I racconti dell'Ispettore

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  1. FRANCODUE
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    I RAPINATORI
    (E non solo quelli)


    Quella mattina arrivai in Commissariato come al solito,
    ore 7,45 in punto.
    Il piantone quando mi vedeva entrare, si aggiustava l'orologio.
    La sa la novità ?, mi dice.
    Quale di grazia ?, Rispondo.
    Tenga, e mi porge un fax della Questura.
    Con decorrenza immediata il Sovrintendente Manduria assegnato al Commissariato P.S. di Milazzo...
    Nino !, Urlo.
    Eravamo stati insieme alla Mobile a Messina, lui li era una delle colonne portanti.
    Poi un giorno, decise di candidarsi alla elezioni amministrative, sapete la politica alle volte contagia anche noi.
    Mancata elezione, vuol dire che per cinque anni non puoi più fare servizio in città e devi sceglierti un'altra sede.
    Aveva scelto la nostra.
    Il Dirigente è stato informato di questo ?...
    Gli chiedo.
    Si Ispettore, mi risponde, disse solo...Ma chi minchia è questo ?.
    Disse proprio così ?.
    Si.
    Si vede che non lo conosce !.
    E' uno che può solo insegnare questo mestiere non solo a lui ma anche a tutti noi.
    Poi, oltre questa che altre novità ci sono ?.
    La solita rapina, ieri sera, alla gioielleria Micalizzi.
    Ieri sera ?, E come mai non ne so nulla !.
    Intervennero i Carabinieri, sa come sono fatti loro.
    Prima cercano di risolvere brillantemente e subito il caso.
    Poi quando vedono che non ci capiscono una mazza, telefonano a noi
    e ci avvisano dell'accaduto, tanto sanno che non abbiamo di notte neppure la volante di turno a causa della carenza di personale.
    Mi dice molto serio.
    Non c'era la volante ieri sera ?.
    Non c'era.
    E come mai, carenza o non carenza, il Dottore disse che si deve fare sulle 24 ore.
    L'Agente Vattiato chiese visita, informai del fatto il Sovrintendente Loti, e lui mi disse, Va bene, stasera niente volante, l'altro agente lo metto di recupero riposo, visto che ne avanza tanti.
    Ho Capito !, glielo hai detto al Dirigente ?.
    Certo che si, mi disse, Va bene !.
    Tornando al discorso di prima...Lo sai perchè lo fanno ?, gli Chiedo.
    Lo fanno chi ?.
    I Carabinieri !.
    Ah, scusi, non la seguivo più.
    Proprio perchè sono Carabinieri, mi dice lui, alla fine
    No, rispondo, perchè pensano che, Se noi non abbiamo capito nulla, non ci capirà
    una minchia neppure la Polizia, tanto vale a questo punto che la informiamo !.
    Certo Ispettore !, Ha ragione, è proprio così !.
    Te l'hanno trasmessa almeno la segnalazione con le caratteristiche del reato ?.
    Si, eccola qua, la solita rapina, ultimamente le gioielllerie sembrano essere diventate dei luoghi molto frequentati da chi ha bisogno di roba preziosa a livello sbrigativo, tenga pure.
    Grazie !, la dobbiamo girare subito alla Questura, prima che il Capo di Gabinetto la legga sui giornali, e ci faccia un mazzo tanto siccome non abbiamo informato le divinità di quello che succede su questa terra !.
    La rapina era come le altre.
    Due distinti giovani entrano, chiedono al gioielliere di poter vedere della roba
    d'oro, siccome devono fare un regalo alla cuginetta che si cresima.
    Il gioielliere apre la cassaforte e tira dei sacchetti.
    Li apre e li mette in mostra.
    Loro guardano, e si guardono intorno, poi sul più bello, quando vedono che non c'è nessuno intorno, cacciano fuori le pistole ed il gioco, cioè la rapina è fatta.
    Volto scoperto, non sono di Milazzo, penso subito.
    Catanesi in trasferta ?.
    Neppure, mi dicono che uno di loro si esprime in perfetto italiano, senza inflessioni sicule di sorta che ne tradiscono almeno l'origine.
    Un bel rompicapo insomma !.
    Spero che Nino da domani, cominci a darmi una mano.
    E Nino arriva l'indomani, puntuale come una cambiale.
    Ci abbracciamo, Vieni, ti porto dal Dottore Dirigente, gli dico dopo i convenevoli.
    Il Dottore, Signore e Padrone del Commissariato, è uno che non bada ai cerimoniali.
    Non appena entriamo nel suo ufficio, mi accoglie subito con una aggressione verbale.
    Ispettore !, Mi sono rotto le palle con queste rapine !.
    Ma che sta facendo !.
    Dorme per caso ?....
