I racconti dell'Ispettore

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  1. FRANCODUE
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    VESPRI SICILIANI

    Dopo tanti anni prettamente operativi, mi ero deciso a cambiare posto.
    Nella mia cittadina, per opera di Carmelo Magno, suo Sindaco e Senatore da molti lustri, era stato aperto finalmente il Tribunale, con la relativa Procura della Repubblica inclusa, ufficialmente per disimpegnare quello di Messina, visto che la metà dei processi di Messina, riguardavano appunto Barcellona e zone collegate, cioè Milazzo ed Isole Eolie, la cui litigiosità è proverbiale.
    Correva l'anno 1992.
    Nel 1989, il Codice di Procedura Penale, risalente al lontano 1931, era finalmente stato cambiato.
    Esso prevedeva l'assegnazione diretta della Polizia Giudiziaria al Pubblico Ministero, che ne era il Capo Assoluto e che dirigeva adesso in prima persona tutte le indagini.
    Cioè, il personale delle varie aliquote delle forze di Polizia, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, erano poste direttamente alle dipendenze del suo Ufficio.
    Chiaramente non mi faccio scappare l'occasione, ed infatti mi presento proprio il giorno dell'apertura della Procura, il 25 maggio 1992 dal Procuratore, che telefonando al Signore Dottore e Dirigente del mio Commissariato di Milazzo, gli aveva detto, Sa Dottore, in attesa che formino ufficialmente le Sezioni di Polizia Giudiziaria previste al codice, mi manda qualcuno ?...
    Io ne ho urgentemente di bisogno, per fare partire l'Ufficio.
    Lui,il Signore e Dottore, non aveva avuto esitazioni, mi chiama e mi dice, Domani mattina, Ispettore, si presenti dal Procuratore della Repubblica di Barcellona e veda che minchia vuole.
    Lapidario e comunicativo come sempre, pensai, ma non aspettavo occasione migliore.
    L'indomani, puntuale come una cambiale, mi presento davanti a lui.
    Il suo Ufficio è ancora in fase di allestimento, praticamente ha solo la scrivania e la sedia, e gli operai che lavorano attorno a lui.
    Non ci sono neppure i telefoni, l'unico mezzo di comunicazione è il suo cellulare, uno dei primissimi, di quelli grandi quanto il telefono di casa e che pesava mezzo chilo.
    Solite cose all'italiana, penso, prima ancora di fare gli Uffici si istituiscono i Tribunali.
    Mi guarda, è molto gentile, a differenza del mio Dottore e Dirigente.
    La strage di Capaci era stata appena consumata, C'è una emergenza criminale in corso, mi dice.
    Lei se la sente a collaborarmi ?...
    Con vivo piacere !, gli rispondo.
    Non gli dico che lo faccio, si è vero anche per curiosità di capire finalmente come funziona un Ufficio Giudiziario, ma anche perchè abito a soli 300 metri di distanza e finalmente posso posare la macchina in garace e farla dormire anche di giorno.
    Ho chiesto lei, mi dice, perchè vedo che verbalizza abbastanza bene e conosce la realtà del posto.
    Mi serve gente come lei.
    Si era informato bene sul mio conto, pensavo.
    A sua disposizione Consigliere !... gli dico.
    Consigliere vuol dire Consigliere di Corte di Cassazione, è un alto grado della Magistratura.
    La prima cosa che le chiedo, mi fa, è quella di fare innanzitutto da Pubblico Ministero di udienza.
    Sa, gli avvocati che fanno i Pubblici Ministeri onorari per ora sono in fase di nomina, mi servono subito persone che vadano in Pretura a sostenere l'accusa per nostra delega.
    Allora e fino al 2005, gli Ufficiali di Polizia Giudizairia, potevano rivestire questo incarico.
    Non c'è probelma !, Rispondo.
    E chi l'ha fatto mai ?...Pensavo terrorizzato...Ma ci proverò.
