oggetti atti ad offendere. Durante i controlli di sicurezza, infatti, è stato trovato in possesso di una carta di credito, custodita nel portafoglio, che occultava una lama in acciaio di 7 cm..

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    Polizia di Frontiera Marittima: eseguito ordine di cattura internazionale



    Rintracciato nel porto latitante: doveva scontare ancora 10 anni di reclusione

    Polizia di Frontiera Marittima: Provvedimento di cattura per traffico internazionale di droga; rintracciato ed arrestato nel porto di Livorno sloveno del 1965.



    In data 29.09.2018 nell’ambito di mirati controlli svolti all’interno del porto di Livorno, anche relativi all’incremento delle misure di sicurezza, sulla base delle disposizioni impartite dal Questore di Livorno e dal Dirigente dell’8° Zona di Polizia di Frontiera di Bologna, attuate dal Dirigente Vice Questore Aggiunto Dr. Alberigo Martino, personale operante rintracciava un pericoloso latitante in procinto di imbarcarsi su una nave diretta in Sardegna .



    L’uomo di nazionalità slovena, identificato per OSEL Marco di anni 53 veniva individuato sulla base di una segnalazione emessa da parte dell’Ufficio Interpol serbo al collaterale Interpol nazionale, per la quale venivano predisposte specifiche misure di attenzione ai varchi doganali ed agli imbarchi .



    Dopo essere stato fermato unitamente ad altri connazionali, che viaggiavano con lui e che risultavano estranei alle vicende giudiziarie del predetto, lo stesso cercava di sottrarsi alle verifiche di polizia attuate nell’immediato, contestando con documentazione fittizia quanto rilevato a suo carico .



    L’interscambio dei dati con la sala situazioni della Direzione Centrale della Polizia Criminale di Roma permetteva di accertare che risultava altresì destinatario di un provvedimento di cattura a livello internazionale perchè nell’anno 1996 veniva arrestato alla frontiera di Gradina – Dimitrovgrad (Serbia) in quanto responsabile di produzione e traffico di sostanza stupefacente, scoperta all’interno di un autocarro frigorifero dove erano stati occultati 190 kg di eroina riposti in 288 imballaggi diversi.



    Si apprendeva inoltre che dopo l’arresto effettuato dalla polizia serba, era evaso dalle carceri serbe di Sremska Mitrovica il 3 dicembre 2001, con altri detenuti, con i quali era riuscito a scappare scavando un tunnel sotterraneo di 24 metri per portarsi all’esterno della struttura carceraria fuggendo all’estero .



    L’attento controllo del personale della Polizia di Frontiera Marittima di Livorno, che veniva esteso anche al mezzo su cui si trovava l’uomo, portava così all’esecuzione del provvedimento ed all’arresto compiuto dalle autorità italiane ai fini dell’estradizione, su mandato di cattura internazionale, che veniva eseguito nell’ambito delle misure di reciprocità adottate e richieste dalla Serbia per l’espiazione della gravità della pena di 10 anni di reclusione

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    LA POLIZIA DI STATO NON ABBASSA LA GUARDIA ALTRI 4 ARRESTI IN FRONTIERA

    Attività di repressione e prevenzione senza sosta per la Polizia di frontiera di Ventimiglia, che continua ad inanellare arresti di persone colpite da provvedimenti o che tentano comunque di sottrarsi alla Giustizia.

    Altri 4 arresti, l’ultimo dei quali proprio questa notte, è il positivo bilancio frutto di un dispositivo ormai consolidato, messo a punto a seguito di indicazioni del Direttore di Zona di Torino e del Questore di Imperia.

    E’ stato fermato nella notte il cittadino marocchino N.M. di anni 32, in Italia senza fissa dimora, controllato al suo ingresso in Italia a bordo di un pullman proveniente dalla Spagna. Alla richiesta di esibire i documenti, se ne dichiarava sprovvisto, pertanto veniva condotto negli Uffici di piazza Libertà per i successivi accertamenti.

    Gli sviluppi del fotosegnalamento con riscontro AFIS e gli accertamenti in Banca Dati, hanno fatto emergere i numerosissimi precedenti penali del soggetto fermato: denunciato per spaccio di stupefacenti a soli 15 anni, arrestato per la prima volta a 17 anni per rapina, ha continuato a varcare la soglia dei vari carceri – prevalentemente toscani - per numerosi reati che vanno dalla rapina, furto, danneggiamento, lesioni, ricettazione, resistenza e violenza a P.U., detenzione di sostanze stupefacenti oltre a inosservanza delle Leggi sull’immigrazione.

    Lo straniero inoltre, arrestato agli inizi dell’anno, era evaso dagli arresti domiciliari di Prato (FI) facendo perdere le sue tracce pertanto, gli stessi domiciliari erano stati revocati dal Tribunale di Prato e sostituiti con la custodia cautelare in carcere emessa lo scorso agosto dallo stesso Tribunale.

    Tratto quindi in arresto dal personale della Polizia di Frontiera di Ventimiglia, è stato condotto nella mattinata odierna al Carcere di Sanremo.

    Arrestati inoltre due cittadini algerini rispettivamente di 33 e 25 anni, controllati, in differenti momenti, presso la barriera autostradale, in uscita dal T.N., a bordo di pullman di linea diretti in Francia. In entrambi i casi, sono state esibite carte di identità italiane apparentemente perfette e che, qualora non riconosciute, avrebbero consentito loro di girare liberamente sullo spazio Schengen. Solo l’abilità e la consolidata esperienza professionale, hanno indotto gli Agenti a proseguire con più accurati accertamenti, attraverso sofisticate apparecchiature, che hanno permesso di scoprirne la falsità. Tratti in arresto, sono stati condotti davanti alla A.G. per il processo per direttis

    Anche un italiano di 53 anni è caduto nelle maglie dei controlli di sicurezza della Polizia di Frontiera, è stato fermato in barriera autostradale a bordo di pullman proveniente da Barcellona e diretto a Milano. Anche in questo caso, i poliziotti del dirigente Santacroce, non si sono lasciati trarre in inganno da una carta di identità decisamente ben fatta. Gli accertamenti successivi hanno infatti permesso di scoprire che l’uomo, pregiudicato per traffico di stupefacenti, rapina, ricettazione e porto abusivo di armi, di fatto aveva con sé un documento totalmente falso che gli sarebbe servito per entrare ed uscire liberamente dall’Italia, mentre nella realtà a suo carico vi era un preciso divieto all’espatrio.

    Tratto quindi in arresto, è stato condotto davanti alla A.G. di Imperi


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