    Il collega lo guarda e gli dice...
    Stia tranquillo, adesso ci sono anche io a dare una mano.
    Ci metteremo subito al lavoro.
    E lei chi minchia è ?, Di tutta risposta urla lui.
    Il nuovo Sovrintendente, Dottore Callifidi !.
    Ah! , lei è quello che viene qui dalla Squadra Mobile, ma che minchia di idea ha avuto a mettersi in lista ?.
    Sa, ci ho almeno provato, se mi andava bene mi sistemavo per sempre.
    Ci pensa su, poi chiude;
    Bene, adesso è qui è lavora per me !.
    Mettetevi sotto !.
    Voglio risultati e subito.
    Non la deluderemo Dottore, la terremo costantemente informata.
    Franco, dammi un agente che comincio subito a darmi da fare.
    Ti do Salvatore, è il migliore che c'è.
    Daccordo.
    Ma, che ne dici adesso di prenderci un bel caffè ?...
    A lui non c'è lo portiamo ?....
    Mi dice indicando la porta del grande capo.
    Lascialo stare, gli dico.
    Lo conoscerai.
    Di notte fa le ore piccole e la mattina, cioè alle undici quando scende giù dal suo alloggio di servizio, è già infuriato come una tigre siberiana.
    L'ho già conosciuto !.
    Andiamo, allora.
    Salvatore ?...
    Si Ispettore !.
    Vieni anche tu.
    Quel pomeriggio tornando in Ufficio, ti trovo un tipo seduto, piantonato dalla volante.
    Che roba è ?., Chiedo.
    Tanino Taghetta Ispettore, appena uscito dal carcere di Gazzi, stava rientrando a Barcellona, lo abbiamo fermato sulla nazionale.
    Gli avete trovato qualcosa addosso, sulla macchina ?.
    No !.
    Ha pendenze in atto ?.
    No !.
    Allora signor Taghetta, lei può andare.
    Ispettore, lo fa andare così ?, Mi chiede l'Assistente della volante.
    E che gli devo fare ?, Lo faccio fucilare ?.
    E' un grosso pregiudicato, ma al momento non ha nulla in corso.
    Tanto, continuo, quello è un morto che cammina.
    Non vedrà l'alba di domani.
    Era in corso lo strascico finale della guerra di Mafia di cui già ho scritto in altri racconti.
    Taghetta era uscito dal carcere ove era detenuto per omicidio, per il solito cavillo giuridico.
    La nostra legge è questa, la loro no.
    Era segnato, i Barcellonesi non glielo avrebbero di certo perdonato.
    Quella sera stessa a casa mia, ad ora tarda, mia moglie mi chiama.
    Sto sentendo il Tg, c'è stato un omicidio qui a Barcellona.
    Taghetta si chiama l'Ucciso ?.
    Ma che fai ora, ti metti a fare anche l'indovino ?, Mi risponde lei.
    Si, è proprio lui !., Così ha detto il tuo paesano, quello giornalista del tg4, Emilio Fede, Omicidio !, Ultima ora !, C'è stato un omicidio a Barcellona Pozzo di Gotto, provincia di Messina!.
    L'indomani al Commissariato mi guardano tutti come se io fossi uno iettatore.
    Nino arriva, lui viaggia da Messina.
    Salvatore gli va incontro.
    Vedo che avete già fatto squadra !., Gli dico.
    Senti, mi fa lui, ieri ho già preso contatto con l'informatore.
    Presto, saprò cose importanti.
    Lo spero, se no il Dottore ci manda a fare l'ordine pubblico al campo sportivo.
    Stai tranquillo, mi rassicura, lo sai che per queste cose ci vuole tempo.
    Sulle rapine ?...
    No, qualcosa di più grosso, ma adesso non ti voglio dire nulla, devo verificare una cosa.
    Salvatore andiamo !, e se ne va via in auto con lui.
    Saranno passate almeno tre ore, stavo a sentire l'ennesimo vecchietto alle prese con la solita questione di vicinato.
    Ispettore !, L'Havi attaccari !. (Lo Deve arrestare !)
    Non ni pozzi chiù !. (Non ne posso più !)
    Va bene, Va bene, signor Di Bella, stia tranquillo, farò subito rapporto al signor Pretore !.
    Vedrà che prenderà immediati provvedimenti.
    Rassicurato si alza e se ne va.
    Però, prima di andarsene si gira e mi dice, puntando il dito.
    Va bonu, stavota ascutai, ma a prossima vota 'nchiappu a scupetta e ci pensu
    iou !.
    (Daccordo, stavolta l'ho sentita, ma la prossima volta prendo il fucile e ci penso io !.)
    Appuntato ?...Chiamo Antonio, quello dell'Amministrativa.
    Si Ispettore.