    Intanto entra un altro futuro componente la Sezione, che aspettava fuori.
    E' Angelo, Appuntato dei Carabineri, designato dall'Arma con un Vice Brigadiere a formare questo manipolo di componenti provvisori della Sezione di Polizia Giudiziaria, a disposizione del Procuratore.
    Ci conosciamo, lui è a Milazzo, fa la Radiomobile.
    Pensi che dovremmo abituarci all'idea che Polizia e Carabinieri devono finalmente collaborare ?....Gli chiedo uscendo dall'Uffcio ove si apprestava entrare lui ed il Brigadiere per andare a presentarsi.
    Penso proprio di si, Ispettore !..
    Mi risponde lui.
    Le stragi del 1992, avevano lasciato il segno.
    Si decise, di inviare l’esercito in Sicilia, a sorvegliare gli obbiettivi sensibili.
    Lo scopo era quello di disimpegnare le forze di polizia ordinarie e permettere così
    il loro rafforzamento per sorvegliare il territorio.
    Vespri Siciliani, questo il nome che si trovò per questa operazione.
    Così, una mattina arrivato alla Procura, che era considerato per ovvi motivi obbiettivo sensibile,
    scorsi uno scenario tipo guerra del Libano, Beirut 1982.
    Due garitte con due militari in assetto di guerra, mitragliatori alla mano e giubbetto antiproiettile
    indosso, sacchi di sabbia a mo di trincea protettiva, proprio davanti il portone d’ingresso.
    Un altro gruppo di soldati, in tuta mimetica faceva la ronda giorno e notte attorno all’intero perimetro dello stabile, che era molto grande, siccome oltre la Procura della Repubblica, ospitava l’intera allora Pretura Circondariale.
    Sono arrivati i nostri !, Mi scappo di dire.
    Con il tempo ci abituammo, però agli inizi, vi assicuro, facevano davvero impressione.
    In una pausa dell’Udienza, l’Avvocato penalista e principe del foro Lo Grasso, guardando
    la scena, così commentava.
    Ma tu guarda a che punto siamo arrivati !...
    Se siamo arrivati a questo punto, risposi, dobbiamo dire grazie ai vostri clienti.
    Era noto, che lui difendeva tante persone in odore di mafia.
    Non mi rispose, ma mi guardò di traverso.
    I soldati erano militari dell’allora leva, della naja per capirci.
    In effetti stare 24 ore a sorvegliare un edificio, anche se facevano i turni doveva essere
    palloso.
    Ogni tanto di notte, sparavano a dei presunti “fantasmi”, così toccava alzarsi dal letto
    per andare a vedere che minchia stavano combinando.
    Ombre !, Abbiamo visto delle ombre !, Ne siamo sicuri !.
    L’ha dietro, nei cespugli !...
    Abbiamo intimato l’alt, come procedura !...
    Poi abbiamo sparato.
    Alle spalle dell’edificio, sito su di un verde colle ex convento dei padri brasiliani, c’era
    infatti una fitta vegetazione e di notte era tutto al buio e non si vedeva un accidente di niente.
    Dopo una ricognizione, concludo che sarà stato qualche cane randagio.
    Il Procuratore mi guarda e mi chiede l’opinione ed io gliela dico.
    Si può fare questa vita Consigliere ?...
    Una notte si e l’altra pure questi fanno esercitazione di tiro.
    Sa, la non passa mai nessuno, però….
    Il giorno dopo vengono piazzati in fretta e furia proprio alle spalle, in cima al colle, dei fari che la sera e di notte illuminano a giorno tutta l’area.
    Così almeno siamo tornati a dormire in santa pace.
    Una mattina, arrivando, vedo una piccola folla davanti all’ingresso.
    Il cancelliere, appena mi vede, dice, Proprio a voi aspettavo.
    La Polizia Giudiziaria.
