I racconti dell'Ispettore

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  1. FRANCODUE
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    MAXIPROCESSO

    Avevo ventuno anni, frequentavo allora la scuola di Polizia di Giudziaria di Brescia.
    Il corso era interessante, fatto subito dopo quello per essere ammesso nel Corpo, che avevo fatto alla scuola di Trieste, risoltosi in sei mesi di marcia avanti ed indietro in Piazza d'Armi, uno due tre..Passo !, Moschetto modello 91 in spalla, e i tre mesi successivi al giuramento, a fare ordine pubblico in tutto il Nord Italia, alla bisogna.
    Scherzosamente, attendendo alla fine del corso i trasferimenti, dicevo di aspettarmi come minimo il reparto celere di Milano.
    Però poi, la maturità classica che avevo e la frequenza di un corso di laurea con molti esami già superati, mi avevano dato una mano.
    Scuola POLGAI (Polizia Giudiziaria) di Brescia, così c'era scritto accanto al mio nome, nel foglio appeso all'albo dei trasferimenti.
    Qui almeno, a Brescia, ti insegnavano davvero a fare il poliziotto, a fare la pratica di strada, le volanti, e soprattutto le indagini, il pane della Polizia, insomma.
    Venivano a farci lezione dei Magistrati, degli specialisti molto preparati, ed il Medico Legale della città..
    Ricordo questo che quando ci mostrava delle diapositive delle autopsie che faceva, si esaltava, Guardate che bella ferita da taglio !...Mentre noi, eravamo quasi al limite del vomito.
    Poi si coreggeva, Bella ferita nel senso professionale, intendo !.
    Insamma, tutto filò liscio dal 10 ottobre 1977al 16 marzo 1978.
    Quel giorno, cambiò un po' la nostra vita.
    Eravamo quella mattina, a fare addestramento sul piazzale, quando qualcuno urlò, Venite !, Venite !......
    Venite a vedere !, Venite !.
    Tutti interrompemmo quello che stavamo facendo, per recarci dentro la sala convegno, ove esisteva l'unico televisore a colori, rarità per l'epoca, acceso sull'edizione straordinaria del Telegiornale.
    Le immagini che arrivavano erano davvero sconvolgenti.
    Agguato in via Mauro Fani a Roma.
    Massacrata la scorta, rapito l'Onorevole Aldo Moro, proprio mentre si apprestava ad andare alla Camera dei deputati, per presentare il suo nuovo governo.
    Le auto della scorta messe di traversoper strada, i colleghi per terra, coperti da pietosi lenzuoli.
    I colleghi intervenuti, dagli sguardi smarriti, il telecronista che non riusciva a trattenere l'emozione.
    Man mano che i colleghi arrivavano al televisore, si creò un atmosfera spettrale, dapprima il silenzio, tutti a guardare quelle immagini davvero sconvolgenti.
    Poi, pian piano, subentra la rabbia, qualcuno grida..
    Bastardi !....Vigliacchi !...Infami !....
    Il Maresciallo, cerca di smorzare, Via ragazzi, noi qui ci addestriamo apposta, proprio per fronteggiare situazioni del genere.
    Ma lo sconforto ci assale.
    Non passa che solo qualche giorno, che nella bacheha di compagnia, esce un foglio di servizio.
    Preparsi, domani mattina si parte per Torino, ove comincia il Maxiprocesso alla colonna storica delle Brigate Rosse.
    Quella di Renato Curcio, per intenderci.
    Portarsi roba di ricambio al seguito almeno per tre giorni.
    Questa la conosco, dico, leggendo l'avviso.
    Quando ci dicono tre giorni, saranno per lo meno tre settimane !.
    Via, su, andiamo a fare i bagagli che domani si parte.
    Infatti, come volevasi dimostrare dopo un mese ancora eravamo li, a Torino.
    Alloggiavamo al Reparto Celere, in via Veglia.
    A me tutto sommato mi era andata bene, nel senso che ero finito nelle "Dore", cioè le scorte che si facevano in borghese.
    Altri invece erano andati aggregati alle volanti, in divisa.
    Torino in quel periodo, era una città in stato di assedio.