    Di Bella per caso che ha il porto fucile ?.
    Si, Ispettore e lo rinnova regolarmente pagando tutte le tasse.
    A posto siamo !., Penso.
    Ma non finisco di pensare, che Nino entra dalla porta d'ingresso con due pistole nelle mani.
    Uno fa impressione, una 357 Pytom a canna lunga.
    Che hai intenzione di andare a caccia di elefanti ?...Gli chiedo.
    No, abbiamo fermato il nipote di Taghetta, quello ucciso ieri, Salvuccio.
    Li aveva addosso !.
    Ma proprio glieli avete trovati addosso ?.
    Non proprio, quando lo abbiamo scorto, ci ha visti anche lui ed è scappato a gambe levate.
    Posata l'auto siamo scesi e lo abbiamo inseguito.
    Le armi le ha buttate via mentre fuggiva...
    Mah....faccio io...
    Niente paura, io l'ho visto mentre le buttava via !.
    Allora siamo apposto !, taglio corto.
    Dov'è ?.
    Lo sta portando Salvatore.
    Ma scusatemi, dice lui, Salvuccio.
    Mio zio è stato appena assassinato, ed io che faccio ?..
    Non prendo le precauzioni del caso ?...
    Mi capisce Commissario ?...
    La Vice Dirigente lo guarda fisso.
    Che cosa dovrei capire ?...Signor Taghetta ?...
    Dottoressa, taglio corto io, forse voleva rendere lo stesso servizio a chi ha
    ucciso suo zio !.
    Ma quando mai !, replica lui.
    Basta !, dice la Commissario, per favore, portatelo via.
    Te la vedi tu a portarlo a Gazzi ?...(Ndr, il carcere di Messina)
    Si, mi risponde Nino.
    Il Grande capo, oggi assente, sarà contento di questa operazione ?...
    Figurati !.
    Invece che di fare ordine pubblico allo stadio, ci manderà a dirigenre il traffico all'imbarcadero per le Isole Eolie !.
    La sera dopo, due noti Giudici di Palermo, sono a cena qui a Villa Borghese,
    noto ristorante del Capo di Milazzo, ospiti niente meno che del Signor Questore.
    Chiaramente sono di servizio davanti l'ingresso del locale.
    L'Autista del Questore lo conosco, perciò conversiamo tranquilli.
    D'un tratto, Salvatore mi chiama per radio.
    Ciccio !, Franco !, Urla letteralmente.
    Rapina, rapina appena consumata alla gioielleria Tancredi !.
    Io e Nino stiamo andando sul posto, con la sua macchina persaonale, siccome non c'è ne sono altre.
    L'unica funzionante c'è l'hai tu lassù, dice.
    Ci potresti dare una mano ?..
    Arrivo subito, rispondo.
    Le sappiamo le descrizioni ?..
    Al 113, hanno dato il tipo di macchina dei rapinatori, una Lancia Delta integrale, forse l'abbiamo intravista, la stiamo tallonando, ma va troppo forte per noi !.
    Dai !, Vieni giù a darci una mano.
    Chiamo a raccolta i miei due colleghi con me,
    Andiamo !, gli dico.
    Dove ?...Mi dice l'Assistente.
    Giù !, Dico io, c'è stata l'ennesima rapina, forse stavolta ci siamo.
    Ma Ispettore...Il servizio di vigilanza qui....
    Andiamo !., Taglio corto.
    Non arriviamo neppure all'inizio della Marina Garibaldi che per radio mi chiama l'autista del Questore.
    Ispettore !., Mi fa.
    Il signor Questore vuole sapere perchè non siete più qua !.
    Che è successo, chiedo, è uscito fuori per digerire ?..
    Non sto scherzando Ispettore !.
    Ma lo sa che qui c'è stata appena consumata una rapina ?...
    Lo sa, lo sa, ma lui se ne fotte della rapina !.
    Torna subito qui !.
    Il servizio di vigilanza deve essere fisso !.
    Minaccia di farti un bel rapporto disciplinare !.
    Attacca i buoi dove vuole il padrone !, dico a Gino che guida.
    Si torna su !....
    Ispettore, il giorno che capirò la Polizia, diverrò miliardario !, mi dice Gino.
    Franco, Franco ?...Dove minchia sei...
    Urla per radio Nino.
    Sono nel paese della cuccagna, dove se magna !, Gli rispondo.
    Poi ti Spiego Nino.
    Che minchia !....
    Cazzo, li abbiamo persi !.
    Se tu andavi alla Silvanetta, forse li prendevamo !.
    Questo posto è un imbuto, due sole vie di uscita, eravamo in due, tu bloccavi la seconda !.
    Nino ?...Ma a che serve ormai ?...