    Guardo meglio, la vetrata del suo ufficio, una finestra stile basiliano 1600 è completamente infranta, cocci di vetro sparsi per il piazzale antistante.
    Il suo ufficio è proprio davanti all’ingresso, accanto alle garitte dei soldati.
    Qualche bastardo si è passato il tempo !...
    Guardi che roba !...Mi fa.
    I soldati di guardia sono impassibili.
    Ma se c’erano loro presenti, come è stato possibile ?...
    Mi domando.
    Vado verso la garitta, caccio fuori il tesserino e mi presento.
    Lei era qui di guardia stanotte ?...Chiedo al soldato.
    No, io sono montato alle 7,00 di stamane Signore !
    Chi c’era prima di lei qui di guardia a fare la notte ?..
    Non lo so signore, sa noi non ci conosciamo tutti !.
    Va bene, non sai come si chiama ma lui non ti ha dato le novità ?...
    Quali novità Signore ?...Non capisco !.
    Le consegne, intendo, non vi passate le consegne ?...
    Si che c’è le passiamo, Signore !.
    Ed allora, non ti disse se era accaduto qualcosa, tipo la rottura di questa vetrata durante il suo turno di servizio stanotte ?..
    Non mi ha detto nulla Signore !.
    Intanto era arrivato anche Angelo e lo informo dell’accaduto.
    Che ne pensi ?..Gli chiedo.
    Quello che pensi tu !, Mi risponde.
    E cioè ?...
    Non è possibile che non abbiano visto niente.
    Ne parliamo con il Procuratore quando arriva, taglio corto.
    Vediamo cosa ne pensa lui e che cosa ci dice di fare.
    Infatti non appena arriva il Procuratore e lo informiamo sull’accaduto.
    Questa storia non mi è chiara ma si deve risolvere presto !., Ci dice.
    Il mio collega Pretore Dirigente, dato che la stanza del Cancelliere è di pertinenza della sua Pretura, Mi sta tormentando al telefono da stamattina quando mi sono alzato.
    Pensa ad attentati vari e cose del genere.
    Ispettore !, Chiami subito il loro Comandante che gli voglio parlare.
    Sa Consigliere, gli dico, noi della Polizia ormai siamo civili….per cui…
    Appuntato ! Dice deciso allora il Procuratore ! , Rivolgendosi ad Angelo che è Carabiniere.
    Mi convochi subito qui il Comandante di questi soldati !-
    La nostra finestra da proprio sul piazzale ove stanno le garitte, Angelo si affaccia e vede
    la loro ronda proprio sotto di noi.
    Caporale ?...Gli grida.
    Può chiamarmi al telefono ?...
    Tempo qualche secondo ed il nostro telefono squilla.
    Caporale, gli fa Angelo, mi dia il numero telefonico del suo comandante !.
    Non glielo posso dare Appuntato !...La sua risposta.
    Perché non può darmelo caporale ?...Gli chiede Angelo.
    Perché è un numero militare !.
    Detto questo riattacca.
    Angelo si innervosisce e comincia a dire parolacce.
    Io lo guardo e gli dico.
    Ma scusa, tu sei un Appuntato dell’Arma dei Carabinieri vero ?...
    Si ! , La sua risposta.
    Voi Carabinieri non siete Polizia Militare ?...
    Certo che si !...
    Allora tu, sei un suo superiore gerarchico ?...Scendi sotto e fagli il pelo e contropelo !.
    Non ho finito di parlare che lui scatta giù per le scale come un gatto.
    Ritorna poco dopo con il numero telefonico che cercavamo.
    Il Capitano era un tipo tutto di un pezzo.
    Non so se definirlo un invasato oppure un esaltato.
    Me ne ricordava un altro, conosciuto anni prima durante il servizio di vigilanza ai seggi elettorali, quando stavo al Commissariato a Milazzo.
    Ero appunto di servizio di vigilanza ai seggi elettorali della città, quando mi chiama un nostro agente di servizio ad uno dei seggi, dicendomi che il soldato di servizio con lui aveva la febbre a quaranta e stava malissimo e rimetteva in continuazione.