    Il maxiprocesso si svolgeva alla ex caserma La Marmora, sita nel centro, ricordo proprio vicino al carcere delle Vallette, per consentire l'arrivo rapido dei processati.
    Sacchi di sabbia dappertutto, soldati con mitragliatori in mano, centinaia di persone aggregate da tutta Italia.
    Anche qui mi era andata bene.
    C'erano volanti formate da personale tutto aggregato da fuori, infatti ogni tanto si sentiva per radio, Volante 35, portatevi subito in Corso Siracusa...
    Risposta del capo equipaggio...Scusa Sala Operativa, io nun so manco 'ndo me trovo, come faccio ad arrivare lì ?...
    Io invece, avevo un agente della squadra mobile di Palermo, chiaramente aggregato, di nome Gioia, ma se lo guardavi in faccia avevi ben altra impressione, e soprattutto un appuntato che anche se di origine pugliese, da molti anni abitava a Torino, sicchè conosceva molto bene i posti.
    E questa circostanza, ci salvò probabilmente la vita.
    Il nostro scortato era un decano degli avvocati Torinesi, lui, alla sua allora veneranda età, era stato designato d'ufficio per uno dei processati, che dichiarandosi prigionieri politici, rifiutavano la nomina del difensore di fiducia.
    Ma siccome nel nostro ordinamento la difesa è obbligatoria, occorreva dargli lo stesso un avvocato difensore d'ufficio, che puntualmente erano stati tutti minacciati di morte.
    Fortunatamente, data appunto l'età, andava in giro molto poco, per di più la mattina, un salto in Tribunale, poi al maxi processo, ed alla fine se ne tornava a casa e in linea di massima non ci usciva più sino al giorno dopo.
    Ma noi, per disposizioni, si doveva stare sempre sotto casa sua.
    Così anche quella sera, mentre contavo i minuti che mancavano, noia mortale, con Gioia che non spiccicava una parola e l'appuntato che anche lui non vedeva l'ora di tornarsene a casa, Improvvisamente, la Sala Operativa dell Questura. lancia l'allarme per radio.
    A TUTTE LE VOLANTI !....A TUTTE LE VOLANTI !...Portatevi subito in largo Xy...incrocio YX...
    Segnalata auto sospetta, con tre pesone a bordo e fate molta attenzione, sono armate !....
    Io e Gioia, ascoltiamo impassibili, ma l'Apuuntato ha un sussulto.
    Ma è qui !...Qui !, Proprio il posto dove siamo noi !....
    Gioia, scende subito dall'auto, e mette la pistola alla mano.
    Io resto ancora confuso, prendo l'M12 in mano, stringo bene il cursotto antipriettile.
    L'Appuntato è visibilmente nervoso.
    Ci guardiamo attentamente intorno...ma non vediamo nulla di anomalo.
    Tempo qualche minuto e ci puntano i fari addosso !.
    E da più direzioni...
    Sono quei fari che una volta erano messi sulla cappotta delle volanti, praticamente ti accecavano.
    POLIZIA !, URLA UN ALTOPARLANTE !....NON VI MUOVETE !...
    SIETE CIRCONDATI !
    Ho un attimo di panico..., l'auto segnalata, eravamo proprio noi !...
    Ma l'Appuntato con grande sangue freddo, grida a più non posso..
    FERMI !...FERMI !....SIAMO VOSTRI COLLEGHI !.....
    AVVICINATEVI PURE E CONTROLLATE !...
    MA PER CARITA' NON SPARATE !...
    SIAMO COLLEGHI IN SERVIZIO DI SCORTA !....
    In quattro, si avvicinano con i mitra spianati, le luci mi abbagliano, distinguo solo loro, ma chissà quanti c'è ne saranno attorno.
    Noi tre, siamo con le mani bene in alto.
    ECCO !, Grida l'appuntato !, ECCO !.... Il tesserino !...
    Qualche altro secondo, poi guardano la nostra macchina, non ci si può sbagliare, Ma Siete davvero colleghi ?.......
    No, siamo pericolosissimi terroristi !.....
    Risata generale ed abbracci a più non posso.
    Pericolo scampato !.

    Fine della storia.
     
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269 replies since 14/11/2013, 21:09   10108 views
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