    Daccordo, mi risponde ne riparliamo poi in Ufficio !.
    Forse adesso ho sufficienti elementi per capirci qualcosa.
    Infatti, il Pubblico Ministero ci convocò il giorno dopo.
    Allora competente era ancora la Procura della Repubblica di Messina, toccava farsi una bella passeggiata.
    Torniamo, con in tasca le ordinanze di custodia, i vecchi mandati di cattura per capirci, a carico dei due cugini, Bellaci e Piccolino, uno a cranio.
    Bellaci lo prendiamo per strada al nostro ritorno.
    Resta Piccolino, che non si trova.
    Non è che sè mangiato la foglia Nino ?...
    Non penso proprio, mi risponde lui.
    Suo cugino ci ha detto che ha sua madre che sta male, è che in ospedale con lei.
    Non gli abbiamo dato tempo per dargli comunicazione.
    Mi sembra disumano andare li adesso a prenderlo.
    Concordo, rispondo.
    Oggi pomeriggio saliamo su a Condrò, e lo prendiamo quando torna a casa.
    Quelllo stesso pomeriggio, ci mettiamo per strada.
    Condrò è un micro paesino, gli abitanti se ti siedi in piazza, li conti uno ad uno in cinque minuti appena.
    Piccolino però non lo vediamo in giro, e sotto casa sua, la sua auto non c'è.
    Sai che facciamo ?, Mi dice Nino.
    Facciamoci un altro giro, dice Nino, meglio non farci vedere troppo qui.
    Concordo, gli rispondo.
    Non facciamo in tempo a girare la prima curva che porta fuori dal paesino, e chi ci incrocia ?...
    Piccolino che sale in senso opposto diretto evidentemente a casa sua.
    Nino gli fa un cenno con la mano, che vuol dire, accostati.
    Lui, capisce a volo e si ferma sulla destra appena può.
    Che c'è Ispettori ?...Chiede
    Niente di particolare, ti dobbiamo parlare, devi venire con noi.
    Vengo, ma non fatemi perdere tanto tempo, ho mia madre in ospedale a Milazzo.
    Ti consiglio, di portare la tua macchina sotto casa tua e di parcheggiarla molto bene, gli fa Nino.
    Lui ci guarda sospettoso.
    Daccordo !, Dice alla fine.
    Parcheggiata l'auto, molto bene, come richiesto, sale sulla nostra auto e si siede dietro.
    Non gli diciamo nulla di nulla, dell'ordinanza che teniamo in tasca, lo lasciamo tranquillo.
    Lui, comincia a farci delle domande.
    Ma dove dovete portarmi ?..
    In Commissariato, gli dico io, dobbiamo farti una notifica.
    Capisco, risponde lui, ma che notifica ?...
    Minchiate, rispondo, che hai fatto qualche richiesta per il passaporto ?....
    Ah, si !.
    Per strada, tira fuori il suo carattere spavaldo.
    Sapete, ci dice, sono in molti che mi vogliono fottere.
    Il Maresciallo dei Carabinieri della Stazione del mio paese, certi Ispettori di Polizia, ma nessuno ci riuscirà a farlo, sono troppo furbo per voi tutti !.
    Mi scappava di dirgli, Ma ne sei proprio convinto ?...Ma me ne sto zitto.
    Arrivati in Commissariato, Nino lo fa accomodare, quindi tira fuori le manette e gliele mette ai polsi !.
    Non capisco Ispettore!, Fa lui.
    Hai trovato chi ti ha fottuto !, Gli grida Nino.
    Ecco qua, e gli sbatte in faccia l'ordinanza di custodia in carcere.
    Ma Ispettori...Vi state sbagliando !...
    La sua spavalderia era ormai un lontano ricordo, è sbiancato in faccia.
    Suo cugino, che era nella stanza accanto, quella stessa sera ci dirà tutto, rilasciandoci piena confessione e soprattutto facendoci ritrovare la refurtiva di tutte le rapine che avevano commesso.
    Ne terremo conto, farò rapporto sulla tua collaborazione al Giudice !, Gli dico.
    Il Dottore e Dirigente, alla fine, fa la sua apparizione.
    Chiaramente lo avevamo tenuto informato sugli eventi.
    Ragazzi, siete stati bravi !.
    Nino, tieni pronto l'ombrello che tra poco diluvia.
    Lui mi da una mascata (schiaffone) però benevola.
    Ispettore, Ha sempre la lingua lunga lei !.
    Dai, ci dice, Carusi, (ragazzi) andiamo a farci una bella mangiata di pesce da Salamone a mare !.
    Paga lei Dottore ?...
    Mi becco un'altra mascata (schiaffone) a volo.

    Fine della storia.
     
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269 replies since 14/11/2013, 21:09   10108 views
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