    Sul posto trovo l’Ufficiale, Il loro capitano, che era evidentemente arrivato prima di me.
    Nessun problema ispettore !.....
    Guardando il giovanissimo militare, gli dice:
    Va bene, lunedì, quando finisci il tuo servizio, marcherai visita !....
    Quel giorno era sabato…Questo poveraccio deve morire forse qui ?...Pensai tra di me.
    Il secondo militare , mi avvicina e mi sussurra all’orecchio.
    Lunedì non gli farà marcare visita, siccome dobbiamo partire per andare a fare il campo di addestramento in Sardegna !.
    Collega ?... dico all’Agente che sta di servizio come capo posto al seggio.
    Si Ispettore !.
    Chiama subito l’ospedale e fai venire una ambulanza.
    Capitano !...Gli dico.
    Il servizio deve essere svolto da personale che gode di piena efficienza fisica, e questo soldato non rientra in questa categoria.
    Il regolamento parla chiaro.
    Non disse nulla, ma lo vidi storcere il naso contrariato.
    Ma tornando al nostro baldo Capitano del momento, accompagnato dal suo sergente maggiore, che mi pareva a vista persona più di esperienza e soprattutto più di raziocinio, subito mi disse :
    Se mi avete chiamato per la vicenda della vetrata rotta al vostro cancelliere, vi assicuro che
    ho già parlato con tutti i soldati di turno stanotte, e nessuno ne sa nulla.
    D’accordo !., Taglio corto.
    Che ne dice se adesso ai suoi soldati ci parlo io ?...
    Voglio il foglio di servizio di stanotte, adesso io e l’appuntato qui presente prepariamo gli inviti
    formali che vi faremo recapitare a mezzo Radiomobile dell’Arma.
    Mi devono raccontare, minuto per minuto, cosa hanno fatto stanotte, e come è possibile che si rompe una vetrata proprio sotto il loro naso, e loro non hanno visto nulla !.
    Naturalmente, informerò la Procura della Repubblica del Tribunale Militare di Palermo, dell’esito
    di questi interrogatori !...
    Lui, sentito questo, si alza senza scomporsi , e dice, Sergente, Andiamo !.
    Glielo farò avere al più presto l’elenco, ispettore !.
    Questo qui non ha capito una minchia !, dico ad Angelo.
    Ma è normale.
    Passa mezz’ora, e mi chiama al telefono il sergente maggiore.
    Ispettore ?...
    Ci possiamo vedere ?...
    A disposizione, l’aspetto qui, ma venga da solo.
    Avevo visto giusto.
    Il Sergente maggiore è un padre di famiglia.
    Ispettore, mi fa.
    Sa, la sera i ragazzi non sanno come passare il tempo, e quindi organizzano partite di calcio improvvisate.
    Le due garitte, sono la loro porta !.
    E magari, un tiro sbagliato a centrato la vetrata della cancelleria… vero è ?...
    Dico, calando il carico da undici punti.
    Dico questo, siccome non abbiamo trovato…l’arma del delitto !...
    Ci ha visto preciso !.... La sua risposta.
    Via Ispettore !, Quanto costa questo vetro ?...
    Sono ragazzi, non li rovini !, La prego !...
    Vedo tutti loro come fossero miei figli !....
    Paghiamo noi interamente il danno e non se ne parla più, è d’accordo ?....
    Gli stringo la mano.
    Sei un galantuomo, gli dico.
    Tranquillo, il caso finisce qui.
    Sai, mi dispiaceva solo in questa storia, quello di essere preso per il culo !.
    Io volevo dirtelo subito, mi fa, ma sia l’ Ufficiale…. quello…..
    Ti capisco collega !.
    Detto questo, andiamo tutti al bar a prenderci una bel caffè.

    Fine della storia.
     
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